20.08.2017 - Meteo
Calderone : ghiacciaio si o ghiacciaio no?

In questi giorni sul web e sui social si leggono notizie contrastanti riguardo il ghiacciaio del Calderone generando quindi una gran confusone a riguardo.

Per fare un pò di chiarezza ci siamo rivolti al Prof. Massimiliano Fazzini, docente di rischio climatico e geomorfologia applicata presso il dipartimento di fisica e scienze della terra dell’Università di Ferrara; ringraziamo il Prof. Fazzini per la sua disponibilità.

 

Quando si parla di ambienti fisici di alta quota delle medie latitudini – laddove giocoforza non vi sono notevoli possibilità di monitorare tramite stazioni meteo in rete piuttosto che di “osservare” tramite webcam – i commenti sulla situazione attuale possono contenere amplificazioni di errori derivanti spesso da mancanza di conoscenza specifica o semplicemente dal “sentito dire”; tutto ciò rende ancora più critica la situazione della comunicazione corretta delle scienze meteoclimatiche in Italia.
Credo che tutto ciò derivi anche dalla più volte evidenziata “memoria breve” dell’essere umano nei confronti degli eventi atmosferici se non eccezionali almeno rari. Ogni evento è sempre quello con maggiore magnitudo, poi a “mente fredda” o meglio ancora osservando le serie storiche dei dati meteorologici ci si accorge che magari la stessa situazione l’abbiamo vissuta piu volte ma non ne ricordiamo gli esiti.
E allora, per normalizzare l’informazione, solo i numeri possono “dirci la verità”, almeno se non “forzati” o modificati a proprio comodo.
Focalizzando in tal senso l’attenzione sul “ghiaccio del Calderone”, nell’ultima settimana se ne sono sentite davvero di cotte e di crude.

Ghiacciaio del Calderone. Pietracamela, 14 agosto 2017. PAOLO BOCCABELLA (Foto ANSA)

Innanzitutto occorre precisare che dal 2014, il ghiacciaio – originariamente definito di circo (tipo pirenaico) poiché alimentato dalle nevicate stagionali e dall’apporto valanghivo, è stato declassato da esimi glaciologi a glacieret, che da definizione corrisponde a piccolo ghiacciaio con minimi movimenti gravitativi. Alcuni glaciologi lo hanno già definito glacio-nevato ma credo che, sulla base di reiterate osservazioni dirette sull’apparato glaciale, si debba essere d’accordo con la prima definizione

Ancor più precisamente è un debris covered glacier, vale a dire un ghiacciaio quasi del tutto obliterato in superficie dal detrito, prodotto dalla disgregazione fisica tipica dei sistemi morfoclimatici glaciali e periglaciali, più specificatamente dal crioclastismo ; al di sotto del notevole spessore del detrito vi sono dai 15 ai 25 metri di ghiaccio sepolto: da rilievi effettuati negli ultimi venticinque anni, lo spessore sembrerebbe mediamente diminuito di circa un metro.
Le immagini di questi giorni sono state impietose: la neve stagionale è quasi del tutto ablata, se si eccettua la presenza di tre nevai di limitate dimensioni posti tra quota 2830 e 2670 circa. Perché è accaduto ciò, peraltro sicuramente occorso già nel 2001 e nel 2012 e quasi del tutto, come in questi giorni, nel 2007.

Ghiacciaio del Calderone. Pietracamela, 14 agosto 2017. FRANCESCO LAURENZI (Foto ANSA)

Il quadro meteonivologico dell’inverno 2016-17 è stato caratterizzato da 7-8 episodi nevosi (fra cui quello del 16 – 20 gennaio), quando, si è stimato, caddero dai 5 ai 6 metri di neve fresca a bassa massa volumica; se si stimasse esclusivamente la cumulata nivometrica stagionale, di certo si andrebbe ” in positivo” ma purtroppo occorre considerare che, ad eccezione del mese di gennaio, negli altri mesi del 2017 si sono verificate temperature sempre superiori alle medie da 0.3 a 2.3°C rispetto alle medie piu recenti; la primavera si è rivelata piuttosto secca e povera di nevicate mentre i mesi di giugno e luglio hanno mostrato un limitatissimo numero di giorni di gelo, almeno se si considerano i dati relativi alla stazione meteo situata accanto al rifugio Franchetti (2433 m – stazione meteo caput frigoris) alla base del ghiacciaio Quivi, le temperature medie rilevate sono state di circa 10°C in giugno, di 12,5 in luglio e di 14,4°C nella prima meta del mese corrente; quando si sono verificati ben 5 giorni con tmax> 20 gradi, con punte di 21,6° il giorno 5 ,quando la quota dello zero termico si può stimare abbia raggiunto i 4930 m. Inoltre, nell’estate meteorologica in corso, la temperatura non è mai scesa sotto lo zero, essendo datata, l’ultima “gelata” il giorno 26 maggio con -0.7°C!!
Nella sottostante stazione meteorologica di Prati di Tivo (1450 m. circa), situata sul versante settentrionale del massiccio mantuoso, la media della prima meta di agosto è stata di 22°C (vs 16,3°C degli ultimi quattro anni) con 7 giorni con Tmax>30°C e punte di 31, 5°C il giorno 5, mentre  in luglio si sono sfiorati i 18°C e non si è verificato alcun giorno con tmin<5°C
Ma…. Quello che deve preoccupare è che mancano ancora più di dieci giorni alla fine dell’estate meteorologica; l’anticiclone subtropicale continentale è sempre alla porte della nostra penisola e c’è tutto il mese di settembre perché esso possa potenzialmente “fare” ulteriori danni..

Massimiliano Fazzini, docente di rischio climatico e geomorfologia applicata presso il dipartimento di fisica e scienze della terra dell’Università di Ferrara

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