20.11.2017 - Associazione
Anche Meteonetwork al Festivalmeteorologia di Rovereto

Poi le luci si spengono e rimani solo. Le immagini della giornata scorrono come titoli di coda e i ricordi di quello che hai visto. sentito, conosciuto e imparato emergono dal subconscio l’uno dopo l’altro, accavallandosi come le tumultuose rapide di un torrente. E ti accorgi di essere diventato un po’ più ricco, una ricchezza che non passa, che nessuno ti porterà mai via perchè ce l’hai dentro, come innestata sul DNA.

Il Festival della Meteorologia di Rovereto, la più grande kermesse scientifica dell’anno, ancora una volta ha colpito nel segno, unendo in un solo abbraccio appassionati e professionisti, grandi e piccoli, profani ed esperti, aziende e clienti, italiani e stranieri. C’eravamo anche noi di Meteonetwork, capeggiati da un Marco Giazzi quanto mai motivato e carico.

La meteorologia, quella vera, autentica, pulita, disinteressata, generosa, competente affonda le sue radici qui, partendo da una geniale intuizione del Professor Dino Zardi, docente dell’Università di Trento, patron della manifestazione – giunta alla sua terza edizione – ma soprattutto persona dal grande carisma e umiltà.

“Abbiamo anche un piccolo aspirante meteorologo”, sono le sue parole rivolte aFrancesco, sei anni, che ora, grazie al “percorso junior”, ha già conosciuto il celebre esperimento della nube in bottiglia, ha imparato il ciclo dell’acqua, ha capito perchè l’aria calda e fredda non si mischiano, ha constatato che conseguenze porta l’aria inquinata, ha scoperto cos’è l’anidride carbonica, cos’è il vapore acqueo.

Intanto tutt’intorno sale gremite, stand propositivi, tavole rotonde e il seme della buona meteorologia asperso sul terreno fertile della passione e dell’amicizia, dove i volti virtuali, liberi dal vincolo dello schermo, diventano finalmente umani, veri, reali.

Un Festival che non rimane fine a se stesso, ma che si chiude con una parola positiva da parte di ogni “grande della meteo“, dalla signorilità di Guido Caroselli alla perizia e grinta di Carlo Cacciamani, dall’esperienza e cordialità di Daniele Mocio, alla simpatia e immediatezza di Paolo Corazzon, per passare attraverso la disponibilità e professionalità del team Giuliacci e di tutti quei meteorologi che operano in silenzio dietro le quinte con un lavoro quotidiano duro e imprescindibile.

Un Festival nel segno di una meteorologia che viaggia una spanna sopra, che è passato, presente e futuro, dove anche Francesco può conoscere tutto un nuovo mondo, che sia Guido Caroselli oppure il papà – autore di questo articolo – a spiegarglielo.

Luca Angelini

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