10.08.2017 - Meteo
L’aria fresca chiude la porta in faccia al grande caldo. Ferragosto ok

Se il luogo comune vorrebbe che le tracce dell’aria fresca in arrivo si perdano sovente nei meandri delle carte meteorologiche – molto più di quanto non accada con le sempre puntuali ondate di caldo – la realtà dei fatti vuole oggi smentire questo modus operandi e riportarci sulla strada del rigore, che non è quello calcistico, ma quello della Fisica.

E allora ecco che ci siamo: la perturbazione scaccia-caldo, inserita nel quadro sinottico che possiamo approfondire nell’editoriale video qui sotto riportato, sta guadagnando le nostre regioni settentrionali. Il ritorno alla normalità climatica rispetto alla grande calura che ha finora dominato e che presto verrà allontanata dall’Italia su queste regioni è ormai realtà, ma il passaggio non sarà indolore, anzi.

I contrasti termodinamici tra la massa d’aria africana e quella nord-atlantica saranno notevolissimi e si tradurranno in una girandola temporalesca che al nord potrebbe riservare anche fenomeni di particolare intensità, soprattutto sotto il punto di vista delle grandinate e dei colpi di vento.

I temporali più violenti saranno quelli in sviluppo prefrontale e potranno insorgere quindi a precedere la perturbazione vera e propria. Il fronte freddo infatti, avvicinandosi dalla Francia con la sua lunga linea temporalesca, agirà come disturbo d’onda in propagazione anteriore, andando a sollecitare l’aria calda e umida davanti a sè, quella che giace sull’Italia per intenderci. Questa coperta calda e umida inizierà ad ondulare come una corda pizzicata (onde di gravità) innescando quei temporali tecnicamente noti come pre-frontali appunto. Ne parla in modo specifico questo editoriale curato da un grande esperto del settore, il meteorologo Pierluigi Randi.

Aggiungo che venerdì 11 l’instabilità derivante dalla chiusura di un cut-off sul nostro settentrione potrà dar luogo ad ulteriori rovesci e anche, udite udite, a spruzzate di neve lungo la cresta delle Alpi sino a quote prossime a 2.600-2.800 metri.

Ma quest’aria fresca è inserita in una circolazione chiusa di bassa pressione e dunque, per forza ci cose, ci deve essere dall’altra parte un richiamo di aria ben più calda che vada a bilanciare l’atmosfera. Questo per la legge fisica della continuità della massa, la quale dispone che in una porzione atmosferica l’aria che esce da una parte deve essere rimpiazzata da altra aria che entra dal lato opposto.

Il tutto per dire che sulle regioni del medio adriatico e al sud giovedì 10 è atteso il picco del caldo africano, che si accompagnerà a punte massime fino a 40°C sull’entroterra pugliese e della Sicilia orientale, poco meno sulle altre zone. Sarà il canto del cigno, visto che nel giro di 24-36 ore l’aria fresca – nata sul suolo canadese e rimanipolata dalla lunga traversata sul nord dell’Atlantico – farà sua tutta l’Italia, portandoci poi verso Ferragosto con il tempo in progressivo miglioramento nel corso di domenica e con un bel fresco che ci accompagnerà molto probabilmente sino alla festa dell’Assunta.

Luca Angelini

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