09.07.2015 - Didattica
Il tornado tra Mira e Dolo (VE)

Intorno alle 17.30 una supercella temporalesca prefrontale ha generato un violento tornado durato circa 15 minuti che ha colpito da nord-ovest verso sud-est una fascia di territorio tra i comuni di Pianiga, Dolo e Mira, in provincia di Venezia. Secondo i rilievi eseguiti dall’ESSL (European Severe Storms Laboratory, www.essl.org) e da alcuni appassionati di meteorologia, la traccia al suolo dei danni provocati dal vortice ricopre una lunghezza di circa 11 km e una larghezza media di circa 700 metri. Vi sono stati gravi danni materiali alle abitazioni, ai capannoni, alle macchine e alla vegetazione in genere come si evince dalle foto allegate, nonché una vittima, una novantina di feriti e un centinaio di sfollati. Sono stati danneggiati 432 edifici nei 3 comuni colpiti, per un totale dei danni di quasi 100 milioni di euro.

Responsabile di questo evento vorticoso è stata una saccatura di aria fresca e secca in quota (500 hPa, vedi immagine seguente) dalla Francia in transito verso est che sulla pianura veneta orientale ha trovato condizioni predisponenti ad intensa fenomenologia temporalesca, quali tra tutte valori di temperatura di rugiada tra 24°C e 26°C dovuti al campo di alta pressione dinamica di matrice africana presente sull’Italia nei giorni precedenti.

Un ruolo chiave probabilmente è stato svolto da un minimo di bassa pressione al suolo sul ferrarese orientale che ha generato un flusso sciroccale piuttosto teso e assai umido verso l’entroterra veneto (vedi le due immagine seguenti), che va a scontrarsi con un flusso più secco da sud-ovest proprio sul padovano orientale e veneziano.

Questo scontro ha originato una considerevole convergenza dei venti al suolo che, unita a valori di energia disponibile alla convezione sull’ordine dei 3000 J/kg, ha portato al rapido sviluppo di un imponente mesociclone, il quale a sua volta, per via della rotazione, ha assunto un accentuato moto deviante verso destra (verso sud-est piuttosto che verso est). La cella temporalesca quindi, nata a nord di Vicenza, si è portata a nord di Padova e quindi sulla Riviera del Brenta mantenendo una struttura ben definita (vedi immagine al satellite visibile).

Il radar meteorologico dell’Arpav mostra un evidente eco ad uncino sul settore meridionale del sistema e un altrettanto evidente V-notch su quello settentrionale. Inoltre, già da subito si apprezza la dimensione e l’isolamento della cella in questione con elevati valori di riflettività, tutti indizi che devono mettere all’erta.

Alle ore 16.30 la cella si trova sul padovano settentrionale e si avvicina rapidamente al veneziano con la sua imponente incudine.

Alle 17.10 inizia a definirsi il mesociclone.

Alle 17.30 il tornado è pienamente operativo e inizia la sua attività distruttiva come si avrà modo di osservare nelle successive foto.

Nel contempo, immediatamente a nord del tornado inizia una violenta grandinata mista a pioggia con chicchi di varie forme fino a 5 cm di diametro.

ESSL (European Severe Storms Laboratory, www.essl.org), a seguito di un’analisi dei danni sul path del tornado compiuta nei giorni immediatamente successivi all’evento, valuta un grado massimo di intensità F4 sulla scala Fujita sull’area della Riviera del Brenta, tra Mira e Dolo. Sono comunque in corso studi più approfonditi sulle varie tipologie di danno per stimare nella maniera più oggettiva e precisa possibile l’intensità del tornado in questione.

 

 

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