11.11.2011 - Didattica
Alluvione su Genova

Come accaduto per l’alluvione di un paio di settimane fa nel Levante, la violenza del peggioramento ha creato le condizioni per un allagamento lampo di proporzioni esagerate, non ai livelli del tragico ottobre 1970 ma comunque assolutamente disastrose, purtroppo con un esito anche mortale.

Già l’immagine del satellite del 2 novembre lascia presagire che quanto sarebbe avvenuto nei giorni successivi non sarebbe stato molto facile per la zona ligure.

Un importante fronte si estende dall’Islanda alla zona del Maghreb, raramente si possno vedere situazioni così tanto estese ed importanti.

La perturbazione ha inizio nella notte tra il 3 e il 4 novembre; le zone colpite dalla precedente alluvione vengono fortunatamente graziate a causa di un impianto barico favorevole, con un minimo posizionato nel comparto francese, in discesa poi nel Golfo del Leone; questo fatto, grazie anche ad un imponente muro di alta pressione, ci ha portato ad avere uno scirocco molto intenso.

Fortunatamente in caso di scirocco il levante ligure già colpito dalla scorsa perturbazione viene graziato dalle violente precipitazioni dei giorni successivi perchè se nel Golfo del Tigullio soffia un forte scirocco, non permette alla pioggia di scendere mentre invece al di là del monte il tempo si sa perfettamente che potrà avere potenzialità ben maggiori.

E i modelli matematici sono stati sicuramente molto chiari a prevedere una situazione alquanto esplosiva nella zona del genovesato.

Ma nella cronaca di quel giorno, è già dal mattino che si può capire quanto la situazione possa divenire più delicata nelle ore successive, in quanto si segnalano allagamenti e frane locali a Camogli mentre fortunatamente il territorio tra Recco e Bogliasco riesce a smaltire le piogge senza grosse difficoltà.

I disagi cominciano ad aver luogo dai quartieri orientali di Genova: in quel di Nervi si hanno allagamenti diffusi, così come a Quarto. Ma ciò è nulla in confronto a quanto avviene nelle zone immediatamente settentrionali del centro cittadino. Già in mattinata i pluviometri della zona centro-orientale di Genova raggiungono con terrificante scioltezza la tripla cifra in quanto a millimetri caduti.

Problemi serissimi emergono intorno a mezzogiorno, con l’inizio dell’esondazione del Rio Fereggiano, torrente che scorre in mezzo al quartiere di Marassi: il letto cementificato e canalizzato non riesce a sopportare il terribile fardello di acqua.

A metà giornata, in alcune zone della città, s’era già raggiunta la spaventosa cifra di 300 mm.

La situazione è drammatica, si verificano allagamenti in ogni dove: davanti a Brignole, in Corso Sardegna, in fondo a Via XX Settembre bidoni della spazzatura corrono insieme alle macchine, in balia degli elementi. Dopo il Fereggiano,anche il Bisagno incute timore: l’altezza dell’acqua sale al livello dei numerosi ponti, inondandone addirittura alcuni e allagando completamente Borgo Incrociati. Si segnala anche una voragine apertasi in Via Donghi.

Fonte: genovatoday.it

Alle ore 14 Quezzi raggiunge l’immane quantità di 500 mm di pioggia caduti; nel resto della città, i pluviometri raggiungono livelli molto vari mentre da segnalare come nelle delegazioni occidentali, a parte qualche scroscio notevole, la situazione si manteneva tutto sommato tranquilla, mentre invece assume contorni drammatici  in Valle Scrivia, dove la pioggia,che alle 14 aveva raggiunto e superato i 200 mm, ha fatto ingrossare pericolosamente il torrente Scrivia mentre al largo della costa dei quartieri orientali, in testa alla linea autorigenerante della perturbazione si sono formati dei mesocicloni che hanno generato addirittura dei tornado.

Fonte: Eco di Bergamo

Questo è il punto in cui il rio Fereggiano si va ad incontrare nella sua foce con il fiume Bisagno.

Si può notare come l’ incrocio delle loro direzioni sia di ostacolo per un normale deflusso delle acque, ma per fortuna è nel primo pomeriggio il momento in cui le piogge vanno scemando, spostandosi verso i quartieri occidentali della città, dove è ancora vivo nelle menti di tutti il disastro dell’ottobre 2010, quando si verificò l’alluvione a Sestri Ponente. Per fortuna, pur gonfiando in maniera preoccupante il Polcevera e il Chiaravagna, le precipitazioni nella zona occidentale della città si mantengono moderate, con rain rate decisamente inferiori a quelli monsonici avuti in buona parte della città. Nell’entroterra lo Scrivia esonda a Casella, alimentando ulteriori preoccupazioni.

In tarda serata, un’altra coltellata: poco prima della mezzanotte, altri violenti scrosci che aumentano ancor di più gli esagerati accumuli della giornata: Quezzi terminala giornata del 4 novembre con 556,5 mm di accumulo, di cui 158,5 in un’ora. Nelle altre zone delle città, va sopra i 400 Marassi, in altri quartieri si svaria da 150 a 300 mm di pioggia. Nell’entroterra, si segnalano oltre 400 mm anche a Casella, mentre nel resto della regione, la situazione è del tutto tranquilla.

La tensione e la paura giocano brutti scherzi il giorno successivo, che si apre con pioggia moderata, a livelli infinitamente minori rispetto alla giornata precedente: si teme una nuova esondazione del Fereggiano, nonostante il livello sia sceso di diversi metri. Per fortuna, la rottura di un argine non ha creato problemi al decorso del fiume ma la reazione di paura e panico è comprensibile.

La situazione rimane di stallo:continua a piovere su Genova, in maniera però moderata mentre l’intensità è maggiore nell’entroterra della parte centro-occidentale della regione e nella zona orientale del Golfo del Tigullio. La perturbazione si espande anche verso Ponente, dove è incorso peraltro una mareggiata: è da segnalare anche l’esondazione del Var nei pressi di Nizza.

Il sabato a Genova si conclude con qualche raggio di luna visibile tra le nuvole, dopo una giornata intera di pioggia moderata. La situazione si fa invece critica nell’entroterra: in Valle Scrivia si sale in tripla cifra per il secondo giorno consecutivo e si segnala il cedimento di una massicciata della SSP 226 della Valle Scrivia a Savignone, che taglia in due la parte alta della vallata. La perturbazione si concentra ormai nell’entroterra con caratteristiche di stau: si segnalano accumuli significativi, oltre alla già citata Valle Scrivia, nell’entroterra ingauno e imperiese.

Nonostante un leggero miglioramento nelle giornate di domenica e lunedì, la svolta meteorologica è ancora lontana: nella notte tra lunedì 7 e martedì 8 novembre tornala paura. Un nuovo temporale rigenerante colpisce la città che tenta faticosamente di rialzarsi: i dati sono nuovamente terribili, si raggiungono quantità superiori ai 100 mm in molte zone della città,con nuovi rischi di esondazione da parte del Fereggiano ma per fortuna non ci sono ulteriori danni. La perturbazione scema quindi verso Ponente, senza causare però preoccupazioni.

Si può dire che la tempesta sia finalmente passata. Qualche dato: a Quezzi si sono registrati oltre 750 mm di pioggia tra venerdì e martedì, a Marassi circa 550 mm, ad Albaro 600 mm, a San Fruttuoso 500 mm, a Struppa 380 mm, a Quarto Alto oltre 400 mm. Una considerazione: è notevole la differenza di pioggia caduta da una zona all’altra della città, ennesima prova della stupefacente variabilità del clima della regione.

Purtroppo, c’è da fare un altro bilancio, molto più triste: sei vite sono state strappate via dalla furia dell’acqua, che ha invaso magazzini, negozi, garage e androni della zona di Marassi e di Quezzi. A loro e alle loro famiglie vanno le nostre più sincere condoglianze.

A perturbazione conclusa, Genova sta tentando lentamente di rialzarsi, come già successo dopo la disastrosa alluvione dell’ottobre del 1970: gli Angeli del Fango sono già al lavoro dal fine settimana scorso e la popolazione genovese e non si sta rimboccando le maniche, per tornare alla normalità il prima possibile.

Vorremmo concludere questa fredda analisi con una citazione, letta su internet in questi giorni.

NoiLiguri siamo gente strana: la nostra Terra ci ha insegnato che non ci si devono aspettare regali, che tutto deve essere guadagnato con il lavoro, i nostri nonni si sono guadagnati ogni singolo metro di terra da coltivare, strappandola da una parte al mare e dall’ altra all’Appennino che ci si tuffa dentro, costruendo case su speroni di roccia trasportando pietra dopo pietra su dalle ripide creuze. Per questo siamo diffidenti e scontrosi, eppure leali con chi lo merita.

Un Ligure piange dentro mentre si rimbocca le maniche ed inizia per l’ennesima volta a ricostruire quello che la natura gli ha tolto. Accettiamo gli aiuti con pudore, ringraziando con un mezzo sorriso ed un bicchiere di vino. Noi Liguri siamo fatalisti, guai a toglierci il diritto al mugugno, ma mentre mugugnamo spaliamo il fango dalle nostre case, e recuperiamo i nostri ricordi. Dai Liguria che ti rialzi anche questa volta. (cit. Paolo Solari)

Autori Emanuele Gianello (cronaca) – Andrea Redigolo (sinottica)

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