02.07.2015 - Didattica
Onda calda: ora si fa sul serio

Finora abbiamo scherzato.
L'onda calda per la quale abbiamo tracciato il percorso fino ad oggi ha seguito la traiettoria prevista, per i motivi illustrati nell'articolo di qualche giorno fa.

Ora si passa alla seconda parte dell'evento.
Nelle prime ore di sabato prossimo la grande bolla di aria calda raggiungerà i valori di geopotenziale più alti; questo significa – in termini spiccioli – che raggiungerà la massima potenza di pompaggio dell'aria calda dall'Africa e dalle lande europee già roventi, come la Spagna e la Francia, verso il resto del nostro Continente sotto il risucchio operato dalle Correnti a Getto di passaggio poco più a nord.
Da quel momento, lentamente, il promontorio perderà vivacità.
Ma la fregatura – se così si può dire – sta proprio qui. Un promontorio caldo meno potente NON VUOL DIRE che da quel momento porterà temperature più basse; NON VUOL DIRE che inizierà ad essere mangiato dalle perturbazioni. Anzi …

Basta ricordarsi la regolina: il geopotenziale è più alto se sono più alte la pressione e la temperatura, ma anche se è più bassa l'umidità (medie).
Da sabato la pompa calda verrà quindi staccata, ma l'aria rovente arrivata sul Mediterraneo e la terraferma europea inizierà a galleggiare sul posto, diventando un qualcosa di passivo, in balìa di eventuali correnti di passaggio. Non si esaurirà lentamente, perché in questo periodo dell'anno non ci sono terre o mari freddi che possano diluirla dal basso per contatto o irraggiamento. La massa d'aria però inizierà a caricarsi di umidità dal basso, per l'ulteriore evaporazione dell'acqua dai mari e per la sostanziale minore “pressione” dall'alto esercitata dalla bolla calda in sé.
Questo si tradurrà in un aumento della convezione, della turbolenza, e quindi in un certo calo della pressione; fattore, questo, che si traduce ovviamente nel calo di geopotenziale anche senza variazioni della temperatura media.
Quindi la grande bolla rovente rimarrà lì, ferma, finché non verrà spalmata ulteriormente, oppure non verrà soffiata da altre parti, oppure ancora non verrà diluita dall'incessante rimescolamento che solo temporali organizzati ed estesi possono mettere in mostra.

Quindi cosa succederà nel breve?
Alcuni soffi di aria fresca oceanica, che in generale hanno strada aperta verso le coste atlantiche del Continente, raggiungeranno presto le Isole Britanniche e i litorali francesi, spingendo più ad est (verso Polonia, Repubblica Ceca e poi Balcani) la bolla calda e asciutta che finora ha portato le punte oltre i 35-38 gradi in Francia; ma andrà anche più a sud, proprio in direzione dell'Italia. TUTTE quelle citate sono zone dove l'aria calda (e un po' più asciutta di quella finora presente, per quanto riguarda l'Italia) tornerà a galleggiare fino alla prossima occasione, fino al prossimo passaggio ravvicinato di una perturbazione.

In sostanza, nonostante un lento alleggerimento del potente promontorio di aria africana, da domenica farà ancora più caldo, e probabilmente si raggiungeranno punte di 36-39°C, forse anche 40°C in alcune regioni del Centro-Nord. Le candidate sono sempre le solite: Pianura Padana (in particolare Lombardia, Emilia e basso Veneto), Valdarno Inferiore, Valtiberina e vallate collinari tra Marche ed Abruzzo.
Sì, ok, ogni tanto spunterà quel temporale breve ma feroce che farà sperare in una rinfrescata. Ma sappiamo bene che spesso non è altro che una ulteriore fregatura, perché rischia di far solo aumentare l'umidità, e quindi l'afa appena tornerà il sole.
Andrà un pelo meglio nel Meridione, che continuerà a rimanere un po' più scoperto; ma anche qui la temperatura è destinata a salire.

Per la previsione da giovedì in poi bisogna aspettare.

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