13.08.2015 - Didattica
Onda calda: sinistri scricchiolii

Ripartiamo da qui

“Al momento comunque queste onde sembrano troppo veloci, accentuate da una differenza di temperatura troppo concentrata e elevata per poter affondare con tutto il loro carico fin sul Mediterraneo. E' più probabile che in queste condizioni – a contatto con l'ostacolo della terraferma – vadano a creare onde più piccole e in rapida degenerazione in minuscole bolle d'aria fredda d'alta quota, quelle “gocce fredde” che tanto fanno penare chi fa le previsioni del tempo. Oppure è parimenti probabile che le onde si infrangano sulla costa spagnola e portoghese andando a formare altre gocce più grosse in mare aperto (che magari potrebbero servire come testa di ponte per una incursione più convinta più avanti, in caso di altre onde profonde che vadano ad agganciarla)”

Ci siamo: una goccia fredda ha attraversato velocemente i mari ad ovest dell'Italia proprio negli ultimi giorni, portando temporali anche forti su parte del Nord, le regioni tirreniche e quelle ioniche; poco su quelle adriatiche.
Un'altra grossa goccia è nata al largo del Portogallo e proprio ora viene agganciata da una nuova onda in arrivo dall'Oceano, subendo un risucchio che la aiuterà a trovare l'energia per entrare sul Continente.

Questa manovra riuscirà ad aprire per la prima volta la strada alla Corrente a Getto oceanica verso il Mediterraneo, attraverso il Golfo di Biscaglia e la Francia centrale.
Cosa vuol dire? Che arriverà la prima perturbazione organizzata della stagione, proprio durante il fine settimana (giusto per non perdere l'abitudine).
Nuvole, vento, temporali qua e là un po' dappertutto e soprattutto aria meno calda, con la colonnina in discesa fin su valori sotto la normalità per 1-2 giorni in quelle regioni che saranno esposte al vento prevalente: il Mistral.

L'onda calda, quindi, dopo 45 giorni di dominio subirà uno di quei ganci destri che stordiscono, che costringono un attimo a fare i calcoli per capire se si riuscirà a rialzare la testa.
Ci vorrà qualche giorno, ma probabilmente riuscirà a farsi di nuovo viva, seppur ferita, seppure indebolita e non più in grado di portare agli estremi che si sono ripetuti anche nell'ultimo periodo. Ma ci riuscirà.

Infatti, se ricordate, qualche giorno fa abbiamo detto che l'aria fresca dall'Artico è partita non solo dalla Groenlandia, ma anche dalla placca artica a nord della Russia, invadendo parte del Continente Asiatico.
Anche quest'ultima corrente, rallentata immediatamente dalla terraferma e spalmandosi sia verso est che verso ovest, concorrerà nei prossimi giorni a cambiare le carte in tavola: stringerà in una morsa – assieme al Getto Atlantico – quella parte di bolla calda presente sull'Europa dell'Est; ne taglierà una parte e la spedirà verso la Scandinavia creando un corridoio relativamente poco caldo proprio tra l'Oceano, l'Europa centrale, l'Ucraina e la Bielorussia.
Così facendo porterà di nuovo – tra 5-7 giorni – all'accelerazione del Getto da ovest ad est a latitudini un po' più basse, verso le coste mediterranee tutte, favorendo di nuovo il risucchio di aria calda dalle coste africane – dove è ancora ben presente – verso il nostro mare.
Le potenzialità sono però ormai inferiori a quelle che hanno portato alla lunga e calda parte centrale del 2015; quindi si può ben dire che con il fine settimana la parte centrale dell'estate sarà finita. Ci saranno ancora dei periodi caldi, ma non come nelle ultime settimane (ed è anche normale che sia così).

Badate bene: la parte più stabile dell'estate 2015 è cominciata a inizio luglio al Centro-Nord, si è portata avanti con costanza nelle settimane estendendosi lentamente anche al Sud, ha subito qualche piccolo smacco nella terza decade del mese, si è ripresa alla grande ad inizio agosto, e adesso prende un primo duro colpo a Ferragosto.
Se non fosse stato per le temperature fuori misura, e quindi anche per una certa latenza dei sempre presenti temporali estivi del pomeriggio, le tempistiche sarebbero state perfette per una normale estate di casa nostra.

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