04.03.2015 - Comitato Tecnico Scientifico
Stratcooling primaverile

Lo Stratcooling è anomalo raffreddamento stratosferico durante la stagione invernale, opposto allo Stratwarming. Dalla mappa relativa alle anomalie della temperatura al livello dell'isoipsa di 10 hPa dello scorso 28 Febbraio, si possono osservare temperature al di sotto della norma dai 12 ai 20°C, sul nostro Semiemisfero Settentrionale. Anche stamani le rilevazioni satellitari mostrano temperature di -75° sul nord della Russia. Nei prossimi giorni la temperatura minima al livello della isoipsa 100 hPa scenderà di vari gradi portandosi intorno ai -80°. Il raffreddamento una volta raggiunta la troposfera amplia la struttura le Vortice Polare, approfondisce i geopotenziali e porta a riversare sul suolo polare l’aria gelida proveniente dai piani alti della troposfera.

Lo Stratcooling è dunque un meccanismo naturale di riequilibrio energetico all’interno dell’atmosfera. Dalla mappa delle rilevazioni della sonda RSS si può osservare come dai primi anni novanta in poi ad un raffreddamento costante della stratosfera corrisponda la fase di GW troposferico. Dai primi anni novanta sono aumentati gli episodi di raffreddamento stratosferico tardo invernali che hanno ridotto il riscaldamento dell’Artico in Febbraio e Marzo (in misura minore) e in alcuni casi hanno anche superato la soglia di +1.5 del NAM. Il North  Annular Mode (NAM) rappresenta la profondità del geopotenziale delle aree polari e la forza dei venti occidentali su tutta la colonna atmosferica alle medie latitudini ed è una sorta di misura della forza dello Stratcooling: quant’è accoppiata la troposfera con la stratosfera (maggiore freddo vs minori geopotenziali).

In questi giorni il NAM ha superato la soglia suddetta raggiungendo un valore davvero ragguardevole, +2.3. Tale dato è ancora più importante se pensiamo che il NAM riferito al suolo, cioè l’Oscillazione Artica (AO), nei prossimi giorni potrebbe essere il record assoluto con valore fuori dal range attuale [-6,+6] (record attuale +5.911). Questo porta ad un forte compattamento in area polare e a grandi spazi lasciati aperti alle basse latitudini per la cosidetta circolazione secondaria in seno al Vortice Polare.

 


Uno Stratcooling primaverile o tardo invernale non deve essere sottovalutato perché la quantità di aria fredda riversata sull’Artico porta a tardive ondate di freddo invernali non appena si allenta la cintura contenitiva del getto polare, laddove in pieno inverno potrebbe portare invece ad un generale aumento delle temperature in pianura e nei fondovalle (rottura dello strato d’inversione e varco aperto per i fronti nordatlantici). Come esempi, ci sono quello del Marzo 2004 e del freddissimo Marzo 1971, caratterizzato da un intenso Stratcooling nel mese di Febbraio. Inoltre statisticamente influisce sull’allungamento del ciclo di vita del Vortice Polare stesso (con incremento di Final Warming di tipo Late) consentendo il proseguimento della primavera in modo piuttosto dinamico (nei mesi di Aprile e Maggio).

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