04.06.2012 - Comitato Tecnico Scientifico
Preoccupazione per un blocco che non ha nessuna intenzione di mollare
Lo schema di Cassou per una MJO che nella stagione invernale si trova a transitare in fase 3 propone l’instaurarsi di un break d’onda anticiclonico in uscita del continente nordamericano. Questo significa una ripresa della zonalità medio-alta in Oceano in seguito all’allungamento sui paralleli dell’Anticiclone delle Azzorre che guadagna centinaia di chilometri verso il cuore dell’Europa. Il pattern descrittivo di riferimento è la NAO positiva che interviene circa una settimana dopo l’entrata nella suddetta fase.
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Figura 1. Relazione tra fasi 15 della Madden-Julian Oscillation e pattern descrittivo NAO+
Il transito in fase 3 è iniziato il giorno 27 febbraio e terminato il giorno 4 marzo in perfetta media di giorni/fase e con intensità crescente in posizione di massima forzante troposferica. La settimana citata è assimilabile (come periodo) alla stagione invernale. In generale lo schema di Cassou si ritiene valido per analisi di long-range nel periodo metà novembre  metà di marzo. 
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Figura 2. Fase/intensità della MJO nell’ultimo mese: rosso per febbraio; blu per marzo (completa di previsione Ensamble GFS).
A distanza di dieci giorni ci troviamo di fronte ad una pulsazione subtropicale (nord-ovest) africana che spinge di nuovo sul Portogallo e la Spagna e tende a distaccare una cella di alta pressione sull’Europa centro-occidentale. Essa funge da polo attrattore del break d’onda anticiclonico proveniente dall’Atlantico. Così ci avviciniamo sempre più ad una copertura nel senso dei paralleli (zonale) dal medio Atlantico all’est Europa.
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Figura 3. Long-range by ECMWF 00Z del 7.3.2012 (design grafico by Meteonetwork).
Finora l’anticiclone subtropicale oceanico era stato relegato tra le Azzorre e l’Europa occidentale con saccatura stazionaria sul lato est della struttura ad . Abbiamo assistito ad un inverno con frequenti e ripetuti fronti di aria polare marittima e talvolta artica marittima sui Balcani che hanno coinvolto il sud d’Italia; non sono mancati nemmeno due azioni continentali, di cui l’ultima in fieri, ma con centro d’azione più spostato ad est, tra i Balcani e la Bielorussia.
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Figura 4. Anomalia GPT a 500 hPa dell’inverno appena trascorso
Adesso la disposizione delle SSTA atlantiche depone invece per un getto da sud-ovest in uscita dal continente nord-americano e rientro da nord-est in uscita dal Mediterraneo e continente europeo.
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Figura 5. Forcing operato dalle SSTA sul medio Atlantico
Il cambiamento in area ENSO con lo sviluppo di un più che probabile Nino a partire dalla stagione estiva è ben al di là da portare un evoluzione favorevole alla risoluzione della struttura subtropicale in Europa. Infatti il comportamento atmosferico è in pieno stato Nina-like, http://www.cdc.noaa.gov/map/images/gcm/gwo_40d.gif  (cioè con propensione a forte azzorriana). Se poi guardiamo per analogia all’ultima fase di rientro da Nina moderata-forte, abbiamo una conferma di quanto detto: all’interno di un periodo con piovosità al centro-nord discretamente sopra la media (marzo 2008 dicembre 2010), quella fase – che coincideva con la primavera 2009 – fu molto secca. Non solo, ma finì anche con una heatwave record per il mese di maggio.
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Figura 6. Rianalisi GPT 500 hPa dell’ultima fase di passaggio da una Nina moderate-strong biannuale a Nada
Sic stanti bus rebus, una struttura anticiclonica che sposta il suo ramo principale in Europa con massimi al suolo vicini ai 1040 hPa sul nord della Francia desta preoccupazione. A partire dall’instaurarsi della circolazione secondaria a febbraio 2011, il Nord, la Sardegna, la Toscana, l’Umbria e ampi settori del Lazio sono stati colpiti da siccità che si è prolungata fino ad oggi. Un secco record che ha visto mediamente su tali zone la metà della pioggia media nel 2011 e se possibile tale dato è peggiorato nell’inverno appena passato dove il deficit si è attestato al 62%. 
La perseveranza della struttura di blocco delle perturbazioni atlantiche ed il rientro da settentrione delle correnti umide ha collocato il nord e le regioni tirreniche settentrionali sotto la protezione dei contrafforti alpini e della catena appenninica in una configurazione tra le migliori per avere regimi siccitosi, cieli tersi e presenza di aria molto secca al suolo. Una configurazione bloccata per altre settimane e che ho descritto con il pattern NAO positivo, è destinata a peggiorare ulteriormente le cose.
Autori: 

Andrea Rossi

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