04.06.2012 - Comitato Tecnico Scientifico
Analisi e cronaca dell'Inverno 2011-12
L’Inverno che si è chiuso è stato caratterizzato, complessivamente, da un regime di ENSO negativa moderata nel Pacifico Centrale preceduta da una Nina Strong durante lo scorso trimestre Invernale.
 
Ne è risultato, sull’Europa, uno scenario barico relativamente più stabile, rispetto agli ultimi Inverni, caratterizzati spesso da forte antizonalità e Basse Pressioni centrate su gran parte del continente, con Alte Pressioni molto elevate di latitudine. In questo 2011-12 invece, seguendo una media che riguarda tutti e 3 i mesi, Dicembre, Gennaio e Febbraio, si sono avuti massimi pressori fra Europa Occidentale e Russia che han bloccato considerevolmente il flusso Atlantico pertubato, a favore di stabilità alternata a forti irruzioni di origine continentale.
 
Una media barica simile porta, solitamente ,all’instaurarsi di condizioni di freddo e instabilità sul Mediterraneo Centrale, ed è quello che è accaduto durante il mese di Febbraio, come ben sappiamo.
 
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L’inverno comunque, ha ugualmente presentato nette fasi più stabili e miti, soprattutto nella sua prima parte, anche se, sul bilancio termico finale, han prevalso le anomalie negative su vari piani, sempre a “causa” dell’unicità del mese di Febbraio.
 
Dicembre è stato caratterizzato da condizioni di elevata vorticità il Nord Atlantico e Nord Europa, con assenza di richiami freddi Artici di una certa rilevanza sull’Europa. Di conseguenza anche sulla nostra penisola, soprattutto la prima decade, è risultata piuttosto mite con temperature sopra le medie del periodo (anomalia di circa +3 sul quadro Italiano rispetto alla media trentennale ’71-’00). Seconda decade del mese simile alla prima ma con i primi cedimenti barici dell’Anticiclone sul Mediterraneo, con precipitazioni sparse e nevicate intense sul comparto alpino Centro-Occidentale a causa di una prima, seppur modesta, incursione fredda di stampo Artico-Marittimo verso il finire della decade, con strascichi sino ai giorni di Natale (anomalia decadale circa +1). L’ultima parte del mese infine, ha visto la penisola al crocevia fra l’area stabilizzante anticiclonica e queste correnti di lontana origine Artica che via via sono calate di latitudine. Nevicate si sono registrate anche sull’Appennino a quote medie con precipitazioni piovose spesso presenti soprattutto sulle regioni Centro-Meridionali. La decade ha chiuso in Italia con una debole anomalia negativa di circa -1, tuttavia il mese ha registrato una moderata anomalia positiva di circa +1.2 sulla media trentennale ’71-’00. Molto più intensa l’anomalia sull’Europa, specie su Russia e Scandinavia, con un Dicembre fra i più caldi degli ultimi anni.
 
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La prima decade di Gennaio ha registrato una progressiva dislocazione del Vortice Polare verso l’area Scandinava, di conseguenza il freddo si è mostrato in maniera più decisa sul Vecchio Continente a partire dai giorni dell’Epifania, con una prima, ma rapida incursione Marittima sui Balcani e sulle nostre regioni Meridionali, anche se ancora in maniera blanda, con ancora anomalie positive molto forti in tutta Europa, di meno sulla penisola (+1 circa la prima decade). La ferita lasciata da quest’ultima incursione fredda tuttavia, ha aperto la strada ad una più corposa ondata di freddo Artico sull’Europa Centro-Orientale a metà del mese. Essa, ha prodotto gli effetti maggiori sui Balcani meridionali, con freddo moderato anche sulle nostre regioni orientali e, dove non il freddo alle quote medie non ha avuto modo di insidiarsi, le temperature sono calate molto di notte nelle zone soggette ad inversione, con clima secco quasi ovunque. Decade pressochè nelle medie termiche in Italia.
 
Dalla terza decade del mese, cambia tutto: avanza l’Anticiclone Russo Siberiano in maniera dirompente e improvvisa verso ovest. Crollano le temperature su tutto il comparto orientale europeo con gelo continentale in veloce formazione sulle pianure sarmatiche. Sulla nostra penisola si hanno i primi spifferi freddi, anche se non ancora di stampo nettamente continentale, ma che precedono l’eccezionale ondata di gelo di Febbraio, proveniente addirittura dalla Siberia Centrale. Decade sottomedia in Italia di circa -1 con mese praticamente in media termicamente ma precipitazioni un po’ sottomedia ovunque a causa della mancanza di fronti pertubati Nord Atlantici.
 
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La genesi del gelo di Febbraio ha visto l’avanzata dell’Anticiclone termico dalla Siberia come non accadeva da tantissimi anni in Europa, in corrispondenza di un blocco delle correnti zonali già di per se in atto. Il lago gelido, con isoterme a 850hpa (1450 metri circa) fino a -28 nel core principale dello stesso, si è proteso dalle regioni poco a ovest della Mongolia fino all’Europa Occidentale, con un asse E/NE – W/SW. Già durante gli ultimi giorni di Gennaio, le regioni Russe Europee, l’Ucraina e gli stati Baltici han registrato una netta diminuzione termica anche in assenza di nuclei particolarmente gelidi alle quote medie, questo proprio a causa della presenza dell’Anticiclone termico, con diffusa inversione da albedo al suolo e prime minime al di sotto dei -25 gradi.
 
Il 31 Gennaio l’anticiclone termico, con un moto orario, trascina aria ancora più fredda direttamente dalle regioni centrali Siberiane sulla Russia Europea. È l’inizio dell’ondata di gelo per l’Europa. Comincia a nevicare anche in Italia la notte fra il 31 e 1° Febbraio a causa di una goccia fredda d’origine Artica che anticipa gli scenari Invernali. Nevica in modo abbondantissimo in Emilia Romagna e in Toscana a tutte le quote, con accumuli fino a oltre 50 cm a Bologna e circa 20-30 cm su gran parte delle provincie Toscane. Neve intensa anche sulle coste.
 
Il 2 Febbraio il gelo ha conquistato già gran parte d’Europa nel suo moto retrogrado, minime di oltre -25 si registrato in Polonia, Ucraina, Biellorussia, regioni Baltiche, Romania con picchi ben al di sotto dei -30-32 su gran parte della Russia. Gelo intenso anche in Germania, Austria e Svizzera con primi valori al di sotto dei -15 in pianura. In Italia continua a nevicare in Emilia Romagna e comincia su Marche e Abruzzo in maniera intensissima, così come nel Frusinate, dove si registrano oltre 50 cm di neve. Altrove piogge sulle regioni meridionali a causa di un temporaneo richiamo mite da W che precede il rilascio del nucleo d’aria gelida Siberiana dalla Valle del Rodano.
 
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Il 3 Febbraio nevica in modo eccezionale sul medio e alto versante Adriatico, con primi accumuli elevatissimi nell’immediato entrato terra Marchigiano. Continua a nevicare anche in Romagna e il gelo comincia ad entrare in maniera netta sulle regioni settentrionali, con nevicate anche su Piemonte e Lombardia in pianura. Una prima nevicata durante la notte colpisce Roma, con accumuli di 2-5 cm, specie sui quartieri a Sud della capitale. All’estremo Sud invece, il richiamo caldo raggiunge l’apice con la Sicilia che registra valori quasi primaverili, anche se momentanei. Dal pomeriggio l’aria fredda scivola rapidamente dalla Francia, con l’isoterma -10 che taglia la Toscana e le Marche con la -15 addossata alle Alpi. Durante la notte fra il 3 e il 4 Febbraio Roma vive la sua grande nevicata, la maggiore dal 1986, poiché raggiunta perfettamente dall’incontro dell’aria fredda Siberiana e il fronte pertubato dislocato sul Mediterraneo Centro-Occidentale. Nevica tutta la notte e la mattina del 4 Febbraio tutta la città si risveglia con accumuli compresi fra 12 e 18 cm, fino a oltre 20 cm sui quartieri Nord. Durante le prime ore dell’alba nevica anche sui quartieri collinari di Napoli, con accumuli di circa 2-5 cm.
 
Nel frattempo le regioni di Abruzzo, Emilia Romagna e Marche sono paralizzate dalla neve: la neve supera il metro e mezzo oltre i 400 metri con notevoli disagi nei comuni più colpiti, neve abbondantissima anche sulle coste. Il freddo comincia ad essere eccezionale invece su gran parte delle regioni Settentrionali e in particolar modo in Piemonte e Lombardia, con minime che sfondano il muro dei -20 nel Cuneese, ma ovunque non si superano i -10 di notte. Situazione migliore nel Nord-Est dove la neve non è riuscita a cadere in modo abbondante e quindi le minime non hanno avuto modo di calare a livelli inusuali per la mancanza dell’albedo.
 
Il 5 Febbraio il gelo ingloba tutta Europa, fa freddissimo anche in Francia, Olanda e Germania con minime fino a -20 in pianura. Si raggiungono picchi di gelo eccezionale in Scandinavia poiché il core più intenso del freddo Siberiano non penetra in modo completo sul Mediterraneo ma si isola più a Nord: in Lapponia il termometro scende fino a -45 e il gelo segna anomalie storiche nel Nord della Norvegia, con minime fino a -38-40, regioni non abituate ad un gelo di tale portata poiché influenzate dalla Corrente del Golfo.
 
Fra il 6 e il 7 la depressione Italica, colma d’aria fredda Siberiana, si sposta lentamente verso le regioni meridionali e qui nevica in maniera fitta su tutto l’entroterra fino in bassa collina o in pianura, con accumuli considerevoli fino ad un metro oltre i 500 metri. Disagi si registrano praticamente dalla Romagna alla Basilicata, i paesi più nell’entroterra rimanga praticamente isolati per giorni poiché irraggiungibili. Nelle Marche in alcuni comuni la neve supera i due metri di altezza. In Romagna su alcuni paesi non smette di nevicare da quasi una settimana.
 
Dall’8 Febbraio, l’Anticiclone Siberiano, dopo una temporanea chiusura, si distende nuovamente verso W, allacciato anche all’Anticiclone delle Azzorre, ne consegue una nuova pulsazione dinamica che invia un ennesimo nucleo d’origine continentale sul Mediterraneo. Continua a fare freddo su tutta Europa comunque, con gelo in accentuazione sulle regioni Balcaniche, con minime fino a -27-30 in Romania e Serbia, si placa momentaneamente invece sull’Europa Centro-Occidentale con minime di “soli” -10-13 fra Germania, Polonia e Francia.
 
La prima decade di Febbraio 2012 risulta, in Italia, la più fredda degli ultimi decenni e la più fredda, complessivamente, dal Gennaio 1985, nonostante, su buona parte della penisola le temperature non abbiano raggiunto valori eccezionali ma solo sulle regioni di NordOvest. L’anomalia decadale raggiunge i -7 su scala nazionale e le precipitazioni, soprattutto sulle regioni meridionali, risultano già al di sopra delle medie di Febbraio.
 
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Il giorno 10 il nocciolo d’aria fredda in discesa dalla Scandinavia e Nord della Russia si trova già adagiato alle Alpi, le temperature crollano di nuovo su gran parte del Vecchio Continente, anche se in realtà son sempre risultate basse, ma di nuovo valori di -15-20 invadono l’Europa Centrale e in Polonia il termometro scende di nuovo al di sotto dei -25. In Italia, nevica nuovamente su tutte le regioni dell’medio e alto Adriatico fin sulle coste e, durante la notte fra il 10 e l’11, la neve ricompare nuovamente a Roma, anche se con accumuli più modesti rispetto al 4 Gennaio: circa 5-6 cm al centro ma ad Ovest della città la nevicata assume i contorni di eccezionalità con accumuli di addirittura 30 cm nei dintorni di Boccea e all’Olgiata. Nevicata intensissima anche sulle coste dell’Alto Lazio con accumuli di quasi 10 cm fra Ladispoli e Civitavecchia.
 
L’11 Febbraio nevicate intensissime colpiscono tutto il Centro-Sud fino in pianura, anche se in maniera più evidente sempre le regioni del versante Adriatico, si raggiungono valori storici di accumulo nelle Marche ed in Emilia Romagna: ad Urbino la neve tocca i 3 metri e 26 centimetri totali, superando addirittura il 1985 e il 1956, per trovare un evento così bisogna risalire al 1929, quasi un secolo fa ! Ma in quasi tutte le località la neve supera il metro e solo verso le coste la neve non ha superato il mezzo metro.
Il 12 Febbraio continua il gelo intenso in tutta Europa, soprattutto su Ucraina, Biellorussia, Lituania, Estonia, Lettonia con minime comprese fra -23 e -30 ovunque in queste zone. Fa freddo in Germania, soprattutto l’area meridionale, con minime fino a -22-23 in Baviera ma ovunque si registra un sottomedia termico generalizzato. In Italia gelo intenso su tutte le regioni, con ancora nevicate sulle regioni meridionali a bassa quota o in pianura sulle regioni adriatiche.
 
Grande gelo in Russia il 13 Febbraio con Mosca che capitola sotto i -30 e svariate minime fino a -37 nelle provincie adiacenti. Il gelo allenta gradualmente la presa invece sull’Europa Occidentale, con progressivo aumento termico; situazione pressochè immutata sulle regioni italiane invece, con clima ancora instabile sulle regioni meridionali, con occasionali episodi nevosi anche sulle coste (su Capri durante la mattinata e la nottata), ma col manto nevoso che supera il metro e mezzo in alcuni comuni della Basilicata. Il 14 situazione invariata sulle nostre regioni con gelo fortissimo sulle regioni settentrionali con minime fino a -15-17 in pianura e ancora residua instabilità sulle estreme regioni meridionali. Nel frattempo l’Alta Pressione comincia a spingersi verso Est, ponendo fine all’ondata di gelo sull’Europa Occidentale. In Russia intanto ancora temperature estremamente rigide con punte di -37-39 poco a Nord della capitale.
 
Dal 15 Febbraio in poi il freddo allenta gradualmente la morsa anche sulla nostra penisola, con aumento delle temperature massime dopo oltre due settimane consecutive di gelo. Si chiude il ponte fra Anticiclone termico Siberiano e Alta delle Azzorre e quest’ultima si innalza in maniera abbastanza rapida per regalare un ultima rasoiata Invernale, questa volta di origine Artica, ma solo sulle regioni Balcaniche, fra il 16 e il 18 del mese. La seconda decade del mese chiude anch’essa in forte anomalia negativa, ma meno accentuata rispetto alla prima decade eccezionale, con un anomalia di -4 circa a livello nazionale sulla ’71-’00.
 
La terza decade sembra cominciare similmente alle altre due, con una discesa d’aria fredda Artico-Marittima che si disloca sul Mediterraneo Occidentale, apportando piogge al Centro-Sud e ancora deboli nevicate a quote collinari su Emilia Romagna e Toscana il giorno 21 del mese, tuttavia la depressione, erede della saccatura d’aria Artica, si isola velocemente sulle regioni meridionali, apportando fra l’altro un severo peggioramento del tempo su Sicilia e Calabria Jonica il giorno 22 con locali nubifragi su Messinese e Reggino. Dal 23 in poi e fino agli ultimi giorni del mese, ha inizio una fase decisamente mite su tutta la penisola e sull’Europa Centro-Occidentale con particolarmente incidenza sulle regioni settentrionali Italiane poiché l’Alta Pressione si soffermerà esattamente addossata al comparto Alpino, causando un considerevole evento di fohn soprattutto su Piemonte, Lombardia, Valle D’Aosta e Trentino Alto Adige, con massime che in alcuni casi hanno superato abbondantemente i +20 gradi.
Break invernale velocissimo sulle regioni meridionali e adriatiche fra il 27 e il 28 del mese che riportano le temperature in media e l’ultimo giorno del mese fa segnale massime elevatissime sulle regioni di NordOvest con picchi di +23+25 nel cuneese: e pensare che in queste zone il termometro era sceso fino a -20-22 ad inizio mese, un escursione termica mensile di quasi 50 gradi !!!
 
Terza decade che chiude a circa +3 di anomalia sull’Italia ma con un bilancio finale del mese nettamente negativo su tutto il paese: anomalia di circa -2.7 sulla trentennale ’71-’00 e Febbraio più freddo dal 1965, terzo più freddo dal Dopoguerra. Di recente anche i mesi di Febbraio 2003 e 2005 era risultati parecchio freddi sul nostro paese ma con le regioni Settentrionali interessate più marginalmente.
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Sul lato precipitativo invece, le precipitazioni questo mese sono risultate al di sotto delle medie sulle stesse regioni Settentrionali, soprattutto al NordOvest, con un deficit meno consistente scendendo di latitudine; precipitazioni sopramedia dalla Campania in giù, con un picco, solito, sulla Sicilia e Calabria.
 
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L’Inverno 2011-12 infine termina con un anomalia di circa -0.5 sempre sulla media di riferimento sul territorio nazionale e con anomalie precipitative dislocate sempre allo stesso modo: sottomedia al Nord, con particolare riferimento alle regioni di NordOvest, quindi Valle D’Aosta, Liguria, Piemonte e Lombardia e sopramedia sulle estreme regioni meridionali, su Calabria e Sicilia. Precipitazioni circa in media sulle restanti regioni, senza particolari deficit o surplus.
Autori: 

Giuseppe Figliola

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