27.04.2017 - Didattica
Il concetto di “fronte troposferico” in questo splendido esempio di attualità meteo

La parte spettacolare della meteo, quella che molti non conoscono.

Prendendo spunto da questa boccata di ossigeno concessaci da un mese di aprile, finora trascorso in maniera soporifera, vi proponiamo una interessante riflessione sullo stato del tempo che si profila per gli ultimi giorni del mese. A tale scopo ci aiutiamo con l’immagine allegata, la quale si riferisce alle ore centrali di venerdì 28 aprile. Viene rappresentato il campo di temperatura calcolato dal modello in uso al Consorzio Lamma, sulla superficie corrispondente al campo di altezza geopotenziale di 850hPa, che in questo caso varia dai 1.380 ai 1.500 metri di quota geometrica.

Quanto si evince ci riporta senza troppi giri di parole al concetto di “fronte troposferico”, ossia una porzione di atmosfera entro la quale due masse d’aria dalle caratteristiche termodinamiche differenti vengono a contatto perchè costrette a convergere dalle correnti pilota. L’Azione di risucchio esercitata dal minimo di pressione presente sul nord Italia costringe le due masse d’aria ad avvicinarsi sino allo scontro. Questo processo riduce a poche centinaia di chilometri lo spazio entro il quale le caratteristiche della massa d’aria fredda di origine polare sfumano entro quelle della massa d’aria calda di origine tropicale.

Questa lunga fascia ondulata determinata proprio dall'incastro tra le due masse d’aria prende il nome di settore o zona frontale. L'asse lungo il quale le due masse d’aria rimangono in equilibrio tra loro è detta “linea frontale” e sull’immagine è rappresentata dal tratto ondulato bianco. Lo scontro tra le due masse d’aria crea un accumulo d’aria nei bassi strati, aria che quindi è costretta a sfuggire verso l’alto costruendo nubi e precipitazioni. Nasce così quella che noi chiamiamo perturbazione atmosferica, detta anche transiente oppure, come accennato poc’anzi, fronte.

Vi invito a notare in questo caso l’evidente differenza di temperatura che si determina nel giro di qualche centinaio di chilometri tra il golfo del Leone, dove a 1.450 metri di registrano 0°C e la Sicilia, dove a 1.500 metri si misurano +16°C, 16 gradi di differenza  in 700 chilometri circa., ma possiamo anche osservare i 7-8 gradi di differenza sull’Italia centrale nel giro di qualche decina di chilometri (dove infatti saranno possibili temporali).

Questo, oltre a determinare fenomeni piovosi piuttosto attivi a carico delle zone interessate dalla perturbazione, innesca anche un progressivo rinforzo del vento, il quale seguirà le frecce indicate in colore. A titolo di curiosità concludiamo osservando che sarà l’aria fredda a vincere il braccio di ferro (fronte freddo), respingendo verso levante il nastro di aria mite e questo determinerà un terzo fenomeno che potremo apprezzare concretamente: il deciso calo delle temperature tra venerdì 28 e sabato 29 aprile.

Luca Angelini

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