24.11.2019 - Comitato Tecnico Scientifico
Outlook Dicembre 2019

PREMESSA

L’estate appena trascorsa ha visto l’affermazione di un pattern AO/NAO– dopo un lungo periodo di positività, che durava da circa 3 anni; questi due indici sono molto importanti per la definizione dei pattern dominanti nel nostro emisfero e nel comparto euro-atlantico. Questa configurazione ha certamente influito sulla tenuta dei ghiacci artici, che difatti hanno patito un forte deficit tra la fine dell’estate e la prima metà dell’autunno.

A causa del forte ammanco di ghiaccio nell’area polare, anche quest’anno il vortice polare troposferico (VPT) ha subito un grave ritardo nel proprio sviluppo; questo ritardo ha avuto inevitabili ripercussioni sullo sviluppo del vortice polare stratosferico che, a causa dei deboli flussi verticali di calore proveniente dal basso, è andato incontro ad un repentino quanto indisturbato raffreddamento.

Il VPS oggi si presenta più freddo e compatto della norma. Gli stessi nuclei di vorticità potenziali (EPV) appaiono molto coesi ed estesi in tutta la superficie del vortice a partire dai piani alti fino ai piani medi (da 1 a 50/70 hPa), mentre continuano ad essere più rarefatti ai limiti della tropopausa.

In troposfera il mese di Novembre ha presentato caratteristiche di particolare dinamicità nel comparto europeo; il mese è stato infatti caratterizzato da un’azione insistente da parte delle correnti nord-atlantiche e dalla presenza di un fronte polare piuttosto basso per il periodo, con le conseguenze che abbiamo sperimentato (e stiamo ahimé tuttora sperimentando).

ANALISI DELLE COMPONENTI TELECONNETTIVE

STRATOSFERA

Come anticipato in premessa il VPS appare più freddo e compatto rispetto alla media climatologica, ed alle alte e medie quote è contraddistinto da EPV molto coese ed estese. A breve subirà inoltre un intenso forcing dinamico a carico di una sola onda prevalente (Minor Warming, senza escludere l’eventualità di un Canadian Warming), che imporrà un’ulteriore contrazione della massa ed una rapida dislocazione sui meridiani euroasiatici, con il suo core centrato al di fuori del polo geografico.

Come conseguenza assisteremo ad una diminuzione delle velocità zonali sul polo e un consistente calo del North Annular Mode (NAM), dal momento che questo indice tiene in considerazione la proiezione ortogonale dell’Arctic Oscillation oltre alla profondità del VPS.

La compressione di massa esercitata su nuclei di vorticità così strutturati andrà a trasmettere moto zonale verso i piani isentropici più bassi, con probabili riflessi in troposfera a cavallo tra la fine del mese di novembre e l’inizio del mese di dicembre; in questa fase si dovrebbe assistere ad un rinforzo del VPT, in grado di imporre un reset alla circolazione che ha contraddistinto gran parte del mese di novembre.

Di difficile previsione il comportamento del VPS nella fase successiva, è ipotizzabile un proseguimento del disturbo in prevalenza a carico della prima onda, con un VPS che troverebbe equilibrio al di fuori del polo geografico. In questo caso potremmo assistere ad un indebolimento delle EPV a causa del minor contributo dovuto al raffreddamento radiativo, con cessazione del trasferimento di moto verso la troposfera, ma con un contestuale rinforzo delle velocità zonali alle quote più alte (1-5 hPa) qualora si configurasse un Canadian Warming.

Non possiamo del tutto escludere le due opzioni estreme, seppure al momento appaiano di difficile realizzazione. Le due opzioni vedrebbero in alternativa un riaccentramento del VPS sul polo geografico, con probabile superamento della soglia NAM ed Extreme Stratospheric Event (ESE) cold, oppure una attivazione della seconda onda con possibile Major Midwinter Warming (MMW) di tipo split ed ESE warm. Ribadiamo tuttavia che al momento queste due ipotesi hanno secondo noi una probabilità di realizzazione molto bassa, quantomeno nel mese di dicembre.

Aggiungiamo inoltre che la combinazione tra fase occidentale della QBO (seppure in inversione di segno a partire dalle quote più alte) e minimo solare non depongono a favore dell’insorgenza di riscaldamenti stratosferici maggiori durante la prossima stagione invernale.

TROPOSFERA

Gli impulsi in discesa dalla stratosfera porteranno alla formazione di un dipolo artico (AD) abbastanza marcato a partire da fine novembre. Con una tale disposizione è certamente più probabile assistere alla formazione di onde di Rossby sul settore Pacifico-Nord America rispetto al nostro comparto Atlantico-Europeo.

A differenza degli anni passati, sembra proseguire un trend di fondo poco incline alla positività del segno della NAO, anche se il tripolo nord-Atlantico, negativo nella prima meta dell’autunno, nelle ultime settimane risulta sicuramente meno chiaro ed impostato. Rimanendo in ambito SSTA, è sicuramente da tenere in considerazione il redivivo “warm blob” sul Nord Pacifico, visto in lieve spostamento verso est negli ultimi giorni. Nella visione d’insieme del Nord emisfero è quindi ancora presente il dipolo NAD (nord Pacifico/Atlantico), anche se sono evidenti alcune differenze che potrebbero influire sull’incidenza di questo dipolo proprio sul segnale NAO.

Rimaniamo su valori molto alti di IOD, anche se l’influenza di questo indice è più apprezzabile nel semestre caldo e meno in quello freddo, mentre è completamente abortito il tentativo di nascita della NINA con SOI in forte calo e SSTA in area ENSO che rimangono orientate verso le debole positività.

PROIEZIONE MESE DI DICEMBRE

Come riportato in premessa, il mese di dicembre dovrebbe risentire del trasferimento dei minimi di geopotenziale del VPT nel settore euro-asiatico (AD-) a causa del forcing imposto dalla compressione di massa del VPS. Questa fase di transizione e di “azzeramento” delle condizioni sinottiche dominanti fino ad oggi può essere collocata nella prima settimana/decade del mese di dicembre; il marcato calo della pressione in quota attiverà profonde ondulazioni nel getto polare, con probabili discese di aria fredda di origine artica verso l’Europa centrale.

Il target di queste incursioni fredde non è chiaramente definibile a priori, ma non possiamo ad oggi escludere un parziale interessamento della nostra penisola dal momento che il segno della NAO dovrebbe mantenersi attorno alla neutralità, impedendo una forte spinta verso est al getto in discesa sul continente. Riteniamo comunque che il progressivo incremento del gradiente orizzontale e il concomitante approfondimento del VPT tenderanno a marginalizzare gradualmente le irruzioni fredde, che non dovrebbero scendere oltre la Mitteleuropa.

Una modifica del pattern è attesa nella seconda decade del mese, con una redistribuzione dei minimi di geopotenziale sul comparto euro-atlantico; le vorticità appaiono minoritarie nel settore canadese. In questa fase la corrente a getto polare dovrebbe risultare più bassa e ondulata nel settore atlantico fino alle porte dell’Europa, con direttrice mediamente occidentale (o temporaneamente anche sud-occidentale) e quindi prevalentemente zonale; il getto sarà invece più teso invece sull’Europa settentrionale e nelle regioni subartiche euroasiatiche, a causa della permanenza in loco del nucleo principale del vortice polare. In questa fase il segno della NAO potrebbe portarsi temporaneamente su valori positivi.

L’ultima settimana del mese di dicembre dovrebbe infine vedere un progressivo e generale allentamento della tensione zonale nel comparto europeo, con la formazione di onde troposferiche di media ampiezza in grado di favorire un’alternanza tra masse d’aria mite da ovest e aria progressivamente più fredda, che potrebbero verso la fine del mese interagire tra loro.

PROSPETTIVE

Alla luce di quanto sopra esposto, ci potremmo aspettare tre differenti configurazioni sinottiche nel corso del mese, che tenderanno ora a prevalere, ora ad interagire tra loro.

Una prima fase è connotata dalla discesa di aria più fredda e secca di origine artica, che andando tuttavia ad interagire con l’aria umida preesistente potrebbe inizialmente portare a qualche precipitazione, seppure in maniera più isolata e meno continuativa rispetto a quanto avvenuto nel mese di novembre; il quadro termico non dovrebbe discostarsi eccessivamente dalle medie del periodo. Progressivamente assisteremo all’ingresso di aria più asciutta con una componente maggiormente settentrionale, che dovrebbe marginalizzare le precipitazioni sui versanti nord-alpini e adriatici centro-meridionali, permettendo un progressivo incremento dei valori barici al suolo soprattutto delle regioni settentrionali e tirreniche.

Figura 1 – Anomalie di geopotenziale a 500 hPa previste per la prima parte di dicembre (rielaborazione dal sito ESRL-NOAA)

La seconda fase dovrebbe invece essere caratterizzata dalla presenza di una corrente a getto che dalle medie latitudini dell’Atlantico potrebbe avvicinarsi al continente europeo, apportando condizioni di generale variabilità soprattutto al nord Italia in un contesto molto mite per il periodo. Ci saranno occasioni solo per brevi precipitazioni, in un contesto comunque di nuvolosità diffusa specie sulle regioni settentrionali, mentre il tempo sarà migliore sulle altre regioni; le temperature saranno ovunque al di sopra delle medie del periodo.

Figura 2 – Anomalie di geopotenziale a 500 hPa previste per la seconda parte di dicembre (rielaborazione dal sito ESRL-NOAA)

Nella terza ed ultima fase le correnti occidentali miti, in seno a maggiori ondulazioni della corrente a getto nel continente europeo tenderanno ad alternarsi con aria più fredda in grado di interagire con le prime, consentendo il ritorno a condizioni climatiche più in linea con il periodo. In questo contesto ci aspettiamo un tipo di tempo più favorevole a precipitazioni, soprattutto al nord e al centro ove il calo termico potrebbe consentire episodi nevosi anche a quote basse. Generalmente più mite e variabile al sud Italia.

Figura 3 – Anomalie di geopotenziale a 500 hPa previste per la parte finale di dicembre (rielaborazione dal sito ESRL-NOAA)

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