29.11.2025 - Didattica
Le Correnti a Getto: Dinamiche Atmosferiche e Impatto Climatico sull’Europa Occidentale e il Mediterraneo

Le correnti a getto, o jet stream, rappresentano uno dei fenomeni più affascinanti e influenti della dinamica atmosferica terrestre. Si tratta di stretti e intensi fiumi di vento che scorrono ad alta quota nella troposfera e nella stratosfera inferiore, con velocità che possono superare i 300 km/h. La loro scoperta, avvenuta in modo significativo durante la Seconda Guerra Mondiale grazie ai voli ad alta quota, ha rivoluzionato la comprensione dei modelli meteorologici globali. Queste correnti non sono solo un elemento distintivo della circolazione atmosferica, ma giocano un ruolo cruciale nella genesi e nella modulazione delle condizioni meteorologiche su vaste aree del pianeta, con ripercussioni particolarmente significative sull’Europa occidentale e sul bacino del Mediterraneo. L’analisi delle loro caratteristiche, delle forze che le generano e del loro impatto è fondamentale per una previsione meteorologica accurata e per comprendere le tendenze climatiche regionali.

  1. Cosa Sono le Correnti a Getto: Definizione e Caratteristiche

Le correnti a getto sono sistemi di vento prevalentemente zonali (ovest-est) caratterizzati da un forte gradiente di velocità, concentrati in bande relativamente strette, tipicamente di alcune centinaia di chilometri di larghezza e pochi chilometri di spessore verticale. Si trovano generalmente tra i 7 e i 16 chilometri di altitudine. Esistono due tipi principali di correnti a getto a scala sinottica nell’emisfero settentrionale (e due nell’emisfero meridionale):

  1. Corrente a Getto Polare (Polar Front Jet Stream – PFJ): Questa è la più rilevante per le medie latitudini. Si trova tipicamente tra i 7 e i 12 km di altezza, sopra il fronte polare, la zona di contatto tra l’aria fredda polare e l’aria calda temperata. La sua posizione e intensità variano notevolmente con le stagioni.
  2. Corrente a Getto Subtropicale (Subtropical Jet Stream – STJ): Situata a latitudini più basse (circa 30° N), ad altitudini maggiori (10-16 km), si forma al limite settentrionale della cella di Hadley, dove l’aria calda tropicale scende dopo essere salita all’equatore.

Entrambe le correnti sono caratterizzate da un andamento ondulatorio, noto come onde di Rossby. Queste onde sono fondamentali perché modulano il trasferimento di calore e umidità tra le diverse latitudini e sono direttamente collegate alla formazione e alla traiettoria delle perturbazioni atmosferiche a scala sinottica, come cicloni e anticicloni. I “lobi” o le anse di queste onde possono estendersi migliaia di chilometri, influenzando il tempo atmosferico per settimane.

 

Le onde di Rossby in una rappresentazione che mostra il jet stream polare e quello tropicale. Notare la direzione dei venti da Ovest verso Est causata dall’effetto Coriolis.
  1. Le Cause delle Correnti a Getto: Un Equilibrio di Forze

La formazione e il mantenimento delle correnti a getto sono il risultato di complesse interazioni fisico-dinamiche nell’atmosfera, guidate principalmente da due fattori: la rotazione terrestre e il riscaldamento differenziale tra l’equatore e i poli.

  1. Riscaldamento Differenziale e Gradiente di Temperatura: La Terra riceve una maggiore insolazione ai tropici rispetto alle regioni polari. Questo crea un significativo gradiente di temperatura orizzontale, con aria molto più calda all’equatore e molto più fredda ai poli. L’aria calda tende a salire e dirigersi verso i poli, mentre l’aria fredda polare tende a scendere e muoversi verso l’equatore. Questa differenza di temperatura guida un’accelerazione dei venti.
  2. Forza di Coriolis: La rotazione terrestre introduce la forza di Coriolis, che devia i corpi in movimento (compresa l’aria) verso destra nell’emisfero settentrionale e verso sinistra in quello meridionale. Mentre l’aria cerca di muoversi dalle zone di alta pressione (più fredde) a quelle di bassa pressione (più calde) e viceversa, la forza di Coriolis la devia progressivamente verso est. A una certa altezza, si raggiunge un equilibrio geostrofico tra la forza del gradiente di pressione e la forza di Coriolis, risultando in un flusso zonale intenso: la corrente a getto.

La corrente a getto polare, in particolare, è strettamente associata al fronte polare, una zona di transizione dove le masse d’aria polare e temperata si incontrano. Il forte gradiente di temperatura su questo fronte alimenta la forza del getto. La sua posizione e intensità riflettono direttamente l’entità del contrasto termico tra queste masse d’aria.

III. Impatto sulla Meteorologia dell’Europa Occidentale e del Mediterraneo

Le correnti a getto esercitano un’influenza profonda e multiforme sulla meteorologia dell’Europa occidentale e del bacino del Mediterraneo, agendo come principali “registi” del tempo atmosferico a queste latitudini.

III.I. Traiettorie delle Perturbazioni e Ciclogenesi

La corrente a getto polare è il principale motore della formazione e della traiettoria delle perturbazioni cicloniche (basse pressioni) e anticicloniche (alte pressioni) che influenzano l’Europa. Le onde di Rossby all’interno del getto creano aree di convergenza e divergenza in quota, che a loro volta favoriscono la genesi e l’approfondimento dei cicloni e degli anticicloni al suolo.

  • Europa Occidentale: Quando la corrente a getto si posiziona sull’Europa occidentale, spesso con una configurazione “zonale” (più piatta e dritta da ovest a est), favorisce l’arrivo di perturbazioni atlantiche, portando tempo instabile, piogge e venti forti, tipici del clima oceanico temperato. La sua esatta traiettoria determina quali regioni riceveranno le precipitazioni più intense e quali saranno riparate.
  • Mediterraneo: La sua influenza sul Mediterraneo è altrettanto critica. Le correnti a getto possono fungere da “binari” per le perturbazioni che dall’Atlantico si dirigono verso il bacino. Quando il getto assume una configurazione “meridiana” (con ampie anse nord-sud), può innescare ondate di freddo dalla Scandinavia verso il Centro Europa o richiamare masse d’aria calda sahariana verso il Mediterraneo meridionale, influenzando significativamente le temperature. I minimi di pressione che si formano sotto il getto possono evolvere in cicloni mediterranei, talvolta con caratteristiche tropicali o sub-tropicali (i cosiddetti “Medicane”), responsabili di eventi meteorologici estremi come piogge alluvionali e tempeste.

III.II. Variazioni di Temperatura e Blocco Atmosferico

La posizione e l’ampiezza delle onde del getto influenzano direttamente le temperature regionali.

  • Un’ampia ansa verso nord (ridge) sul Mediterraneo può portare a periodi di caldo persistente, con rimonte anticicloniche africane che spingono l’aria calda e secca del Sahara verso l’Europa meridionale, causando ondate di calore e siccità.
  • Al contrario, un’ampia ansa verso sud (trough) può consentire a masse d’aria fredda polare o artica di scendere verso latitudini più basse, provocando abbassamenti drastici delle temperature, gelate e nevicate anche a quote basse, eventi non rari durante l’inverno.

Fenomeni di blocco atmosferico sono strettamente legati alle correnti a getto. Questi si verificano quando le onde di Rossby diventano molto ampie e quasi stazionarie, “bloccando” il flusso zonale e impedendo alle perturbazioni di muoversi. Ciò può portare a lunghi periodi di tempo anomalo: settimane di siccità e caldo persistente sotto un anticiclone di blocco o periodi prolungati di piogge e freddo sotto una depressione di blocco. Tali situazioni sono particolarmente dannose per l’agricoltura e le risorse idriche.

III.III. Impatto sulle Precipitazioni e Siccità

L’alternanza tra configurazioni zonali e meridiane del getto ha un impatto diretto sulla distribuzione delle precipitazioni. Un getto zonale sull’Europa porta piogge diffuse e regolari dall’Atlantico, essenziali per il rifornimento idrico. Un getto meridiano, al contrario, può deviare le perturbazioni, causando siccità prolungate in alcune aree e piogge eccessive in altre. Nel Mediterraneo, ad esempio, periodi di getto più settentrionale possono portare a una diminuzione delle precipitazioni invernali, cruciali per la regione. Al contrario, il passaggio di un trough (onda di bassa pressione) sotto la corrente a getto può generare intense linee temporalesche, specialmente in autunno, quando il contrasto tra l’aria fredda in quota e la superficie del mare ancora calda alimenta fenomeni convettivi violenti.

  1. Cambiamenti Climatici e le Correnti a Getto

La ricerca scientifica sta indagando attivamente come i cambiamenti climatici, in particolare il riscaldamento globale, stiano influenzando la dinamica delle correnti a getto. Si ipotizza che il rapido riscaldamento dell’Artico (“amplificazione artica”), riducendo il gradiente di temperatura tra l’Artico e le medie latitudini, possa indebolire la corrente a getto polare e renderla più “ondeggiante” e meno zonale.

Un getto più debole e con maggiori meandri (onde di Rossby più ampie e persistenti) potrebbe aumentare la frequenza e la persistenza di fenomeni di blocco, portando a eventi meteorologici estremi più lunghi e intensi, come ondate di calore, siccità e piogge torrenziali prolungate. Questo scenario avrebbe gravi implicazioni per l’Europa occidentale e il Mediterraneo, intensificando fenomeni già osservati e mettendo a dura prova le infrastrutture, l’agricoltura e gli ecosistemi.

Conclusione

Le correnti a getto sono pilastri della circolazione atmosferica globale, la cui comprensione è imprescindibile per l’analisi meteorologica e climatologica. La loro dinamica, guidata da complesse interazioni tra il riscaldamento differenziale e la rotazione terrestre, modella in modo determinante il tempo atmosferico sull’Europa occidentale e sul bacino del Mediterraneo. Dalla traiettoria delle perturbazioni alla genesi di ondate di caldo o di freddo, passando per i fenomeni di blocco atmosferico e le variazioni nelle precipitazioni, l’influenza del jet stream è onnipresente. Di fronte ai cambiamenti climatici, lo studio di come queste correnti possano alterarsi diventa cruciale per anticipare e mitigare gli impatti futuri sulle nostre regioni. L’accuratezza delle previsioni e la resilienza delle nostre società dipenderanno sempre più dalla nostra capacità di decifrare i complessi messaggi inviati da questi “fiumi” di vento ad alta quota.

Autore: Roberto Pinna

 

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