07.07.2015 - Cronaca Meteo
Aria artica nel cuore dell'estate, il caso del luglio 2000

Aria artica sull'Italia nel bel mezzo dell'estate? Sono eventi che, per quanto non del tutto infrequenti, si contano sulle dita di una mano. Anche risalendo alla letteratura di riferimento dei piovosissimi anni '70, contenuta negli archivi impolverati, si nota che una tale circostanza rientra senz'altro nel campo di una anomalia dovuta ad un blocco della circolazione generale dell'atmosfera.

Ma in quella prima estate del nuovo millennio, il mese di luglio risultò complessivamente fresco e piovoso. Intorno al 9 del mese una profonda e vasta saccatura colma di aria artico-marittima si protese dritta dritta verso l'Italia ondulando alternativamente come un pendolo con il suo asse principale, prima ad ovest e poi ad est dell'arco alpino. L'aria fredda irruppe principalmente in quota e ciò fu la causa scatenante di numerosi episodi temporaleschi anche intensi, soprattutto al nord.

Il rovesciamento progressivo dell'aria fredda dalle alte quote fece scendere la temperatura fino a valori di tutto rispetto per la stagione. A Milano il giorno 12 luglio (vedi mappa sinottica in figura) si raggiunse una temperatura minima di soli 11°C e a Torino di 9°C, mentre a Firenze spiccava una massima di soli 17°C. Dopo il transito del fronte freddo principale la struttura depressionaria, sempre alimentata a monte da aria molto fredda in altitudine, insistette sull'Europa centrale per una intera settimana abbracciando anche buona parte del nostro Paese ad esclusione delle estreme regioni meridionali.

Nell'aria fredda che seguitava ad avvitarsi sotto un sole che faceva letteralmente il solletico, si sviluppavano nelle ore pomeridiane celle temporalesche che scaricavano ulteriori grandi quantità d'acqua sulle regioni settentrionali e su parte dell'Appennino tosco-emiliano. In quell'occasione i temporali sulle Alpi si rivelarono nevosi fin verso i 1.800 metri di quota, imbiancando in modo innaturale la vegetazione d'alpeggio già in fioritura avanzata.

In alta val Masino (provincia di Sondrio) alla quota di 2.500 metri i centimetri di neve fresca accumulati furono ben 85! La situazione si sbloccò molto lentamente tanto che la rotazione delle correnti dai quadranti settentrionali determinò l'arrivo di un foehn freddo sul versante sud-alpino e sulla pianura Padana. L'aria per contro rimase limpida e cristallina per oltre una settimana permettendo il piacere (decisamente inusuale in piena estate) di poter gustare il fresco profumo dei boschi alpini perfino nel pieno centro di Milano.

Luca Angelini

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