08.10.2015 - Cronaca Meteo
Oceani e CO2, la singolare situazione dell'Antartide

Gli oceani si comportano come giganteschi polmoni, in grado di assorbire dall’atmosfera grandi quantità di anidride carbonica, il più incisivo tra i gas serra. Tra questi, particolare attenzione è rivolta all'Oceano Antartico, cintura di mare che circonda il continente di ghiaccio. Si è calcolato che le sue acque assorbono da sole il 40 per cento delle emissioni di CO2 in eccedenza, ossia quelle dovute al consumo di combustibili fossili.

Nei primi anni 2.000, tuttavia, gli studiosi scoprirono che di lì a breve questo “pozzo di carbonio” avrebbe potuto saturarsi. Fino ad allora si riteneva che esistesse una relazione tra la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera e la capacità di assorbimento degli oceani, ma sul campo la relazione non ha restituito risultati del tutto univoci. La buona notizia, in tale ambito, è che l’Oceano Antartico ha ricominciato ad assorbire anidride carbonica a tassi elevati dopo una pausa che durava dai tardi anni ottanta, scongiurando il pericolo che fosse arrivato alla saturazione. Lo afferma un importante studio pubblicato sulla rivista scientifica  “Science” da Peter Landschützer del Politecnico di Zurigo nell’ambito di una collaborazione internazionale.

Lo studio ha dimostrato che la capacità di assorbimento dell’Oceano Antartico può variare notevolmente. Ma qual è l’origine di questa variabilità? Secondo i ricercatori, è da imputare al cambiamento degli schemi meteorologici. I rapidi cambiamenti climatici in atto, hanno alterato gli schemi della pressione atmosferica e con essi gli schemi dei venti. Negli anni novanta, ad esempio, i venti sull’Oceano Antartico erano mediamente più intensi rispetto ad oggi, e hanno determinato un attivo processo di rimescolamento degli strati dell’oceano, che permettevano alle masse d’acqua profonde di risalire verso la superficie con maggiore facilità.

Poiché questi strati profondi contengono una concentrazione più elevata di anidride carbonica disciolta, il rimescolamento ha portato a una maggiore cessione di anidride carbonica in atmosfera, e una minore capacità di assorbimento. Dall’inizio degli anni 2.000 invece, l’emersione di acque degli strati profondi è diminuita, eccetto che nel settore del Pacifico, causando così una ripresa di assorbimento da parte del “pozzo”. 

Ipotesi per il futuro? I ricercatori non si sbilanciano. Saranno necessari ulteriori studi , con misurazioni delle concentrazioni di anidride carbonica a griglia più fine, che permettano un miglior dettaglio, onde individuare l’andamento di tutti i parametri fisici e biochimici coinvolti, sia nell’Oceano Antartico, sia nello strato atmosferico che lo sovrasta.

Luca Angelini

Associazione MeteoNetwork OdV
Via Cascina Bianca 9/5
20142 Milano
Codice Fiscale 03968320964