01.08.2013 - Piemonte
La supercella del 29 luglio 2013 tra vercellese e pavese: cronaca di una lunga e interessante giornata di stormchasing!

Dopo il caldo intenso che si è avuto durante l’ultima decade di luglio, nella giornata di lunedì 29 luglio 2013 è arrivato un cambio di circolazione atmosferica che ha rimescolato un po’ le masse d’aria, favorendo l’ingresso di aria più fresca sull’Italia.
Cambio d’aria avvenuto grazie ad una saccatura che dall’Europa occidentale è andata muovendosi lentamente verso Est/Nord-Est, interessando con la coda anche il Nord Italia. A causa del gran caldo umido, in Val Padana si era andato costruendo un enorme serbatoio di energia per i temporali che andava solamente innescato.
Ed ecco che lunedì 29/07/2013, con l’ingresso del fronte freddo in Pianura Padana, si è innescata la miccia per far “esplodere” i temporali. L’aria più fresca che via via affluiva nel catino padano scalzava di netto l’aria molto calda ed umida che vi stagnava (infatti una massa d’aria fredda è più pesante di una più calda), generando così marcate condizioni di instabilità atmosferica. Vi erano insomma tutti i presupposti per temporali organizzati e di forte intensità.

Prima di raccontare l’esperienza di caccia, ci tengo a precisare alcune cose che riguardano i fenomeni temporaleschi che si sono verificati nella mattinata di Lunedì: ribadisco e ribadiamo che non vi è stata alcuna tromba d’aria a Torino; è stato un episodio di forti raffiche di vento lineari causate dai rovesci di pioggia (downburst). Può capitare infatti che rovesci di pioggia particolarmente forti, generati da intensi moti discendenti prodotti dal cumulonembo temporalesco, possano causare raffiche di vento anche superiori ai 100 km/h, che spesso vengono scambiate appunto per trombe d’aria. Infatti, quasi alla stessa ora, la stazione ARPA di Torino Reiss Romoli e quella di Torino Alenia hanno registrato raffiche massime di vento rispettivamente di 113,8 km/h e 102,2 km/h. Mi pare strano che due stazioni distanti alcuni chilometri tra loro possano registrate raffiche di vento così forti quasi contemporaneamente a causa di una tromba d’aria dell’entità della foto, ingannevole e falsa, che gira su internet e nei social network. Inoltre su internet vi sono alcuni articoli e discussioni datati/e anche alcuni anni fa, che usano la stessa immagine di tromba d’aria (a nostro avviso è più una tromba marina comunque vista la forma) che è stata utilizzata per il falso evento di Torino. Questo fenomeno (forte downburst) è accaduto tra le 8:30 e le 10:00 del mattino anche in alcune zone dell’alessandrino, del vercellese e del novarese interessate dalla medesima linea temporalesca, che in quelle ore stava attraversando quasi tutta la nostra regione, abbattendo alberi e scoperchiando qualche tetto anche in queste zone.

Segnalo invece che nel pomeriggio tra le 15:00 e le 15:30 si è avuto una grossa “funnel cloud” (nube ad imbuto non condensata fino al suolo) nel Monferrato che potrebbe aver toccato suolo, ma non so/sappiamo dirlo con certezza.

In base ai modelli matematici ad alta risoluzione, io e gli altri amici cacciatori decidiamo di trovarci al mattino abbastanza presto qualche chilometro prima di Vercelli. Alle 7:30 del mattino di lunedì 29 luglio 2013 salgo quindi in auto per raggiungere Vercelli Ovest, dove insieme ad Alessandro Piazza abbiamo deciso di aspettare l’arrivo dei temporali sulla pianura piemontese. Alle 8:30 arrivo al target stabilito dove ci incontriamo per preparare la giornata, ma nel mentre sulle Alpi Occidentali e pedemontane adiacenti stava organizzandosi una linea temporalesca che abbracciava tutta la regione da Nord a Sud (dal cuneese al biellese) che avanzava verso l’alessandrino, il torinese (è il nucleo che ha arrecato danni e disagi a Torino città), parte dell’astigiano e verso l’autostrada Torino-Milano A4 per quello che riguarda la porzione settentrionale della nostra regione.

Decidiamo di muoverci proprio in direzione dell’autostrada Torino-Milano all’altezza di Greggio (VC), dove ci incontriamo con altri amici di caccia tra i quali William Demasi e Valentina Abinanti. Da questa posizione constatiamo che la linea temporalesca mentre si avvicinava si stava spezzando in più punti e nel contempo indebolendosi parzialmente (pur mantenendo al suo interno nuclei ancora intensi), ed era circondata da molte precipitazioni deboli/moderate per svariati chilometri davanti ai rovesci più forti, risultando così davvero poco fotogenica. Decidiamo dunque di accompagnare la linea verso Est lungo la A4, in quanto vi erano due possibilità potenzialmente interessanti: che si organizzasse ed isolasse improvvisamente uno dei nuclei principali della linea, oppure che potessero nascere una o più celle più isolate appena a Sud oppure ad Est della linea stessa.

Nel muoverci verso Milano incrociamo alcuni intensi rovesci temporaleschi associati a forti raffiche di vento (all’altezza del Ticino circa), che mi hanno impegnato abbastanza alla guida (le raffiche di vento erano abbastanza intense da costringermi a frequenti importanti correzioni di guida al volante). In quei tratti abbiamo visto diversi alberi abbattuti/coricati lungo la careggiata autostradale fino a bloccare due corsie sulle tre disponibili.

Foto 1 – Alberi a terra lungo la A4 Torino-Milano

Vorrei farvi notare e farvi percepire alcune delle sensazioni che proviamo in certi momenti e fasi concitate, per cercare di farvi capire il più possibile quanto sia dificile prendere decisioni nell’intensità di quei minuti per ottenere il migliore risultato di caccia possibile. Avendo una linea temporalesca che si muove velocemente (anche oltre i 70 km/h, quindi talvolta può essere difficile seguirla anche in autostrada) e che provoca intensi rovesci di pioggia accompagnati da potenti raffiche di vento, per poter capire e leggere in anticipo le mosse da fare per tenere una buona posizione rispetto al temporale occorre sempre avere una buona lucidità e mantenere buono il livello di attenzione, cercando di mantenere sempre un buon ritmo di spostamento (se non ti muovi abbastanza velocemente il temporale ti sorpassa, ed una volta che si è dietro, in questi casi, è difficile rimediare e riportarsi davanti). Come se non bastasse si deve anche pensare agli eventuali imprevisti, come per esempio alberi abbattuti dal vento che potrebbero ostacolare completamente la carreggiata autostradale, oppure forti rovesci con grandine lungo la strada che possano far rallentare di molto la marcia (in quanto spesso la gente si ferma completamente nelle corsie autostradali, costituendo un rischio). Insomma, potete bene immaginare che non è facile tenere d’occhio costantemente la posizione del temporale e la sua traiettoria, in modo tale da riuscire a calcolare quello che potrebbe essere il miglior percorso possibile da fare in auto, perciò possono esserci davvero momenti abbastanza delicati. Fortuna che in questo caso il gioco di squadra aiuta, anzi è fondamentale: ognuno ha il proprio ruolo, e questa gestione spesso premia.

Tornando alla nostra caccia, con difficoltà comunque raggiungiamo Milano, ma nel mentre la linea temporalesca si era notevolmente ridotta di dimensioni ed intensità e si era portata completamente a ridosso delle zone montuose della Lombardia nord-occidentale senza che nuove celle temporalesche nascessero in zone più interessanti; io ed Alessandro Piazza decidiamo così di riportarci ad Ovest di Milano fuori dal traffico cittadino. Tra le 10:30 e le 12:30 le uniche celle temporalesche rimaste potenzialmente interessanti erano sulla parte orientale dell’Appennino alessandrino, e con molta difficoltà cercavano di portarsi in pianura puntando le zone comprese tra alessandrino orientale e pavese. Decidiamo quindi di portarci a Sud con l’autostrada A7 Milano-Genova, ma purtroppo quei temporali moriranno poco tempo dopo. All’altezza di Tortona, approfittando di un momento ci completa pausa, decidiamo di fare pranzo: ma come sempre accade quando abbassi la guardia, capita che all’improvviso partono i temporali più interessanti. Questo pasto, fortunatamente per noi, non smentisce le statistiche. Così ci ingozziamo letteralmente il pranzo per rimetterci in macchina il prima possibile per muoversi verso i nuovi temporali. Questo è invece uno dei classici episodi un po’ buffi che capitano durante le nostre avventure.

Risaliti in auto percorriamo l’autostrada A26 verso Nord per raggiungere i temporali nati sull’alto Piemonte, ma una volta giunti fino a Vicolungo il radar ahimé ci mostra che i temporali ormai si sono nuovamente portati a ridosso dell’arco alpino tra Piemonte e Lombardia, in zone impossibili da raggiungere. Con Alessandro decidiamo quindi di spostarci lungo la A4 all’altezza di Novara, in quanto notiamo nuovi cumuli congesti crescere lungo l’arco alpino nord-occidentale formando una linea che pian piano tende ad allungarsi verso la pianura vercellese, nella speranza di raccogliere qualche buon scatto fotografico che, nonostante le mille rincorse e chilometri macinati, mancava ancora all’appello.

Ma la pazienza a volte viene ben ripagata. Proprio ad un certo punto, a Sud della coda di quella linea di cumuli che ormai iniziavano ghiacciare e quindi produrre dei rovesci temporaleschi, vediamo nascere un nuovo cumulo congesto piuttosto imponente la cui collocazione risulterà poi essere esattamente su Vercelli città. Uditi i primi tuoni provenienti dalla cella in formazione su Vercelli, decidiamo di spostarci verso Sud-Est per poter osservare al meglio la base del temporale.

Foto 2 – Supercella in formazione sopra Vercelli città. Foto scattata intorno alle ore 14:30

Appena raggiunta una posizione più adeguata, davanti a noi compare un bellissimo mesociclone che andava strutturandosi ed organizzandosi di minuto in minuto. La supercella iniziava a produrre fulminazioni positive nube-suolo piuttosto frequenti, segno che stava rapidamente prendendo energia. In quei momenti concitati alcuni spettacolari fulmini positivi cadono anche piuttosto vicini, producendo degli incredibili boati simili a delle cannonate. Quei boati e la splendida struttura davanti ai nostri occhi scandivano tutta la potenza che la natura aveva messo in gioco in quel magico fenomeno atmosferico: erano circa le ore 15:00.

Foto 3, Foto 4 – Ecco il mesociclone della supercella che via via prende forma. Foto scattate intorno le ore 15:00

La supercella si muoveva abbastanza velocemente verso Est e nei minuti successivi iniziamo continui spostamenti verso Est associati a brevi e veloci fermate per fare delle foto, il tutto fino alle porte di Pavia dove è degenerata in un normale temporale.

Foto 5 – Wall cloud con tail cloud. Foto scattata alle ore 15:20 circa

Abbiamo potuto osservare quindi l’intero ciclo di vita della supercella, dalla nascita ai vari stadi di forma del mesociclone, all’occlusione del meso con la formazione della shelf cloud prodotta dall’RFD fino al momento in cui è involuta in cella normale, linearizzandosi insieme ad altre celle che vi erano più a Sud.

Foto 6, Foto 7 – Wall cloud e clear slot della supercella. Foto scattate alle 15:25 circa

Foto 8 – Il mesociclone ormai si sta definitivamente occludendo, i rovesci di pioggia dell’RFD con la sua shelf cloud stavano avanzando. Foto scattata alle 15:28 circa

Purtroppo come spesso accade alle supercelle nelle nostre pianure, dopo un ciclo di vita che si conclude con l’occlusione della supercella la struttura non riesce più a rigenerarsi per formare un nuovo mesociclone, diventando in seguito una normale cella prima di collassare definitivamente. Decidiamo quindi di portarci verso Nord utilizzando ancora l’autostrada A7 per cercare di intercettare alcuni temporali ancora potenzialmente interessanti presenti sull’alta Lombardia, ma una volta giunti alle porte di Milano al radar notiamo che le celle migliori ormai sono tutte ad Est della città (compresa la supercella che poi una mezz’ora dopo circa produrrà il tornado nel bergamasco). A causa del grande traffico dell’area milanese e per la presenza di numerosi rovesci temporaleschi lungo la A4 (da Milano verso Est) che avrebbero reso eventuali inseguimenti ancora più difficili, decidiamo quindi di tornare verso Vercelli per concludere la giornata di stormchasing (caccia ai temporali).

Tornando verso Vercelli vediamo nascere un nuovo temporale, ancora una volta proprio sulla verticale di Vercelli, ma ormai il fronte è passato e non vi sono più le condizioni necessarie per la formazione di supercelle: infatti il temporale da poco nato sin da subito risulta essere una normale cella ad asse verticale, ed a conferma di ciò è iniziato velocemente a pioverci sotto la base. Infatti il nuovo temporale su Vercelli non ha avuto una lunga vita e ben presto è collassato. Alle 18:20 circa arriviamo al parcheggio di Vercelli Ovest, da dove io ed Alessandro Piazza siamo partiti. La bella ma lunga giornata di caccia si è definitivamente conclusa.

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