25.08.2014 - Veneto
23 agosto 2014: temporali supercellulari e trombe d'aria a Eraclea Mare (VE)

Nella giornata di sabato 23 agosto 2014 un’ampia saccatura alla quota di riferimento di circa 5000 m coinvolge buona parte dell’Europa; l’asse di tale saccatura (linea rossa) transita sul nord Italia intorno alle ore 14 locali. In corrispondenza di tale transito e davanti all’asse stesso si sono create condizioni termo-igrometriche e, in particolare, dinamiche predisponenti ad intensa fenomenologia sia di tipo multicellulare sia di tipo supercellulare con annessi eventi vorticosi che tra la mattinata ed il primo pomeriggio hanno interessato il litorale veneziano (in particolare Eraclea) ma anche Lignano in provincia di Udine. 

Alle ore 8 locali il nord Italia si trova ancora nella parte ascendente della saccatura, quindi nel settore normalmente interessato dal flusso umido dai quadranti meridionali associato ad aree a vorticità ciclonica (valori positivi), una delle quali sta impegnando il litorale dell’alto veneziano come si evince dalla seguente mappa.

I valori di shear in velocità tra suolo e 6 km di quota su Eraclea e dintorni appaiono non trascurabili a causa del sostenuto flusso sudoccidentale in quota: probabilmente questo elemento ha aiutato gli updraft ad assumere asse obliquo e quindi a prolungarne la durata.

A livello del mare, sempre alle ore 8 locali, la mappa individua un minimo di pressione ben strutturato di 1009 mb su Caorle/Eraclea che poi sarebbe lentamente traslato verso levante: questo è stato senza dubbio il fattore chiave per la fenomenologia occorsa. Ci si riferisce in particolare alla convergenza nei bassi strati, perdurata per buona parte della mattinata sul litorale dell’alto veneziano, tra flussi da nordest relativamente più secchi e flussi umidi in risalita dall’Adriatico e dalla pianura veneta.

Anche la mappa che descrive la convergenza dell’umidità assoluta nei primi 1500 metri circa di troposfera (PBL) posiziona i valori più elevati tra Eraclea/Caorle/Lignano, il tutto chiaramente dovuto all’azione del minimo di pressione visto prima.

Il radiosondaggio di Udine delle ore 14 locali denota il profilo verticale dei venti favorevoli ad updraft rotanti per via del wind shear direzionale (vento da SE nei bassi strati in rotazione da S e poi SW salendo di quota). Si apprezza anche la colonna troposferica pressoché satura fino a circa 8000 metri di quota (vicinanza tra curva di stato e di dew point), una condizione che ha generato un fronte più di tipo simil-autunnale che estivo con vari sistemi temporaleschi più o meno intensi immersi in nubi del tipo nembostrati/stratocumuli associati a piogge di debole o moderata intensità. 

Due indici strettamente legati al quantitativo di umidità nella colonna troposferica sono la Precipitable Water (PW) e LCL (livello che individua l’altezza della base delle nubi cumuliformi): entrambi gli indici denotano condizioni molto umide favorevoli allo sviluppo di cumulonembi con base prossima al suolo.

L’indice CAPE (energia disponibile alla convezione) appare nullo sulla terraferma e sufficiente a sostenere gli updraft sul Golfo di Venezia, per via dell’aria umida stazionante sul mare.

Gli indici che quantificano la predisposizione dell’aria ai moti rotatori sono tutti favorevoli alla genesi di vortici sul tratto di mare antistante tra Eraclea e Lignano.

Vista l’assenza di un’intrusione secca in quota, non si sono avute grandinate di rilievo o downburst ma allagamenti più o meno localizzati e, per l’appunto, eventi vorticosi nelle aree maggiormente interessate dalle convergenze tra venti sinottici aventi diverse caratteristiche e provenienza ma anche, si ritiene, tra venti di outflow in uscita dai temporali circostanti o da quelli nati in precedenza. L’area più propensa a tornado e trombe marine è stato il tratto di mare e l’immediato entroterra del litorale veneziano ove vi è stata la contemporanea presenza del fattore dinamico (convergenza, shear) e di quello termo-igrometrico (CAPE e PW).

Passando all’analisi delle immagini radar dell’ARPAV del Centro Meteo di Teolo (PD), la freccia bianca evidenzia un persistente “inflow notch” sul settore meridionale del sistema temporalesco in lenta traslazione verso il Friuli. Questo particolare eco radar individua la regione dell’updraft principale che, unito alla lentissima traslazione del temporale stesso, costituisce un chiaro sintomo dell’intensa e persistente convergenza nei bassi strati legata al minimo barico a livello del mare.

Le seguenti due immagini di riflettività (sinistra) e di velocità radiale (destra) delle ore 11.40 UTC (sopra) e 12.10 UTC (sotto) mostrano l’avanzata di un secondo fronte temporalesco verso est contenente delle aree a maggior riflettività (colore arancio/rosso) in corrispondenza delle quali si individuano dei campi di velocità radiale (color arancio nelle ellissi bianche) in allontanamento verso ovest rispetto al radar di Fossalon di Grado (GO). 

Tali aree nelle ellissi bianche, probabilmente, denotano fenomeni di marcata convergenza nella medio-bassa troposfera, in altri termini indicano i flussi d’aria caldo-umida in entrata nei temporali: tali correnti di inflow si dirigono quindi verso ovest allontanandosi dal radar perché “risucchiati” dagli intensi updraft dei temporali in arrivo proprio da ovest. Si tratta di echi tendenzialmente lineari che compaiono solo quando il temporale è sufficientemente vicino all’antenna radar e possono anche sottintendere rotazioni di tipo misociclonico o mesociclonico (soprattutto alle estremità meridionali di tali linee) considerati i marcati gradienti e contrasti termodinamici presenti.

Nelle successive immagini radar sembra palesarsi una rotazione mesociclonica all’estremità meridionale di una mesolinea; tale rotazione è tradita da un probabile eco ad uncino “discontinuo”, nel senso che la piccola ed isolata area gialla (indicata dalle frecce bianche) costituirebbe un “frammento” di RFD (precipitazioni legate al downdraft sopravvento al cumulonembo) che si sta avvolgendo in senso antiorario attorno all’updraft rotante (mesociclone). 

Normalmente, questi echi puntiformi legati al RFD compaiono nella fase avanzata di un’occlusione mesociclonica, ovvero in una fase successiva alla comparsa del classico eco ad uncino (il quale, nella fattispecie, poteva essere visibile nell’ipotetica scansione delle 11.25 UTC). E’ necessario prestare molta attenzione a non confondere questi echi con quelli di altre celle (es. punto giallo indicato dalla freccia rossa nella scansione delle ore 12.00 UTC) o con quelli da “flanking line”.

Per molti aspetti cardine, la dinamica osservata in questa giornata è simile a quella del 19 giugno 2010 (tornado di Fossò in provincia di Venezia): è verosimile che il minimo di bassa pressione sull’alto veneziano abbia originato una considerevole vorticità ed elicità verticale nonché un forte gradiente di temperatura potenziale equivalente nei bassi strati tra il settore sud più umido del minimo e quello nord più secco. Questo status può aver generato brevi mesocicloni di basso livello con associate formazioni tornadiche al centro di queste depressioni a piccola scala; ciò spiegherebbe la mancanza di echi ad uncino ben definiti e di supercelle isolate più estese e persistenti.

Analisi Fotografica

Ore 7,30 circa,  splendida  strutura temporalesca immortalata  dalla webcam di Caorle (VE)

Ore 8 circa,  la cella vista dalla laguna di Venezia località Punta Sabbioni (Ve)

foto di Giuliano Nardin

Dopo circa un'ora  avanza da sud ovest un altro temporale,  le fulminazioni sono impressionanti anche in pieno giorno.
Foto da Ponte Crepaldo (VE) di Giorgio Pavan 
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lightnings stack

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Qui la supercella è al suo apice. Località Brian (VE).
Le bande nuvolose rugose mostrano la rotazione antioraria in atto del mesociclone sulla sinistra. A destra il downdraft (corrente discendente) con le forti precipitazioni e una slanciatissima beaver's tail ( nota nefologica in fondo all'articolo) 
Foto di Giorgio Pavan 
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Nelle prime ore del pomeriggio circa nella stessa zona si forma un shelf cloud molto bassa

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Wall cloud Torre di Fine  (VE

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Ore 14 circa, la wall cloud arriva  a Eraclea Mare e inizialmente genera un funnel cloud, poi genera tre trombe d'aria consecutivamente: 

la prima, foto di Sara Vinale 

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la seconda, foto di Giorgio Pavan

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la terza, foto di Giorgio Pavan 

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Commento nefologico

 Nell’immagine di Giorgio Pavan è ben evidente una lunga “beaver’s tail” (coda di castoro) sulla destra che si attacca alla base del mesociclone presente sulla sinistra. L’eventuale wall cloud (non visibile nella foto) si trova sotto il mesociclone stesso. La coda di castoro indica la traccia del pseudo fronte caldo e denota che la supercella sta aspirando l’inflow da un’area molto vasta. La tail cloud invece (non presente, oppure non visibile, in questa foto) deriva dall’aspirazione dell’aria dell’outflow del FFD verso la wall cloud.
Vedi :  http://www.srh.noaa.gov/oun/?n=spotterglossary#Beaver%20Tail

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