10.08.2015 - Veneto
25 luglio 2015: supercelle in Veneto, nubifragi in Friuli

Nel corso della giornata di sabato 25 luglio si è avuta forte fenomenologia temporalesca sul triveneto grazie al transito di un fronte freddo che ha rotto il periodo di calura eccezionale  iniziato circa 10 giorni prima ( in Friuli erano stati toccati per la prima volta da una stazione meteo ufficiali i 40°C il 22 luglio).

La passata temporalesca in analisi si può suddividere in due fasi principali: la prima tra mattinata e primo pomeriggio e la seconda tra la serata e la notte con lo sviluppo di un autorigenerante in Friuli e il passaggio del fronte.

La situazione sinottica ha visto l’avvicinarsi al Nord Italia di una saccatura di origine artica, che ha generato per cause orografiche due piccole basse pressioni  al suolo sul Nord Italia le quali a loro volta hanno richiamato correnti sciroccali sulle coste, di Garbino sull’Emilia Romagna e Veneto Occidentale e una ventilazione nord-orientale sull’alto Friuli.

Ima-1

In quota abbiamo avuto il transito di una dry line nel primo pomeriggio, che è stata la causa dello sviluppo dei temporali della mattinata/primo pomeriggio.

Nella notte infine è transitato un fronte freddo, accompagnato dall’irruzione della Bora nei bassi strati.

 

 

I valori di windshear erano inizialmente scarsi nella mattinata e poi in aumento nel pomeriggio/sera. Ricordiamo che per avere strutture temporalesche complesse e/o supercellulari c’è bisogno che il vento si intensifichi progressivamente con la quota e che nei medio-bassi strati (indicativamente tra il suolo e i primi 2000/3000 m) ruoti progressivamente da Sud-Est a Sud, poi Sud-Ovest e infine Ovest.

 Questo miglioramento dei parametri di windshear lo possiamo osservare nei radiosondaggi di Udine Campoformido del 25 luglio. Nel radiosondaggio delle ore 00 del 25 i vettori del vento sono un po’ “caotici”, con varie rotazione dei vettori vento nella colonna d’aria e l’intensificazione con la quota non è uniforme.

Nel radiosondaggio delle 12z invece è visibile una rotazione progressiva del vento dal suolo ai 2500 m circa e una sua uniforme intensificazione con la quota.

 Questo cambiamento della ventilazione alle varie quote si è poi fatto ben vedere nelle strutture temporalesche, che inizialmente nella mattinata hanno dimostrato una scarsa organizzazione, mentre dal pomeriggio sono state ben organizzate.

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Tra la tarda notte e il primissimo mattino una piccola multicella piuttosto intensa ha attraversato la fascia prealpina veneta e friulana generando forti rovesci e qualche forte colpo di vento ( questo tipo di temporali che passano sulla fascia prealpina in fase prefrontale sono abbastanza frequenti).

Scatto radar di Fossalon delle ore 6:20: piccola multicella temporalesca sulle Prealpi friulane in veloce spostamento verso Est.

Il primo temporale in pianura si è sviluppato verso le 9:30 tra Lignano e Latisana in una zona di convergenza tra la ventilazione Nord-Orientale e lo Scirocco. L’outflow di questo temporale ha poi generato a catena altri temporali sul medio Friuli che però, per le cause evidenziate prima, non hanno raggiunto una significativa organizzazione, e sono andati a formare un piccolo MCS poi traslato in Slovenia. Questi temporali comunque hanno generato i primi nubifragi: a Codroipo (UD) sono infatti caduti ben 70 mm in 2 ore circa, di cui 45 mm in un ora sola.

Scatto radar di Fossalon delle ore 9:40: prima grossa cella temporalesca sulla bassa friulana

Scatto radar di Fossalon delle ore10:40, MCS attivo sul Friuli centrale

Nel primo pomeriggio sul Veneto centro-orientale si sono ripresentate condizioni favorevoli alla genesi di temporali: si è infatti formata una marcata convergenza di venti molto umidi da Nord-Est discendenti dall’alta pianura, da Sud-Est provenienti dal mare e di venti molto secchi di Garbino discendenti dagli Appennini: il tutto mentre in quota stava transitando la dry line.  Dai parametri di umidità relativa questo scontro di masse d’aria ben diverse è molto evidente: si passa infatti da un umidità relativa del 85/100% sul Veneto Orientale a valori del 40/50% sul Veneto Occidentale.

Questa convergenze era stata prevista con una discreta precisa dal LAM LAMMA 3 km

Si forma così un intenso sistema temporalesco lineare lungo la convergenza, QLCS (Quasi Linear Convective System) in gergo americano. Probabilmente ben 3 celle di questo sistema sono evolute in supercelle, ossia in cumulonembi dotati di mesociclone e quindi di rotazione al loro interno: rimangono infatti dei dubbi sulla cella centrale, di cui non sono pervenute foto di nessun osservatore, mentre per  la cella più settentrionale e quella più meridionale non ci sono molti dubbi in quanto le foto fatte da alcuni osservatori sono eloquenti.

Questo è un collage degli scatti radar tra le 14 e le 15, momento di maggior attività delle supercelle. Si noti in numerosi scatti radar degli eco ad uncino e dei v-notch ( “echi a v”).

La cella più settentrionale è stata fotografata da Ponte della Priula nella fase iniziale da Fabio Veneziano alle ore 13:55. La foto è molto didattica: si noti la netta separazione tra le precipitazioni legate al FFD ( Forward Flank Downdraft) sulla destra della foto, e quelle meno intense legate al RDF ( Rear Flank Downdraft)al centro, che costituiscono il famoso eco ad uncino. A sinistra delle precipitazioni del RFD è visibile una “clear slot”, ossia una schiarita del cielo legata all’intrusione di aria più secca nel mesociclone. In primo piano il mesociclone con alcune striature e sulla sinistra, attaccato ad esso, una probabile beaver’s tail, “coda di castoro”, ossia una fascia di nubi orizzontale orientata più o meno parallelamente al pseudo fronte caldo del mesociclone. 

Questa foto è successiva di 10 minuti ed è ancora più spettacolare: tuttavia si noti che la beaver’s tail si è dissolta.

 

Il temporale poi si sposta verso Est/Sud-Est deviando leggermente a destra rispetto al flusso portante in quota. Dalle 14:05 entra nel range visivo di Francesco De Martin, posizionato tra Gaiarine e Orsago. La struttura rimane meravigliosa: fa la comparsa sotto la base del mesociclone, di cui si possono ancora vedere delle striature, una grossa wall cloud che si avvicina di molto verso il suolo, mentre a sinistra l’aspirazione delle precipitazioni da parte del mesociclone si rende visibile con una protesa tail cloud. La prima foto è stata scattata alle ore 14:12, la seconda alle 14:19.

Alle 14:20 compare alla base del mesociclone un funnel cloud molto sfilacciato ma in veloce rotazione

Un altro funnel cloud compare alle 14:27, quando ormai però la struttura supercellulare si stava perdendo, probabilmente a causa del disturbo provocato dalle altre celle più a Sud.

LA cella più meridionale l’ha seguita nel suo nascere Giorgio Pavan.
Fin dal suo stadio iniziale il temporale appariva minaccioso e potente con frequenti fulminazioni ed intense precipitazioni.
Nella foto seguente si può vedere come alla base del cumulonembo (sinistra) non vi sia alcuna nube accessoria tipica delle supercelle ma tale zona, dove è presente la corrente ascensionale, era nettamente separata dalla zona delle precipitazioni (destra).

Con il passare di minuti il temporale acquista organizzazione e diventa una supercella in piena regola con le tipiche nubi accessorie.
Sotto la base del cumulonembo si forma una wall cloud e la caratteristica inflow tail.

Poco dopo vi sono diverse formazioni di funnel cloud che, fortunatamente non raggiungono il suolo, ma testimoniano l’intensità e l’elevato potenziale del temporale in questione.

La supercella prosegue il suo percorso verso il mare investendo le località di Fossalta di Piave, Musile di Piave  e Caposile con forte downburst che ha scaraventato al suolo molta pioggia mista a grandine con chicchi di qualche cm di diametro

Questi temporali poi muoino prima di raggiungere il Friuli.

 Nel pomeriggio entra aria più secca e calda in quota che stabilizza l’atmosfera favorendo ampie schiarite in tutto il Triveneto. Nei bassi strati però permangono grandi quantità di umidità  con valori di dew point diffusamente oltre i 21°C.

Verso le 21 si formano alcuni temporali tra alto pordenonese e gemonese, molto probabilmente perché in quegli istanti ha iniziato ad affluire aria più fredda in quota, mentre il fronte vero e proprio è rallentato nella sua avanzata dalla catena alpina e si trova ancora nel confine italo-austriaco.

Questi temporali successivamente sono scesi nella medio-alta pianura dove hanno stazionato per circa 2/3 ore assumendo carattere di autorigenerante lineare con asse Pordenone-Prealpi Giulie. Gli accumuli di pioggia rilevati sono stati molto importanti in alcune aree: a Fagagna sono caduti ben 100,1 mm in 2 ore per un totale evento di  147 mm, mentre a Subit di Attimis (UD) sono caduti 62 mm in un ora. La persistenza di questi temporali rafforza l’ipotesi che essi non siano stati di tipo frontale, perché altrimenti sarebbero scesi velocemente fin sulla costa sotto forma di squall line sotto la spinta del fronte, mentre invece hanno stazionato in una zona di convergenza di venti che si è mantenuta in equilibrio per 2 ore circa.

La convenzione è stata probabilmente esaltata dallo scontro da un'altra avvezione di aria molto secca in quota, prevista dai LAM ( a titolo d’esempio è mostrata qui la previsione dell’umidità a 5500 m del LAMMA 3 km) e verificata anche sul campo, data la totale assenza di altra nuvolaglia se non quella correlata ai cumulonembi. 

 

In seguito alcune foto del l’autorigenerante visto da diverse località in momenti diversi.

Foto di Jure Batagelj  all’autorigenerante friulano dal confine sloveno

Intensa attività elettrica dal confine italo-sloveno  verso l’autorigenerante friulano. Foto di Klemen Bandelj

Foto alla shelf cloud in arrivo sul Golfo di Trieste di Giorgio Pavan

La shelf cloud della foto precedente è poi evoluta in roll cloud, foto di Francesco Netto

 

 

Quando il fronte è entrato verso le 2/3 di notte ha trovato un atmosfera già scarica nei bassi strati perchè le correnti discendenti dell’autorigenerante friulano avevano già spazzolato buona parte del triveneto, e di conseguenza si sono sviluppati solo alcuni rovesci temporaleschi non organizzati, più intensi tra vicentino e padovano dove permaneva ancora un po’ di energia.

Il giorno seguente, domenica 26 luglio, il cielo si è presentato limpido su tutto il triveneto con alcune nubi residue, una moderata e fresca ventilazione di Bora e temperature massime diffusamente sotto i  28°. Rispetto a 3 giorni prima si è avuto un calo di ben 8°/12° in base alle zone.

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