13.10.2014 - Comitato Tecnico Scientifico
Altra azione incisiva ad opera dell'alta africana

La massa d’aria è stabile a tutte le quote cioè molto calda sia in quota che a 1500 m di altezza e molto estesa come dimensione: circa 580 dam di quota della 500 hPa sul Mediterraneo occidentale, con temperature che oltralpe lungo le linee del flusso caldo da sud ovest si spingeranno fino a 18-20° a 850 hPa . L’intensità del blocco è al massimo grado: questi parametri sono tipici di invasioni di aria secca di matrice africana in quota dell’inizio dell’estate, non certo dell’autunno, che vanno a formare blocchi ad omega persistenti sul Mediterraneo occidentale e sull’Italia.

Tutto questo avviene dopo una serie di azioni bloccanti via via più persistenti che hanno chiuso il rubinetto atlantico da fine agosto. In settembre ne hanno risentito soprattutto le latitudini nord europee (si veda Atlantico in reversal pattern ?) mentre nelle prime due settimane di ottobre l’anticiclone si è abbassato di latitudine. Seppur tra il moderato ed il forte come intensità, l’anticiclone caldo ha assunto una forma ad omega, sud europea, che ha portato rapidamente l’Italia nell’ambito di un netto fuori norma termico: +2° su gran parte del nord e sulla parte tirrenica. Ma l’estensione dell’anomalia è piuttosto vasta, le temperature sono più simili a quelle di inizio settembre che a quelle di ottobre.

Figura 1. Il lungo corridoio meridiano di temperature anomale per il periodo si diffonde dall’Africa occidentale verso l’Europa centro-occidentale, si diffonde alla Scandinavia e all’Atlantico settentrionale (fonte NOAA).

 

Come detto la nuova rimonta subtropicale prenderà dapprima l’Italia con intensità che come detto è prevista al top e che poi si potrebbe tradurre in persistenza anche, se un leggero abbassamento del flusso umido, potrebbe riposizionare l'asse del blocco in posizione a noi più favorevole. Ma non sarà solo il caldo fastidioso ed umido fuori stagione che darà i maggiori problemi. Si dirà “dopo un’estate fresca ed umida ci può stare” ma ricordiamoci che “un'estate fresca ci poteva stare” dopo una serie di sopramedia partita da luglio 2013 e finita ad aprile aprile 2014 e poi ancora giugno.

La ragione di questo diffuso sopra norma termico rimane sempre la stessa, ovvero la persistenza del pattern teleconnettivo che ha la correlazione massima con le temperature sull’Italia. Al di là di prevedere indici come la NAO, l'AO ecc.. per noi di fondamentale importanza rimane l’indice EA+ associato alla bassa pressione inamovibile alle medie latitudini atlantiche che per motivi dinamici richiama sull’Europa la massa d’aria residente sul Sahara occidentale.

Figura 2. Direttrici principali dei flussi nella seconda parte di ottobre (sfondo grafico http://www.weatheronline.co.uk/)

 

Negli anni 2000 solo alcuni mesi sono stati concessi alla negatività dell’EAE’ interessante notare come nell’ultimo decennio in un contesto di Atlantico caldo (AMO+), nel periodo che va dall’inizio dell’estate alla fine dell’autunno, la parte superficiale oceanica che non si è scaldata è proprio quella centrale su cui insiste la semipermanente atlantica. Termine che potremo ormai sostituire a quello della semipermanente islandese.

Figura 3. AMO+ con mancato riscaldamento del settore centrale del nord Atlantico. Aree più calde lungo il continente nordamericano e in misura minore sulle coste europee (fonte NOAA.

Ritornando a noi, gli effetti attesi sono principalmente due. Il primo sarà la grande disponibilità di energia che avrà il primo sbuffo atlantico entrante sul Mediterraneo. Questo potrebbe provocare nuovi disastri, con piogge monsoniche su territori ad alto impatto antropico, per cui sussistono tutte le condizioni affinchè l'energia che accumulerà la struttura porti successivamente a nuove situazioni con alta soglia di attenzione per quel che rimane della stagione autunnale. E' probabile che le condizioni favorevoli alla temporanea e parziale apertura del flusso umido, avvenga debolmente nella terza decade e un pò più incisivamente proprio in linea con la fine del mese.

Il secondo riguarda invece l’impatto che ha questo anticiclone di blocco sull’estensione nevosa della Siberia. In ottobre la snowcover continentale ha bisogno esattamente di un blocco in questa posizione per avere un persistente flusso gelido ed umido dall’Artico. E qui arriviamo e finiamo al tanto citato (e temuto) indice SAI (Snow Advanced Index) indicatore della frequenza di flussi antizonali e freddo continentale in chiave invernale che dovrebbe beneficiarne.

Figura 4. Maggiore estensione della copertura nevosa sotto il 60°N: il dato attuale (aree in blu by Rutgers University, Global Snow Lab)

Associazione MeteoNetwork OdV
Via Cascina Bianca 9/5
20142 Milano
Codice Fiscale 03968320964