31.05.2014 - Comitato Tecnico Scientifico
Outlook estate 2014

INTRODUZIONE

La linea di tendenza per la prossima stagione estiva è stata tracciata tenendo conto dei più importanti “predittori” a livello emisferico.
Per quanto riguarda lo stato dell’ENSO (El Niño Southern Oscillation), le importanti anomalie positive sub-superficiali presenti nell’Oceano Pacifico centro-orientale hanno iniziato ad emergere in superficie nel mese di aprile. Gli ultimi valori disponibili per le aree in cui è suddiviso il Pacifico tropicale (da est verso ovest: Niño 1+2, Niño 3, Niño 3+4 e Niño 4), ricavate dal bollettino settimanale NOAA del 26 maggio, sono le seguenti: Niño 1+2: +1,5°C; Niño 3 +0,7°C; Niño 3+4: +0,5°C; Niño 4: +0,8°C. Tuttavia, l’atmosfera tropicale non ha evidenziato un comportamento tale da considerare El Niño in una sua fase matura, come dimostrano i valori neutro/positivi del SOI (Southern Oscillation Index), che in caso di rilevanti episodi di Niño dovrebbe invece attestarsi in territorio ampiamente negativo. A nostro parere l’ENSO non sembra in grado di forzare la circolazione emisferica nel comparto europeo almeno fino al termine della stagione estiva, anche se le aree tropicali su cui si sviluppa maggiormente la convezione (MJO – Madden Julian Oscillation) tendono ad essere quelle comprese tra il Sudamerica, Oceano Atlantico, Africa e Oceano Indiano, cioè quello che succede in caso di ENSO+, sebbene le fasi di neutralità siano predominanti.

La QBO (Quasi Biennal Oscillation) sta chiudendo il suo ciclo positivo durato oltre 12 mesi (complice il massimo del ciclo solare 24), ed è prevista passare in territorio negativo durante l’inizio dell’estate al piano isobarico di 30 hPa, mentre dovrebbe mantenere valori positivi o prossimi alla neutralità per tutta la stagione estiva al piano isobarico di 50 hPa, risultando di conseguenza scarsamente forzante sulla troposfera.

L’Atlantico tropicale presenta dei valori leggermente positivi in area caraibica (WHWP – Western Hemisphere Warm Pool), valori negativi nella fascia centro-orientale (TNA -Tropical Northern Atlantic) e valori positivi su golfo di Guinea (TSA – Tropical Southern Atlantic). Le anomalie negative lungo le coste africane sono in fase di riassorbimento e al momento permane una configurazione non favorevole allo sviluppo di un monsone ovest- africano (WAM – West African Monsoon) particolarmente intenso.

I principali centri di calcolo prevedono un monsone indiano con un'intensità non troppo elevata, ma non si può ancora affermare che sarà debole e questa proiezione è relazionata al previsto inizio dell'evento di El Niño. Studi recenti (Syed et al., 2014) mostrano però come negli ultimi decenni solo un episodio di siccità indiana su due sia stato accompagnato da un evento di El Niño (gli ultimi due casi nel 2009 e soprattutto nel 2002 mentre non fu il caso per es. del 1997), e questo perché l'intensità del monsone indiano sembra essere maggiormente anticorrelata ad episodi di El Niño con focus delle anomalie delle SST sul Pacifico centrale (Krishna Kumar et al., 2006). Ad oggi, il Niño emergente sembra avere il core delle anomalie sull'est del Pacifico. D'altra parte il notevole riscaldamento dell'oceano indiano occidentale favorisce l'intensificazione del monsone indiano attraverso il rilascio di ulteriore calore latente (Yang et al., 2009). Attualmente possiamo notare come le anomalie superficiali oceaniche indiane non presentino gradienti significativi tra est ed ovest, rendendo neutro il valore del dipolo (IOD – Indian Ocean Dipole).

La linea di convergenza intertropicale (ITCZ) si presenta al momento leggermente più alta della media solo nella sua porzione orientale; considerando la situazione dell’Atlantico tropicale precedentemente descritta, crediamo che durante la stagione estiva l'ITCZ si manterrà piuttosto bassa di latitudine, favorendo uno schiacciamento sui paralleli della cella subtropicale sull'Africa occidentale. Teniamo comunque a sottolineare come ciò non escluda automaticamente fasi di elevazione dell'alta africana sul Mediterraneo centro-occidentale e sull’Europa centrale, dato che non esiste una relazione statisticamente significativa né tantomeno un rapporto causale tra l’assenza di onde di calore di matrice africana sul centro-sud Europa e un ITCZ più basso della media (si veda per esempio il caso dell'estate 2009). Estensioni della cella di Hadley sul comparto occidentale e meridionale europeo sono difatti imputabili anche ad altri fattori, nello specifico all'AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation), in particolare l'AMM (Atlantic Meridional Mode), ed all'estensione delle SSTA caraibiche (WHWP).

Lo schema generale di circolazione dell’emisfero boreale (NAM – North Annular Mode) della parte finale della primavera ha visto una predominanza anticiclonica alle alte latitudini, a cui si sono contrapposte svariate aree depressionarie a latitudini subpolari e temperate (AO-). Le cause sono da ricercarsi nell'anomalo passaggio dalla stagione invernale a quella estiva, che ha visto il vortice stratosferico spostarsi sulla Russia settentrionale prima di estinguersi. Inoltre, nel corso della stagione dovrebbe nuovamente aumentare l’ammanco dei ghiacci artici, permettendo alle acque artiche di accumulare energia; la linea di confluenza si verrà a trovare tra l'area con maggiore presenza di ghiacci e quella ove si spingeranno le risalite di aria tropicale (dipolo artico), ovvero tra Islanda e Groenlandia, per cui con il procedere della stagione dovremmo vedere una maggiore frequenza di configurazioni tipiche di una SNAO (Summer North Atlantic Oscillation) positiva.

OUTLOOK

L'assenza di forzanti teleconnettive in grado di influenzare in maniera netta l'esordio stagionale lascerà in eredità alla nuova stagione le stesse dinamiche atmosferiche che hanno caratterizzato la parte finale di quella primaverile, influenzata da un pattern pacifico in cui abbiamo assistito ad una traslazione meridionale e ad una intensificazione della corrente a getto con conseguente risposta anticiclonica sull'America di nord-ovest. Il forcing in questione ha determinato a sua volta un’ondulazione del getto con circolazione di tipo ciclonico sulla parte orientale del continente americano, e di riflesso su parte dell’Europa centro-occidentale.
Dai modelli di calcolo matematici l'inizio di giugno si prospetta instabile sul vicino Atlantico e sull'Europa nord-occidentale; tuttavia, durante il mese di giugno l'andamento della corrente a getto sembra tale da favorire un innalzamento della cella di Hadley, con il Mediterraneo centro-occidentale che potrebbe essere interessato da promontori mobili di aria calda di matrice africana.
La prima parte della stagione dovrebbe quindi essere caratterizzata da aree cicloniche a ovest delle isole britanniche, con un anticiclone delle Azzorre ben presente ma defilato sul vicino Atlantico; questa disposizione delle principali figure bariche ci porta a ritenere che, seppure in un contesto di geopotenziali mediamente più alti della norma, sia possibile l'instaurazione di un flusso atlantico sulla direttrice NW/SE lungo la spalla orientale dell'anticiclone oceanico, che potrebbe favorire la discesa di linee d'instabilità fino al Mediterraneo centro-occidentale.
Questo schema dovrebbe caratterizzare gran parte del mese di giugno e forse anche l'inizio del mese successivo.

Figura 1 – Anomalia estiva dei geopotenziali al piano isobarico di 500 hPa – Prima parte della stagione

A livello euro-atlantico l’estate inizierà quindi con un flusso atlantico diretto verso la penisola iberica, a cui si contrapporrà una vasta area anticiclonica sul settore continentale centro-orientale ed un'alta azzorriana piuttosto tonica ma defilata in oceano, configurazione tipica di un regime estivo (WR – Weather Regime) di tipo 3, caratterizzato da un pattern EA (East Atlantic) positivo e da una SNAO negativa.

Nel corso della stagione si dovrebbe assistere ad un passaggio da un WR3 verso un regime estivo di tipo 2, caratterizzato dall'espansione verso l'Europa dell'alta azzorriana; a nostro avviso l'instaurazione di un WR2 dovrebbe risultare soltanto una veloce fase transitoria.

Più avanti con la stagione l’alta azzorriana dovrebbe rinforzarsi, poiché agganciata a sud-ovest dall’alta pressione in area caraibica. Questo aggancio dovrebbe indebolire l'area di bassa pressione in est Atlantico, favorendo una transizione verso un regime estivo di tipo 4. Da notare che il regime 4 è opposto al regime 3, essendo caratterizzzato da EA- e da SNAO+. Per le descrizione dei regimi estivi descritti (WR2, WR3 e WR4) si rimanda al thread dedicato all'Outlook presente sul forum di MeteoNetwork.

Nel complesso, le attuali SSTA ed altre correlazioni non di meno conto, come ad esempio l'andamento di NAO e AO nei mesi primaverili, convergono per una seconda parte della stagione estiva caratterizzata da un segno positivo della SNAO, con buone possibilità di osservare un periodo per lo più stabile con geopotenziali sopra la norma sull'Europa centrale ed occidentale, ma associato ad un campo barico sottotono sulla parte meridionale.
Questa seconda fase estiva, assai più stabile sul centro-nord del continente, sarebbe favorita oltre che dai suddetti parametri anche dalla possibile combinazione di un monsone estivo dell'Africa occidentale meno intenso della media, che come spiegato prima tende a sfavorire periodi di SNAO negativa, ed al contempo da un monsone dell'Asia meridionale che, sebbene in ritardo sull'inizio della sua penetrazione nel subcontinente indiano, potrebbe rilevarsi più intenso della media.

Figura 2 – Anomalia estiva dei geopotenziali al piano isobarico di 500 hPa – Seconda parte della stagione

Lo snodo da noi ipotizzato fra la prima e la seconda fase estiva sul continente europeo dovrebbe avvenire fra gli ultimi giorni di giugno e la prima decade di luglio, attraverso quella veloce fase di transizione con espansione dell'alta azzorriana verso est precedentemente descritta.

Concludendo, la prima parte della stagione estiva trascorrerebbe con termiche sopramedia al centro sud e versante adriatico, in associazione a precipitazioni sopra media sul nord Italia; la seconda parte potrebbe far registrare termiche sopra media sulle regioni settentrionali e tirreniche, in associazione ad un regime pluviometrico superiore alla media sul versante adriatico e sud Italia.

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