03.11.2014 - Comitato Tecnico Scientifico
Primo segnale

Grande seguito ha avuto quest’anno nei forum americani ed europei l’osservazione dell’incremento della copertura nevosa sul nord dell’Asia e sulla parte continentale europea. La copertura nella 43° settimana (che è centrata nella seconda parte di ottobre) è stata la seconda dal 1970, dietro al solo 1976 mentre quella della 42° settimana è stata la terza più estesa (Figura 1)

 

Figura 1. Plot dell’estensione della copertura nevosa sull’Eurasia con i dati della Rutgers Global SnowLab.

 

L’incremento della copertura nevosa nel mese di ottobre, Snow in Advance Index (SAI), è anticorrelato al segno della media dell’Oscillazione Artica (AO) tra dicembre e marzo. Ciò significa che utilizzando questo unico parametro per prevedere il segno dell’AO, questa è attesa essere di segno negativo. Dal punto di vista fisico, il primo segnale di una buona incidenza del SAI come predittore invernale di una AO- è la presenza di una alta pressione al livello del suolo molto estesa ed relativamente anomala che si deve necessariamente impossessare delle steppe nord asiatiche nel corso del mese di novembre.

Analizzando quello a cui andremo incontro nel lungo termine, è da notare la genesi di un’alta pressione estesa tra la Scandinavia e la Siberia occidentale che vede un supporto in quota tipico di una alta pressione ibrida. La parte ad ovest è dinamica, cioè sede in quota di continui scorrimenti di aria calda verso il Mar Glaciale Artico dalla zona del nord-ovest Russia, mentre la parte ad est è in fase di rapida termicizzazione, sovrastata in quota da una sacca di aria stabile e moderatamente fredda tra la Russia europea prossima agli Urali e la Siberia centrale (Figura 2).

 

 Figura 2. Sintesi emisfero nord situazione della prevista a metà novembre (sfondo: copertura nevosa 2 novembre by Rutgers Global Snow Lab).

 

L’alta pressione tra la Russia del nord-ovest e la Scandinavia (SCAND+), insieme all’approfondimento della depressione sul Pacifico di nord-ovest in uscita dal continente asiatico (West Pacific +), sono a loro volta precursori dell’indebolimento del vortice polare con un lag temporale attorno alle due settimane. Questo è confermato da ECMWF che in particolare vede una ripresa dell’attività d’onda associata alla wave 2 climatologica in modo simile a quanto già avvenuto ad inizio ottobre. La wave 2 climatologica è caratterizzata dall’alternarsi di due HP e due LP poste, le prime due in area russo-scandinava e tra nord America e Oceano Pacifico orientale e le seconde due, sul nord-ovest dei due oceani. Si avrebbe così la trasmissione d’onda in medio-bassa stratosfera con apporto crescente del flusso di calore sviluppato sugli oceani. 

Con queste premesse l’Oscillazione Artica già in novembre sarà negativa, nonostante che il mese stia iniziando positivo.

Per quanto riguarda la NAO è da osservare anche che un Nino che assume i valori più alti nel centro dell’Oceano Pacifico (in modalità Modoki) porti ad una rottura d’onda ciclonica in uscita dal continente americano, coadiuvando quindi azioni bloccanti su ovest Pacifico, talvolta invadenti sulla costa orientale americana. Ma poiché l’ENSO non riesce ad uscire compiutamente dalla neutralità, la NAO ne risente con un segno non ben definibile.

Infine l’EA che avevamo segnalato come il fattore descrittivo di gran lunga più importante sui nostri comparti. Esso segue una fase climatologica positiva in cui il getto si abbassa sull'Oceano Atlantico di fronte all'Europa e poi risale fin sulla Scandinavia. Dopo un sussulto di EA negativo in settembre, nel precedente articolo era stato previsto positivo e confermo ancora una fase positiva ma limitata al solo mese di novembre.

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