21.08.2012 - Cronaca Meteo
Primi rilevamenti da minimo storico dei ghiacci artici

Qualche giorno fa, occupandoci del ciclone che ha colpito l’artico (Un ciclone devasta i ghiacci dell'articoIl ciclone artico: meccanismo distruttivo e aggiornamenti), avevamo accennato al fatto che, a prescindere dalla tempesta, c’erano tutti i presupposti affinchè nel 2012 si raggiungesse il minimo storico di AREA e di ESTENSIONE dei ghiacci artici, come previsto con largo anticipo delle numerose istituzioni scientifiche che si occupano di questo tema.

Prima di mostrare i dati relativi alla situazione attuale è opportuno accennare alla differenza, poco conosciuta, tra il concetto di AREA e quello di ESTENSIONE: gli studiosi infatti usano queste due “misure” perché forniscono informazioni leggermente diverse. Innanzitutto bisogna precisare che l’ESTENSIONE è sempre più elevata dell’AREA. Per spiegare semplicemente ciò, usiamo una similitudine spesso utilizzata a riguardo, ossia paragonando i ghiacci ad una fetta di formaggio svizzero. Per ESTENSIONE intendiamo tutta la superficie interna al suo perimetro, mentre per AREA intendiamo tutta la superficie esclusi i famosi “buchi” propri di questo formaggio.

Per spiegare i concetti nel merito bisogna premettere che i satelliti che effettuano le rilevazioni suddividono l’artico in “celle”. Per quanto riguarda il concetto di ESTENSIONE: se una cella è coperta per almeno il 15% da ghiacci è considerata completamente coperta. Per quanto riguarda invece il concetto di AREA: vengono sommate le superfici effettivamente coperte ma solo delle celle che raggiungono almeno il 15% di copertura.

Usiamo un esempio per chiarire meglio: supponiamo di avere 3 celle che misurano 20×20 km, la prima coperta per il 9%, la seconda per il 17%, la terza al 75%. Per quanto riguarda il calcolo dell’estensione vengono prese in considerazione solo le ultime due (essendo la prima sotto il 15%),  quindi l’ESTENSIONE  sarà di (20 x 20) x 2 = 800 Km2. Per quanto riguarda il calcolo dell’area vengono sempre prese in considerazione solo le prime due considerando però la percentuale di copertura, quindi l’AREA sarà invece di 368 km2 (dalla somma del 17% di 400 km2 + 75% di 400 km2).

Si può dunque affermare che la misura dell'AREA è molto più precisa e ci consente anche di valutare la “qualità” dei ghiacci.

(Le due foto presenti in questo articolo sono i primissimi scatti di quest'anno del ghiacciaio Petermann nel nord-ovest della Groenlandia e sono tratte da www.icyseas.org, scattate l'11 agosto da Henry Larsen del Canadian Coast Guard Ship)

Passiamo quindi all’esposizione dei primi dati giunti fin ora: solitamente i minimi storici di AREA e di ESTENSIONE si raggiungono nel mese di settembre, tuttavia quest’anno, i dati che provengono da alcune delle istituzioni sopraccitate, ci dicono che ciò sta già avvenendo in questi giorni. Iniziamo con il primo grafico giunto dall’Università di Brema.

il grafico ci mostra già da 3 giorni che i record di ESTENSIONE minima registrati nel 2007 e nello scorso anno sono già stati frantumati. C'è però una precisazione che deve essere fatta circa questi dati: l’Università di Brema si basava fino all’ottobre scorso sulle rilevazioni del sensore AMSR-E che essendo guasto, ora è stato sostituito dal sensore SSMIS, pertanto, essendoci parziali differenze tra le due modalità di monitoraggio, ci sono dei dubbi sull’opportunità di porre a confronto dati che possono essere disomogenei.

Proseguiamo poi con i dati provenienti dal consorzio ROOS, il grafico seguente ci mostra che il fatidico minimo di SIA (Sea Ice AREA) del 2007 è già stato surclassato dal 2012.

Passiamo infine ai dati (tra più seguiti) di Cryosphere Today e anch’essi sentenziano che per quanto riguarda la SIA in questi giorni l’AREA coperta di 2,87 milioni di km2 è ancora minore rispetto al record dello scorso anno e del 2007 (rispettivamente di 2,90 e 2,92 milioni di km2).

Lasciamo a personalità più titolate l’analisi precisa e approfondita delle cause e delle possibili conseguenze di questa drammatica situazione, ma già diversi studi stanno dimostrando che la perdita di ghiaccio artico dovuta al riscaldamento globale sta rendendo il nostro clima sempre più estremo, questione che magari approfondiremo in altri nostri futuri articoli.

Fonte: Diario Meteorologico della Terra

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