02.04.2015 - Didattica
Le previsioni per la Pasqua: da sempre una spina nel fianco

La tradizione vuole che la Pasqua – dopo un inizio di primavera più gradevole – sia capricciosa, instabile, spesso fresca.

E tradizione vuole anche che il meteorologo – alla ricerca della previsione per il week-end pasquale – vada nel panico per l'improvvisa quanto apparentemente inspiegabile inaffidabilità dei modelli numerici in tale occasione.
E' d'altra parte esperienza di tutti gli anni: quando si arriva a consultare, sondare, scrivere, elaborare le previsioni per la Pasqua le percentuali di errore si amplificano più che in ogni altro periodo dell'anno. Gli albergatori ne sanno qualcosa, così come i meteorologi che sono stati spesso coinvolti in polemiche vuote.

Ma cosa succede di così strano a Pasqua?
Non penso ci sia niente di misterioso, e probabilmente il tutto può essere ricondotto a due fattori distinti che si combinano tra loro:

– Visto l'arrivo di un periodo festivo il meteorologo è chiamato a fare previsioni dettagliate a più lungo termine rispetto al solito.
Sono numerose le tipologie di clienti che hanno bisogno, necessità, di informazioni puntuali in tempo per organizzare il proprio lavoro in queste occasioni; ed ecco che quindi il previsore è chiamato agli straordinari, alle eccezioni, allo spingersi oltre dei limiti in realtà invalicabili.
In molti casi si può ovviare discutendone con il cliente stesso e presentando delle tendenze di massima; in altri casi, però, non è possibile trovare alternative, e allora il meteorologo non può che INVENTARE, letteralmente.
Con l'avvicinarsi della scadenza, poi, la previsione lentamente prende corpo; tuttavia presenterà ancora delle oscillazioni che il meteorologo – se ansioso di fare bene il proprio lavoro e incapace di mantenere il completo controllo – rischia di seguire di volta in volta confondendosi, confondendo il risultato del proprio lavoro, e confondendo anche il cliente presentando risultati opposti a brevi distanze di tempo.
Insomma, la componente umana è fondamentale, è sempre presente, ma in casi di festività diventa preponderante o comunque più sentita.

– C'è poi il fattore naturale: la stagione in essere.
Durante la prima parte della primavera le nostre latitudini si risvegliano lentamente dall'inverno, e l'aria calda lentamente prende di nuovo il sopravvento, sia per avvezione dal Tropico, sia per convezione dal suolo irragiato da un Sole sempre più alto.
E proprio la convezione segna improvvisamente il passo tra la fine di marzo e buona parte di aprile, con l'esplosione di cumuli e cumulonembi in condizioni atmosferiche che fino a 10-20 giorni prima avrebbero magari mantenuto cieli sereni e limpidi; oppure con la formazione di basse pressioni più ampie in mare aperto.
Questo è un grosso problema per i modelli numerici di previsione, che – in larga parte – utilizzano degli schemi di calcolo della convezione adatti solo per l'inverno (quando è molto fiacca) o solo per l'estate (quando invece è preponderante), secondo delle procedure piuttosto complesse.
Nel periodo pasquale, quindi, nessuno dei due schemi va bene in assoluto, e allora i modelli tenderanno SEMPRE a stimare in maniera palesemente errata la convezione e i suoi effetti su piccola e grande scala.
“Eh sì, allora dovrebbe succedere lo stesso anche in autunno, no? Anche lì la convezione non è mica calcolata bene!”
Vero, ma nel periodo autunnale non ci sono festività impellenti che chiamino il previsore a fornire servizi su scadenze e dettagli fuori scala. E si torna al primo punto della questione.
Provate, verso fine ottobre o novembre, a fare caso a quante volte dovrete correggere la vostra idea di previsione per i giorni successivi rispetto alle volte in cui lo fate durante l'estate o il pieno inverno. Avrete delle sorprese!

Comunque chi ha un po' di fantasia potrebbe anche essere portato a valutare il ruolo nella questione delle fasi lunari, visto che la Pasqua cade sempre nella prima domenica dopo la prima Luna Piena successiva all'Equinozio di Primavera.
Ma, appunto, ci vuole fantasia: anche sforzandomi di trovare qualche relazione non riesco ad arrivare ad una conclusione, e non penso sia un limite personale.

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