17.01.2015 - Didattica
Inverno italiano: lo facciamo un ripassino?

Chi di voi, cari lettori, può definirsi un vero appassionato di Meteorologia, senza coltivare una passione parallela, quella del freddo e della neve? Certamente la minoranza. I forum meteo durante l'inverno si animano, gli argomenti trattati aprono ventagli di sapere tutti nuovi, dal nulla compaiono persino i professionisti stagionali, con trattazione di indici e stratosfera, si riaprono impensabili archivi che riportano alla luce fantastiche immagini del passato, con quella suggestiva patina in bianco e nero, più bianco che nero a dire il vero. Si, perchè gli inverni del passato infondono al nostro Paese quell'atmosfera ovattata da Lapponia perduta. Osservando le immagini di allora l'Italia pare esser stata oggetto di una deriva dei continenti in stile lapse time, trascinata via in malo modo dalle sue “latitudini nordiche” a ora alla deriva di quelle simil-tropicali.

L'impressione che abbiamo dei nostri inverni d'oggi deriva in realtà da una duplice componente: una oggettiva, legata ai mutamenti climatici che negli ultimi decenni hanno comportato un riassetto differente dell'impostazione circolatoria generale, motivo per cui l'inverno italiano ha perso mordente, lasciando addietro negli anni il meglio del suo repertorio. D'altra parte anche la componente soggettiva, intrinseca in ognuno di noi, ha il suo peso: gli inverni del passato, quelli che contano, restano impressi in modo indelebile nella nostra memoria, la quale però, anno dopo anno, fa pulizia di quel che non conta. Rimangono così solo i gelidi ricordi; gli esempi del 1929,1956,1985, 2012 si mettono tutti in fila, uno dietro l'altro fornendo, come in una prospettiva fotografica, una sorta di sovrapposizione, una visione illusionistica della realtà, per via della quale, tutti gli inverni del passato sembrano esser stati gelidi e nevosi. E la realtà della climatologia italiana, quella che riempie gli scaffali degli archivi di dati e numeri, documenta invece che anche in passato ci sono stati inverni si e inverni no.   

La nostra stagione non parte? Non c'è più il freddo di una volta, non ci sono più le nevicate di un tempo? La climatologia ci dà in parte ragione, tuttavia la cassa di risonanza offerta dall'utilizzo smodato di internet, e in particolare dei social network, senza l'accertamento delle fonti, amplifica l'onda anomala di quel pensiero ancestrale assimilato nei meandri della nostra materia grigia, secondo il quale, l'inverno italiano è fatto a immagine e somiglianza di quello russo o finlandese, ossia tutto gelo e neve. Signori, non è così. Milano non è Mosca, Roma non è Helsinki, Napoli non è Ulaanbator. L'Italia beneficia di un clima temperato caldo di tipo mediterraneo, con diverse sfaccettature microclimatiche che vanno dal continentale (Alpi e val Padana) a quello marittimo (fasce costiere e sub-costiere di sud e Isole Maggiori). Un clima tra i più celebri al mondo, certamente uno dei più graditi, fatto di estati calde e asciutte, ma piovose in montagna, inverni miti e piovosi, ma nevosi in montagna.

Un clima tra i più celebri al mondo, certamente uno dei più graditi, fatto di estati calde e asciutte, ma piovose in montagna, inverni miti e piovosi, ma nevosi in montagna. L’inverno italiano, giusto per rimanere in tema, prevede nella sua “normalità climatologica” appena descritta, anche 3-4 ondate di freddo intenso, più frequenti al nord e lungo le regioni adriatiche, durante le quali le temperature si portano al di sotto della media e nel corso delle quali sono possibili episodi nevosi fino a quote di pianura o prossime ai litorali. Il gelo e la neve in Italia costituiscono pertanto un’eccezione, non la regola.

Vi tornano i conti? Non ancora? La figura qui sopra fugherà ogni dubbio.

Luca Angelini

 

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