Quattrocento (400) chilometri l'ora.
Questa è la velocità che raggiungerà (e magari supererà) la Corrente a Getto sull'Oceano Atlantico nella notte tra giovedì e venerdì prossimi.
Una furia, insomma, ben prevista da giorni dai modelli numerici più elaborati.
Velocità del genere sono raggiungibili solo in pieno inverno, quando l'aria fredda artica spinge verso le medie latitudini, dove l'aria umida e mite dal Tropico non è ancora stata spazzata via.
E anche stavolta le premesse non sono diverse: al largo sull'Oceano le temperature sono ancora alte, e dall'Artico Canadese si sta preparando una sorta di schiaffo a mano aperta verso le coste atlantiche statunitensi, un treno veloce e carico di -30/-35 gradi pronti a strizzare 35-40 gradi di differenza di temperatura (tra terraferma e oceano) in poco più di 1000 chilometri, portando alla risposta – normale e proporzionata agli ingredienti – dei venti d'alta quota.
Le conseguenze sono sempre le stesse: a nord del Getto le depressioni diverranno particolarmente profonde, a sud del Getto gli anticicloni saranno particolarmente robusti.
Sarà comunque una frustata, veloce e di breve durata, seguita da nuovi ondeggiamenti ad alta velocità, meno ampi e violenti nel tentativo di smaltire definitivamente l'esasperata differenza di temperatura tra continente americano e aperto oceano.
La sfuriata che risultato porterà in Europa?
In sostanza lo abbiamo già detto: tempeste di passaggio nella parte settentrionale del Continente, con venti molto forti fino a sfiorare il cuore dell'Europa; alta pressione robusta tra Azzorre e Spagna, fino a sfiorare Francia e Italia.
Ma la nostra Penisola si troverà sabato proprio sulla traiettoria del getto di passaggio, per fortuna già un po' smorzato. I venti d'alta quota passeranno sulle Alpi spremendo l'aria umida oceanica dal versante estero attraverso le vallate, e costringendola anche a scavalcare le cime più alte per poi farla ruzzolare sul nostro versante.
Il risultato sarà dato da venti di Tramontana e Foehn, molto forti e freddi sulle cime. Le raffiche invece saranno decisamente più calde in numerose zone della Pianura Padana, con punte fin verso i 25 gradi; ma il tepore – attenuato – arriverà anche nelle regioni del Centro portandoci una giornata dai toni più primaverili che invernali.
E' un evento che fa parte della variabilità invernale, anche se raro in questi termini.
Veloce quanto di breve durata, seguito da un ritorno nei ranghi con un Getto veloce e ondeggiante, ma senza esagerazioni.
Comunque – alla fine della fiera – l'Italia almeno per altri 7-10 giorni rimarrà fuori da ondate di freddo, ed anzi si troverà in un periodo relativamente tranquillo con poche piogge, aria umida e temperature un po' troppo alte.