L’evoluzione in area polare si orienta verso la staticità. A breve, l’ultima intrusione in sede polare ad opera del ramo eurasiatico verrà assorbita. Da quel momento il vortice polare inizierà una fase di rafforzamento denotata dallo scorrere a bassa frequenza di onde lunghe ma di scarsa ampiezza e di trascurabile propensione alla penetrazione anche (e solo) in sede sub-polare.
Il venir meno dello stimolo alle principali onde planetarie emergerà in modo assai rapido. Non che attualmente si stia assistendo ad una particolare propensione alla pulsazione meridiana nei due anticicloni semipermenenti oceanici, tutt’altro. Ma con il passar dei giorni si osserva in entrambe le onde planetarie, aleutimica e azzorriana, quel caratteristico frangersi d’onda verso est con relativa autorigenerazione in direzione opposta che denota una scarsa propensione bloccante nei confronti dei venti miti occidentali, le westerlies, che invece sono invitate, usando un termine poco tecnico, a “piallare la cresta d’onda”.
Una prima conseguenza è già ben visibile nella mappa di Figura 1. Il deficit di snowcover eurasiatica alimenta un feedback positivo in quanto la massa inerziale fredda e più pesante associata allo strato di maggiore estensione nevosa, viene meno. E dunque viene meno una opposizione alla penetrazione delle westerlies nel cuore dell’Eurasia.
Figura 1. Correnti miti e carenza di estensione eurasiatica di snowcover
In assenza degli stimoli dal basso, tipici della fase est della QBO durante il finale dell’autunno a partire dalla fine dell’ultimo ciclo solare forte (cioè il n.23 in cui per 4 anni consecutivi il mese di novembre ha avuto una media sunspot superiore agli 80), la stratosfera continua indisturbata il raffreddamento radiativo con la premessa che raggiungerà la tipologia di mese Cold nello schema messo a punto dal FU Berlin Stratospheric Research Group (Department of Earth Sciences / Institute of Meteorology). Questa classificazione indica i mesi con temperature medie inferiori a -71° a 30 hPa sopra il Polo Nord.
I casi del 2008 e del 2011 sono emblematici dei mesi di novembre in cui il rafforzamento del vortice polare stratosferico in QBO+, avvenuto per approfondimento in sede polare troposferica nella seconda parte di ottobre e arrivato in stratosfera a sforare la soglia Cold nel mese di novembre, hanno poi visto analoga tipologia in troposfera (AO+). Curiosamente ciò si è perpetuato anche nel successivo mese di dicembre, nonostante che i mesi di novembre 2008 e novembre 2011 siano trascorsi in modo antitetico. Nel novembre 2008 non sono mancati gli stimoli dal basso seppure in modo rapido e frammentato; al contrario, assoluta opacità negli stimoli durante il novembre 2011. Questo si è riflesso sulla natura Cold (nel 2011) o meno (nel 2008) del successivo mese di dicembre. Ma l’oscillazione artica ha mantenuto il suo carattere inerziale o, se vogliamo, con una terminologia poco tecnica “ha mantenuto la memoria”.
Figura 2. Composito carte tra natura Cold del mese di novembre per la classificazione del FU Berlin Stratospheric Research Group, natura degli approfondimenti dal basso del VPS e indice AO mensile di novembre (fonte NOAA).
La tendenza ad AO/NAO+ non è accondiscesa dalle SSTA atlantiche. Storicamente, una fase di decadimento dell’oscillazione multidecadale (AMO) è maggiormente associabile a NAO negativa. Attualmente poi vi è un tripolo atlantico leggermente negativo (dove negativo sta per SSTA- nella fascia centrale) e comunque con anomalia positiva nel tratto ovest a contatto con il continente nordamericano. Una siffatta dislocazione porta con il passare delle settimane ad un approfondimento del lobo canadese del vortice polare durante le fasi di VP debole. Invece in una fase di rafforzamento porta semplicemente ad una eccentricità del vortice polare verso il tratto canadese. E qui entriamo già in una fase che esula il mese di novembre: un continente eurasiatico libero da vorticità è prodromico allo sviluppo di circolazione secondaria, dovuta all’evoluzione di gocce pregresse nella parte finale dell’inverno.
Figura 3. SSTA positive ad ovest e leggermente negative nella fascia centrale del nord-atlantico con fase di Nino neutrale (Nada).
Nel precedente articolo anticipavo una tendenza in cui il getto atlantico si smorzava entrando in Europa, poco propenso ad entrarvi in modo franco. Lo avrebbe fatto timidamente, e a fasi alterne, a partire dal 29 settembre e, successivamente, nella prima metà di ottobre.
Inoltre feci notare che a partire da metà ottobre l’alta pressione non avrebbe permesso l’apertura della porta atlantica perché la differenza con lo schema statistico della fase MJO5 evidenziato dal Comitato Tecnico-Scientifico, vedeva l’HP su ovest Europa molto più forte ed in particolare più intenso di quello forzata dalla MJO. Con il passare delle settimane e con il rinforzo del vortice polare l’anomalia positiva in ovest Europa la osserviamo spostata in area continentale con caratteristiche dinamiche piuttosto evidenti.
Per quanto riguarda il nostro comparto euro-atlantico, il tutto si riflette con un’azzorriana che lascia scorrere sul suo bordo nord-orientale le (sopra citate) oscillazioni di scarsa ampiezza, che poi si trovano a cozzare nella sua partner dinamico continentale. Questo porta alla frammentazione del cavo d’onda con relativo isolamento di cut-off tra Ionio e basso Tirreno. Esso sarà rialimentato da 2 o più probabilmente 3 fasi di questo tipo entro le prime due decadi del mese. L’azione ostativa delle SSTA atlantiche dovrebbe esplicarsi maggiormente nella parte finale del mese con un abbassamento di latitudine del flusso atlantico e con un’alta pressione che molla temporaneamente in Europa seppur sempre con una sufficiente propensione alla penetrazione delle miti correnti occidentali sui comparti del sud Europa. In pratica, la “novembrata” lascerebbe spazio ad una EUropean Low un po’ più alta di latitudine.
Sull’emisfero nord saremo tra breve in presenza di un blocking barico ben strutturato sulla Siberia centro-orientale. Le prime conseguenze sono quelle di un frazionamento evidente nel getto in uscita dall’Eurasia verso il Pacifico che indebolisce la semipermanente aleutinica. Un treno d’onde percorrerà il Pacifico alle medie latitudini. Considerando la tendenza a blocking barico sull’ovest del nordamerica, possiamo comprendere come una componente del getto in Atlantico continui la sua corsa su basse latitudini che convergono verso la saccatura atlantica che progressivamente ha guadagnato strada verso l’est Atlantico.
Alle latitudini superiori si ricompatta il vortice polare ma questa è destinata a rappresentare un caratteristica recessiva per questo autunno (AO-). A mio avviso questa serie di blocchi tra est Eurasia e ovest Nordamerica in una situazione ancora di Nada tendente a debole Nina potrebbe comportare un Minor Warming che si candiderebbe fin da subito al Canadian Warming nel prossimo mese di dicembre.
Incidentalmente la posizione del blocco eurasiatico è molto legata alla formazione di una alta pressione a tutte le quote a valle ossia sugli Urali (North Caspian Pattern positivo, NCP+). Questa disposizione capovolge quella fin qui seguita in cui la Russia ed i Balcani erano sotto una intensa saccatura continentale e quindi massimizza la “ricettività” di un flusso da ovest che avanza sull’Europa. Un VP in rinforzo porta ad un approfondimento del ramo canado-groenlandese che mette sotto pressione quel che rimane dell’HP europeo. Il flusso di basse pressioni che scorrono a latitudini subtropicali in Atlantico potrebbe essere intercettato prima che entri sul nord Africa/Medditerraneo.