29.08.2013 - Comitato Tecnico Scientifico
Settembre: come inizierà l'autunno ?

Giunti alla fine dell’estate meteorologica siamo curiosi di come si presenterà settembre. Avremo modo di fare un resoconto più ampio sull’estate 2013 ma posso anticipare che l’originalità della stagione ormai alle porte sembra quella di essere stata breve ed intensa. Molto breve e molto intensa la macrofase africana al sud, suddivisa in 2 microperiodi di una decina di giorni ciascuno tra l’ultima decade di luglio e quella di agosto. Più lunga ed articolata invece la fase subtropicale man mano che ci si sposta dal centro sud verso nord ovest.

In questo articolo si indagano i motivi di quanto avvenuto, e pur senza la pretesa di essere esaustivi, da questo ne deriva un’analisi del mese di settembre.

Se ritorniamo indietro a maggio si poteva osservare un est Atlantico e un Mediterraneo che non permettevano di considerare un inizio dell’estate a pieni regimi. Di ciò ne abbiamo tenuto conto nell’outlook, limitatamente al mese di giugno.

Infatti le SSTA monitorate in una regione considerata critica nel settore centrale del nord Atlantico erano praticamente opposte a quelle della quasi totalità delle 2 precedenti decadi estive. Senza entrare troppo nel dettaglio tecnico, potevamo osservare una lingua calda all’interno di acque più fredde poste a ridosso delle isole britanniche. Di questo non c’era traccia negli anni precedenti. Tuttavia man mano che il monitoraggio continuava, questa lingua diventava sempre più calda e soprattutto guadagnava centinaia di miglia verso levante.

Figura 1. Le opposte SSTA in est Atlantico tra maggio e agosto.

Questo avanzare delle SSTA+ abbassava chiaramente l’affidabilità di una proiezione, soprattutto se  questa faceva dello status quo la sua forza. Poco dopo che la “testa d’ariete”, ovvero la lingua calda era arrivata a saldarsi con le isole britanniche, la circolazione generale in area euro atlantica si è modificata a 180°, in modo repentino e senza ritorno. Quello che si notava era che dopo un mese di approfondimenti al largo di Francia e Spagna, il getto in est Atlantico (EAJ), ha cambiato di segno diventando negativo. Contrariamente ad alcune proiezioni estive fatte ad inizio stagione, la Spagna, la Francia, il nord Italia e la Toscana, sono state colpite subito da progressive ondate di calore. L’Inghilterra dopo anni di estati piovose è tornata ai fasti del 2006 con anomalie di +2° nel periodo luglio-agosto sulle temperature all’altezza di 1500 m che arrivano a +3° se si considera solo il mese di luglio.

Attualmente l’est Atlantico è in situazione opposta rispetto all’inizio di stagione e il ritorno a situazioni più normali richiede tempo. E’ vero che il vortice polare si è presentato molto attivo in agosto (vedi NAO piuttosto positiva, forse per un minore scioglimento dei ghiacci artici rispetto agli anni precedenti ?) ma i getti in Atlantico sono piuttosto volubili e soggetti a variazioni da parte della remota oscillazione nord-pacifica. Ritornando all’Atlantico si nota che la zona tra le Canarie e il Portogallo è più fredda della media riducendo il termoclino con l’area est Atlantica. Di fatto la regione di convergenza intertropicale sul settore ovest dell’Africa dovrebbe rimanere sopra la media stagionale, con interessamento di zone sud-sahariane da sempre aride perché poste a nord del Sahel. E qui è da considerare che la MJO che si intensifica in fase africana: un’onda subtropicale dovrebbe spostarsi da est ad ovest (attualmente la vediamo dal satellite su Sudan e Etiopia).

Con queste considerazioni preliminari, la tendenza è quella di avere situazioni di alta azzorriana centrata in centro-est Atlantico, ma presente anche su ovest Mediterraneo, situazioni generali di caldo gradevole e moderati strappi nel getto nord Atlantico in ingresso alla Scandinavia o al limite a ridosso delle isole britanniche che fanno scorrere linee temporalesche da nord a sud, un po’ come questo finale di agosto. Immaginiamoci dunque una frequenza blanda di passaggi, forse a cadenza settimanale o decadale. Comunque il quadro generale vede un maggiore interessamento dei settori orientali. E’ possibile poi con il passare del tempo intervenga addirittura una rotazione delle correnti in quota con impulsi più freddi da nord-est per la tendenza dell’anticiclone a concentrarsi maggiormente alle latitudini centro-settentrionali europee. In questa ultima fase, timidamente alcune perturbazioni atlantiche si riaffaccerebbero su Irlanda e Gran Bretagna: primi segnali di una normalizzazione del getto in est Atlantico.

 

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