04.06.2012 - Comitato Tecnico Scientifico
Verso il break pre-natalizio

Sempre orientati verso un’analisi che prescinda dall’essere puramente astratta e che sia invece di senso pratico per un episodio invernale sull’Italia, è forse arrivato il momento buono per inquadrare un break natalizio (ovvero nella terza decade) di breve durata ma con buona probabilità proficuo per chi voglia passare qualche giornata in montagna con la neve.
In questa ottica, non avrebbe avuto molto senso prospettare una tale eventualità in un long-range che segue una propagazione verso il basso di forte raffreddamento stratosferico. Infatti abbiamo trascorso i canonici 20 giorni di nulla assoluto, con l’indice AO che se ne è andato per il quarto periodo dal 1950 sopra i +5. Se non fosse stato per un abbassamento del flusso zonale che ha portato timide precipitazioni sui versanti occidentali dopo un autunno tra i più secchi di sempre, sarebbe continuato ad emergere lo stesso pattern dominante.
Abbiamo appena assistito ad un primo debole segno di vita della wave 3, ovvero una risposta troposferica a carico degli eddy euroasiatici. Che porta a quotare un allentamento dei nefasti effetti sul vortice polare del raffreddamento stratosferico di fine novembre.
Ma una configurazione emisferica deve incastrare diversi tasselli per andare a buon fine. Non basta certo un’attesa di mancata previsione NCEP/GFS sul rientro della convezione intertropicale in seguito ad una abnorme convergenza sul Pacifico occidentale.

Anomalia di velocità potenziale

Proiezione statistica MJO. Migliore verification sulla linea rossa, a seguire la linea verde..
E’ una condizione necessaria per produrre una rottura d’onda in uscita dagli States ma non è sufficiente affinchè sia proprio il Mediterraneo centrale a beneficiare della ritrovata wave atlantica. L’entrata della MJO in fase 6 è invece sufficiente ad imprimere maggiore potenza nell’alta aleutinica con un incremento del flusso degli eddy sul tratto canadese.
Anomalia delle altezze nel campo del geopotenziale a 200 hPa
Il tutto si tradurrà con un warming nella bassa stratosfera dello stesso tratto canadese. Da non confondersi con il Canadian Warming che implicherebbe pure l’inversione dei venti zonali su quel tratto.
La sinergia delle wave 1 e 3 fa rallentare la trottola della semipermanente ma, stante la condizione iniziale del getto, questo ancora non basta certamente a sciogliere la prognosi.

Anomalia delle altezze nel campo del geopotenziale a 100 hPa previste all’inizio terza decade
Tra qualche giorno un evento molto limitato su scala spaziale trova le condizioni (le condizioni premesse) per stravolgere totalmente il quadro circolatorio del quadrante emisferico di nostro riferimento. Brevemente, una depressione tropicale in risalita di fronte alla costa est del nord America, approfonditasi sulla linea del fronte polare al contatto dell’aria fredda in discesa dal mar del Labrador diventa una struttura depressionaria con forza pari alla Cat 1 (e forse qualcosa di più). Questa struttura ha la capacità di andare in poche ore a catturare tutta la vorticità potenziale associabile alla semipermanente islandese producendo un cambiamento profondissimo quanto brevissimo (perché mancano le condizioni di base) sullo schema di circolazione atlantica. La depressione con forza di uragano va a colpire l’Europa centro-settentrionale con un rinforzo del ridge atlantico (ATH) dietro ad essa. Quello che rimane dopo è la meridianizzazione della struttura con affondo nord-atlantico sul Mediterraneo centrale.

Vorticità a carico della semipermanente risucchiate sul Mar del Nord
Autori:
Andrea Rossi