01.01.2022 - Associazione
Outlook gennaio 2022

PREMESSA

Le condizioni di partenza a fine 2021 hanno evidenziato un Vortice Polare troposferico moderatamente disturbato da attività d’onda con un pattern prevalentemente riconducibile ad un “Atlantic Ridge”, evoluto temporaneamente in “Blocking” sul Nord Atlantico, in un regime medio di NAO negativa.
In stratosfera permangono condizioni di vortice polare moderatamente forte soprattutto in media e medio alta quota con contenuto disturbo bilaterale (Wave 2) dovuto all’intenso gradiente meridionale locale ma con scarso afflusso di “eddy heat and momentum flux” attraverso le quote più basse della stratosfera, ove pertanto l’alimentazione delle creste d’onda appare discontinuo e le stesse raramente convergenti sopra i 55/60° N.
In prospettiva è attesa un’intensificazione dell’attività d’onda a motivo della convergenza delle fasi 7 della MJO e 6 tendente a 7 dei venti circumglobali (GWO) in un regime di momento angolare positivo.
A motivo di questo, l’evoluzione del gradiente locale si sposta dalla catena uralica (Mountain Torque) al Pacifico centrale, entrando in coppia con la MJO ove i massimi di convezione si sono posizionati costantemente ad oggi nei pressi del meridiano del cambio di data (180°).


ANALISI
Alla luce delle premesse esposte, sul Pacifico settentrionale si andrà a strutturare un blocco vero e proprio, che andrà a consolidare il ridge semistazionario ivi già presente, rispecchiando il pattern pacifico caratteristico delle fasi di Niña che, in caso di modalità EP (East Pacific) come quella attuale, è generalmente composto da un tripolo con anomalie negative a ridosso del continente asiatico, positive a ridosso della regione centrale e nuovamente negative sulla west coast americana, consolidando il dipolo PDO negativo.
In questo contesto, a ragione del momento angolare positivo, è da mettere in conto (ad eccezione dell’area influenzata dall’attività convettiva, ovvero inizialmente nel Pacifico) un’intensificazione delle westerlies e quindi della componente zonale soprattutto nel comparto atlantico.
Ad incentivare questo incremento, verosimilmente, concorre anche una compressione d’onda stratosferica che, in caso di VPS strong come in questo caso, può venir sollecitata verso una trasmissione di moto verticale westerlies verso i piani inferiori.
Riteniamo per queste ragioni che i tentativi d’onda nel comparto atlantico, a fronte di una zonalità inizialmente non particolarmente marcata e quindi di un getto che andrà ad intensificarsi successivamente, non presentino idonee caratteristiche di stazionarietà tali per strutturare importanti azioni retrogressive in grado di coinvolgere tutta la Penisola ed il Mediterraneo centrale.
E’ probabile che quest’azione si concretizzi in un modesto strappo artico in rapido spostamento verso est con maggiore interessamento del Nord Italia e delle regioni adriatiche, e che presenti quale successivo focus l’est Europa, in considerazione del previsto aumento di valore dell’indice NAO.
La parziale avanzata del blocco Pacifico verso il continente americano, testimoniata dalla risalita del PNA, dovrebbe portare ad un ulteriore avanzamento verso est della zona di bassi geopotenziali ad inizio seconda decade. La presenza di una debole spalla anticiclonica in Atlantico, unita alla presenza di aria gelida precedentemente depositata sull’Europa Orientale, dovrebbe portare ad un abbassamento del jet stream verso il Mediterraneo centro-occidentale, con l’ingresso di aria polare marittima sul nostro Paese.
Lo scenario per il restante mese di gennaio appare parzialmente evolutivo per quanto concerne la traslazione dei massimi centri di convezione tropico-equatoriale, che vedrebbero attiva un’oscillazione tra la fase 7 e la fase 8 della MJO e venti globali che puntano in fase 8, ovvero laddove il GLAAM inizia la sua inversione di tendenza da anomalie positive verso anomalie di segno opposto.
E’ in questa fase che ritroviamo le possibilità più concrete di un avanzamento del “wave train” dal Pacifico verso il continente americano, con una conseguente maggiore probabilità di strutturazione di blocchi alle velocità zonali.
A decorrere grossomodo dalla metà del mese gli scenari possibili non sono del tutto univoci, in quanto si potrebbero alternare pattern di temporanei ATR (Atlantic Ridge) ad una tendenza da parte dell’apice del promontorio ad evolvere verso nord-est, contribuendo a costituire uno scivolo di correnti di matrice polare verso l’Europa centro-meridionale.
Al momento non si potrebbe neppure del tutto escludere l’evoluzione del predetto Atlantic Ridge in un pattern Scandinavian positivo, qualora l’incidenza del trasporto d’onda riuscisse a marginalizzare le correnti zonali uscite dalla East coast USA e pertanto l’indice NAO si portasse su valori neutro-negativi dopo un’iniziale fase di maggiore positività.
In questa fase, almeno fino all’inizio della terza decade di gennaio, grazie alla coppia MJO/GWO in fasi forzanti si dovrebbe assistere al mantenimento di un buon gradiente, coadiuvato da GLAAM+ ad azioni da parte degli eddy fluxes tendenti ad indebolire le Vorticità Potenziali del VPS.
Sarebbe lecito attendersi infatti un incremento dei flussi di calore provenienti dalla troposfera e una salita del diagramma dell’Heat Flux a 100 hPa che attesti un trasferimento verticale di calore e momento più corposi rispetto alla situazione iniziale, che vede un buon gradiente meridionale alle quote medio alte della stratosfera ma un insufficiente apporto dalle quote inferiori.
Gli esiti finali di questa dinamica non è facilmente pronosticabile allo stato attuale.

PROSPETTIVE

Alla luce di questa non univoca premessa è comunque possibile tracciare l’andamento medio della circolazione sull’Europa centro-meridionale con influenza sulla nostra penisola.
Dopo un inizio di gennaio caratterizzato da un anomalo promontorio subtropicale proteso verso l’Europa centro meridionale, che sta comportando/comporterà valori di temperatura assolutamente anomali per il periodo, si dovrebbe difatti assistere ad un incremento marcato del regime zonale dall’Atlantico verso l’Europa, che provvederà a stemperare i valori notevolmente superiori alle medie del periodo, in attesa di un più intenso raffreddamento che a cavallo dell’Epifania dovrebbe riguardare tutta la penisola; in questo caso gli apporti precipitativi saranno probabilmente poco incisivi e limitati ai settori orientali.
Dovrebbe quindi seguire una breve fase anticiclonica in attesa di nuovi contributi nord-atlantici, che verosimilmente interesseranno il nostro territorio con maggior riguardo alle regioni settentrionali.
Questo tipo di tempo, variabile ed a tratti instabile e caratterizzato da un quadro termico grossomodo in linea con le medie del periodo o solo temporaneamente al di sotto, dovrebbe costituire il trend prevalente fino almeno alla metà del mese di gennaio.
In seguito il panorama evolutivo, connotato dalle incertezze prognostiche descritte in ANALISI, potrebbe essere caratterizzato da un promontorio atlantico (ATR, blocco relativamente basso di latitudine) o una “Bartlett High“; in entrambi i casi, verso metà mese dovrebbe interrompersi il flusso occidentale e partire una fase più favorevole all’instaurazione di forcing dinamici dell’alta pressione atlantica verso l’Europa centro settentrionale, con un nuovo raffreddamento del comparto europeo orientale.
Questo comporterebbe una maggiore esposizione della nostra Penisola a correnti fredde dai quadranti orientali o nord orientali in ragione della posizione ed estensione della radice dell’ATR.
Eventuali confluenze con correnti più umide di matrice polare marittima, piuttosto che una più spiccata evoluzione del ridge atlantico sull’Europa centro settentrionale con una maggiore prevalenza di clima freddo ma mediamente più asciutto, fanno parte del bivio previsionale concernente l’evoluzione/intensificazione o meno dei flussi tropico-equatoriali, con probabili marcate differenze sugli effetti nell’evoluzione delle dinamiche stratosferiche.

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