Analizzando la situazione nord emisferica, osserviamo la conferma di quanto atteso sull’impatto autunnale del deficit estivo della superficie ghiacciata nell’Artico. L’indice su cui doveva impattare era l’oscillazione artica, il segno atteso era negativo, il mese di massimo impatto era ottobre. La causa ipotizzata è la quantità di calore intrappolata nell’Artico per ridotta albedo.
Per questo motivo la posizione attesa dell’anticiclone polare è l’Artico russo. Con le condizioni date e ipotizzando la retrogressione del blocking barico, l’indice AO associato alla bassa pressione sulla Groenlandia scenderà sì ma gradualmente.
In una prima fase il nocciolo artico-continentale in spostamento nord-est / sud-ovest, taglierà in due la Scandinavia e impatterà sulle Isole Britanniche come ipotizzato nel topic relativo all’analisi, prospettiva ed evoluzione stagionale. Il blocking dal canto suo si porterà dall’artico-russo verso l’estremo nord-est Atlantico con obiettivo la Groenlandia.
La seconda fase vede il vortice polare tra Groenlandia e artico canadese, schiacciarsi sui paralleli all’arrivo dell’alta polare. Lo schiacciamento avviene perché il getto subtropicale è ancora alto, attorno al 30°N. Una situazione simile ma con subtropicale bassa o quasi azzerata, quella del dicembre 2009, ci avrebbe portato a un flusso atlantico basso di latitudine. In questo caso si assiste a un flusso ondulato a media altezza con la saccatura canadese che avanza sull’Oceano Atlantico e il nocciolo freddo sulle Isole Britanniche che torna a muoversi verso est sull’Europa d’oltralpe. Precipitazioni alternate a giornate soleggiate con zero termico in leggera discesa al centro-nord, mentre al sud la stabilità simil-estiva è rotta quà e là da picchi precipitativi improvvisi (da monitorare la situazione). Questa seconda fase arriva ad abbracciare praticamente tutta la seconda decade.
Figura 1 – Movimento dei principali centri d’azione (su grafica by Meteonetwork.it)
La terza fase si proietta sull’ultima decade del mese. Questo flusso ondulato alle medie latitudini non supportato dal VP (sostituito dall’alta polare) e schiacciato in basso dal getto subtropicale, avrà un punto debole che potremmo vedere in prospettiva sul nord-ovest Atlantico, sede naturale dei forcing indotti dalle SSTA. Lì si dovrebbe interrompere l’antizonalità ad opera di una pulsazione dinamica verso l’alta polare in artico canadese (fase 2). Quindi la saccatura atlantica prenderebbe un asse dislocato più o meno tra est Atlantico e Spagna. Il getto subtropicale dovrebbe riprendere vigore per ragioni dinamiche e l’Italia potrebbe di nuovo essere tagliata di nuovo in due. A meno che la bassa pressione continentale non voglia estendersi fin dalla terza decade di ottobre sui Balcani (comunque è un ipotesi che considero un po’ remota), le piogge dovrebbero essere relegate al nord e tirreniche settentrionali.
Figura 2 – Possibile sviluppo per la 3° decade (grafica by Meteociel.fr)
Dal punto di vista dell’emisfero nord invece, e dunque per il proseguimento della stagione, se il VP continuerà a dare pochi segnali di vita durante la pulsazione dinamica sul nord-ovest Atlantico, si arriverebbe ad un coupling tropo-bassa strato (Canadian Warming).