Negli ultimi mesi, le scarse precipitazioni hanno portato la Vistola, il più lungo fiume polacco, a raggiungere il suo minimo storico di portata, da quando sono iniziate le rilevazioni 200 anni fa: il letto del fiume nella città di Varsavia presenta solo qualche rigagnolo dal flusso molto debole. Questa drammatica siccità però ha dato un contributo importantissimo per storia della Polonia: dalla fanghiglia presente nel letto del fiume infatti negli ultimi giorni sono emersi degli enormi manufatti di marmo, provenienti da un carico affondato 400 anni fa.
Secondo gli archeologi, che ipotizzavano la presenza dei reperti in fondo al fiume, si tratta del carico di alcune chiatte svedesi, poi affondate, che trasportavano quanto rubato dal castello di Varsavia e da altri palazzi della città durante l’invasione del XVII secolo. Questa è la prova più importante mai scoperta riguardante l’invasione svedese in territorio polacco, affermano gli studiosi. Il carico, che comprendeva colonne, statue, gradini e molti altri oggetti marmorei di grande dimensione, era probabilmente diretto verso Danzica, da dove gli svedesi l’avrebbero poi trasportato verso la loro terra d’origine, tuttavia le cause dell’affondamento sono ancora ignote. Nel letto del fiume poi sono stati rinvenuti ordigni inesplosi e altri reperti risalenti al periodo della seconda guerra mondiale, ma questo tipo di ritrovamenti sono molto comuni, considerato il triste passato dell’area.
“La siccità ci ha aiutato molto: cioè che era sommerso e per metà sepolto dalla sabbia ora può essere recuperato”, ha dichiarato Hubert Kowalski, vice direttore del Museo dell'Università di Varsavia. Ma ora è importantissimo rimuovere i reperti dal letto del fiume e catalogarli. Tuttavia il livello del fiume è troppo basso affinchè le gru galleggianti possano intervenire per estrarre gli enormi blocchi di pietra dalla fanghiglia maleodorante, quindi si attende un incremento del livello per fare un balzo in avanti nelle operazioni di recupero. Un rapido incremento del fiume è atteso anche per riprendere la normale navigazione, ora gravemente limitata ma soprattutto per scongiurare la chiusura di alcune centrali elettriche che utilizzano l’acqua del fiume per i loro sistemi di raffreddamento. (foto credit: Reuters)