
A spasso per il mondo: Marzo 2008

Quando ormai molti si erano rassegnati ad archiviare l’inverno 2007-2008 come una stagione da archiviare senza grossi ricordi, e quando molti ormai avevano i pensieri proiettati verso l’imminente primavera , ecco che abbiamo dovuto fare i conti con la più decisa pagina invernale proprio nel periodo di Pasqua. Nel nostro forum sono perciò stati sviluppati thread che descrivevano il succedersi degli eventi sia in termini didattici sia come semplice nowcasting.
E’ scaturita così l’idea di mettere insieme i numerosi frammenti di questo episodio e di farne un lavoro in due parti, dove potremo trovare sia le belle analisi sinottiche del nostro Catania, le analisi del nostro 4ecast , ma non potevano neppure mancare le foto che molti di voi hanno postato nel nostro forum.
Auguro a tutti buona lettura.
Luigi Bellagamba.
Questo articolo nasce da un confronto nell'area didattica del nostro forum e mette in risalto proprio l'eterogeneità del nostro gruppo e la notevole “palestra” costituita dalle discussioni didattiche. Nei giorni precedenti alla creazione di questo thread didattico infatti Lorenzo Catania si era reso protagonista di una performance degna dei migliori meteoman, descrivendo l'evoluzione di una perturbazione con dovizia di particolari. Di fronte alla sua esposizione ho ritenuto utile aprire in primis per me, ma un po' a tutti, una nuova discussione che spiegasse a grandi linee, come si fa avendo delle mappe a costruire i movimenti di un fronte.
Detto e fatto, contando sulla disponibilità di Lorenzo Catania ne è uscito un bel lavoro che a mio avviso ha meritato un posto anche in questo portale.
Buona lettura a tutti.
Luigi Bellagamba
Con questa pubblicazione, anche il Progetto Clima incomincia a proporvi una serie di elaborati, a cadenza mensile, che svilupperanno l’analisi del comportamento del clima italiano. Scusandoci per il ritardo, iniziamo con il mese di novembre in cui proponiamo, nei due pdf allegati, il riassunto teleconnettivo e sinottico e la statistica di alcune città campione riferita ai parametri di temperatura e precipitazioni.
Trattandosi della nostra prima uscita, abbiamo cercato di presentarvi un lavoro il più curato possibile, ma siamo noi i primi a riconoscere che si può fare ancora di più. A tal proposito, già con il mese di dicembre la parte statistica sarà ancora più ampia, articolata e dettagliata.
Il lavoro che vi appresterete a leggere è il frutto di una proficua collaborazione tra i ragazzi che hanno aderito a questo progetto e di un’organizzazione interna che ha equamente ripartito i compiti tra tutti i collaboratori: si tratta di un vero e proprio lavoro di squadra, portato avanti giorno dopo giorno con passione e costanza.
Sotto la supervisione del Comitato Scientifico, il Progetto Clima saprà sicuramente intraprendere, da qui in avanti, un cammino di sviluppo mirato a diffondere una corretta conoscenza ed interpretazione della climatologia italiana.
Buona lettura
La radiazione elettromagnetica è un fattore molto importante alla base delle dinamiche atmosferiche. In questo lavoro si prendono in considerazione le onde elettromagnetiche che più le riguardano, ovvero il visibile, l'ultravioletto e l'infrarosso e viene mostrata l'enorme quantità di energia che trasportano con loro. Inoltre è spiegato in maniera qualitativa come avvengono gli scambi di energia e le interazioni con le molecole che compongono l'atmosfera, ovvero assorbimento, riflessione e trasmissione, ed è riportato un bilancio energetico globale che ci spiega l'insorgere dei moti atmosferici a livello globale.
Le correnti occidentali (westernlies) generalmente mostrano una ampia variabilità di situazioni, ma a volte possono subire una sorta di interruzione: questo tipo di pattern circolatorio va sotto il nome di blocco atmosferico. In relazione a questo argomento è stato redatto un breve contributo in pdf, diviso in più parti. Dopo aver identificato e classificato i blocchi, si è dato spazio al loro meccanismo di innesco e al loro mantenimento, facendo osservare come questi rappresentino un fenomeno dalle caratteristiche più generali quale quello di un persistente flusso anomalo. Nella seconda parte del lavoro è stata infatti affrontata la variabilità a bassa frequenza e i regimi di persistenza. La dispensa si rivolge anche ad un pubblico dotato di competenza tecniche, mostrando un semplice modello di formazione di onde stazionarie risonanti orografiche.
Al giorno d'oggi si sente spesso parlare della Corrente del Golfo, soprattutto in relazione al clima europeo e ai cambiamenti a vasta scala che potrebbe portare una sua alterazione. Nello specifico ci si chiede quali potrebbero essere le conseguenze dell'arresto di una delle maggiori correnti oceaniche della Terra: una nuova era glaciale? stavolgimenti climatici globali immediati?
In realtà molti sono i fraintendimenti che ruotano attorno al mito della tiepida corrente atlantica: innanzitutto la Corrente del Golfo, nella sua corretta denominazione oceanografica, non potrà MAI fermarsi, almeno fin quando esisteranno i venti, i continenti saranno disposti come oggi e la Terra girerà; quello che potrebbe avvenire è un arresto, o rallentamento, della Corrente del Nord Atlantico, non della Corrente del Golfo, da cui si distingue.
Ma a parte questa improprietà dell'uso dei termini, non c'è alcuna evidenza, per ora, che negli ultimi decenni il trasporto di calore attraverso l'oceano verso l'Europa sia diminuito. In questo senso gli studi sono constrastanti nel diagnosticare l'eventuale cambiamento della circolazione atlantica.
Questo approfondimento non ha il compito di cercare delle risposte che solo ulteriori studi potranno fornire, ma di spiegare la conoscenza dello stato attuale delle cose per eliminare molti equivoci sorti su questi argomenti.
Ho pensato di fornire una prima parte propedeutica alla comprensione dei temi che verranno trattati (THC, MOC, AMO) in cui si discutono le principali caratteristiche della circolazione oceanica globale, pur senza una rigorosa spiegazione matematica dei fenomeni che appesantirebbe non poco la lettura.
Claudio Stefanini
Il Comitato Scientifico dell'Associazione MeteoNetwork scrive al quotidiano nazionale La Repubblica. Con un nuovo obiettivo: quello di sorvegliare la disinformazione meteo sui mass media.
Dalla nascita di MeteoNetwork molti sono stati i progressi compiuti e i traguardi raggiunti, che hanno contribuito in un modo o nell’altro ad evolvere e a far progredire la nostra Associazione. In particolare siamo passati dall’essere un semplice punto di riferimento per i meteoappassionati, al proporci come un valido luogo di incontro e dibattito su argomenti inerenti la meteorologia e i suoi aspetti più tecnici e meno conosciuti, grazie anche all’ausilio di interventi chiari e precisi e sicuramente cresciuti di qualità col tempo. Proprio questo tipo di evoluzione ci ha fatto prendere coscienza che anche in Italia è possibile attuare una campagna di corretta informazione meteorologica. La nascita del Comitato Scientifico prima e l’avvento di uno staff sempre più preparato all’interno di MeteoNetwork poi, hanno consentito di strutturare un’organizzazione interna capace di proporre nuovi progetti e di porsi nuovi obiettivi, tra cui il cercare di offrire una corretta informazione meteorologica e l’operare un’azione di “sorveglianza” rispetto a certe dichiarazioni sbagliate ed inadeguate offerte dai mass media.
In un’epoca in cui la meteorologia e gli allarmismi ambientali sono ormai diventati di dominio pubblico (ma che sovente risultano strumentalizzati per fini impropri, spesso politici), ci è quindi sembrato sempre più opportuno e quanto mai utile proporre al pubblico un’ informazione pacata, priva di allarmismi ingiustificati, e soprattutto supportata da basi scientifiche adeguate. Proprio in questa chiave di lettura nasce la missiva che abbiamo deciso di inviare al direttore del quotidiano “La Repubblica” (che trovate qui di seguito in forma integrale) da intendersi appunto come una protesta di fronte ad un articolo palesemente superficiale, che poteva sicuramente indurre in errore il lettore medio. La nostra sorveglianza in tal senso ovviamente continuerà e di fronte a certi tipi di divulgazione saremo pronti ad intervenire nuovamente, in nome della cultura meteorologica, contro tutti coloro che non attueranno una corretta informazione scientifica.
Egr. Direttore,
il Comitato Scientifico dell’Associazione MeteoNetwork (www.meteonetwork.it) vuole esprimere il proprio dissenso in merito alla lettera scritta dalla signora Capanna Margherita (sulle cui esatte generalità ci permettiamo evidentemente di esprimere qualche dubbio, dal momento che il famoso rifugio si trova proprio nel comune di provenienza indicato nella missiva) e pubblicata sul Suo quotidiano giovedì 27 dicembre.
Dobbiamo infatti prendere atto, ancora una volta, della cattiva salute di cui gode lo stato culturale della nostra società in ambito meteorologico e climatico. Colpa di un’informazione che ha parlato a tal punto di riscaldamento globale da renderlo responsabile, nell’immaginario collettivo, solamente di un aumento della temperatura del pianeta, colpa della mancanza, in Italia, di una corretta conoscenza del comportamento del tempo e del clima. La lettera apparsa sul Suo quotidiano evidenzia in effetti in modo chiaro ed inequivocabile come non si conoscano affatto l’influenza del global warming sul motore atmosferico né i cambiamenti da questo provocati.
Il fatto che quest’anno alcune regioni italiane del Centro-Sud abbiano già attraversato una fase fredda e nevosa, non ci deve indurre a cancellare i ricordi della scorsa stagione invernale, né a ritenere che tutto sia tornato a posto. Anzi, è proprio questa grande differenza che stiamo per il momento appurando tra due anni consecutivi a dimostrarci che il riscaldamento globale esiste, sotto la veste di “estremizzazione”. Il calore che viene accumulato in più dall’atmosfera per effetto del riscaldamento globale, può infatti essere impiegato in due modi, come ci dice il primo principio della termodinamica: per far aumentare la temperatura media (in Italia, per esempio, il 2007 chiuderà al terzo posto tra gli anni più caldi da quando si effettuano le registrazioni, dopo il 2003 ed il 2001) o per accrescere la quantità di energia in più, disponibile all’atmosfera per incrementare l’intensità dei suoi fenomeni, siano essi di matrice calda o di matrice fredda. Ecco che allora se l’inverno dell’anno scorso ha chiuso con un’anomalia positiva di ben 3.1 °C rispetto al trentennio 1961-1990 (è stato per la cronaca il più caldo degli ultimi 200 anni), quest’anno, per il momento, ci troviamo ben lontani da questo scenario: basti pensare che nelle regioni del Centro-Sud, durante l’evento nevoso di metà dicembre, le temperature medie, calcolate su un campione di 40 località, sono state tra i 6 ed i 7 gradi sotto la media dello stesso trentennio di riferimento. Anche se le valutazioni saranno fatte alla fine dell’inverno, questo dato avrà certamente un peso verso il basso nel plasmare il bilancio termico stagionale.
Vorremmo infine ricordare che il riscaldamento globale non è né una comodità, né un’opportunità per soddisfare i desideri della massa. Semplicemente è la “febbre” del nostro pianeta. Se si cominciasse a capire e a riconoscere seriamente il problema, forse tante parole non verrebbero mai pronunciate e nemmeno pensate.
Cordiali saluti
Il Comitato Scientifico di MeteoNetwork.
Perché scrivere un articolo sulla North Atlantic Oscillation? La prima risposta che mi viene in mente è legata al fatto che per capire di più nell’ ambito delle teleconnessioni l’unico mezzo è avere una buona conoscenza dell’inglese e cominiciare a vagare in Internet per trovare articoli che trattino questo argomento. Il fatto è che la North Atlantic Oscillation non è fine a se stessa: ci sono interazioni molteplici che possono influenzare l’andamento di questa teleconnessione e questo indice è in grado di influenzare a sua volta altri indici.
Per fare un po’ di chiarezza e mettere a disposizione in italiano i testi che ho tradotto ho deciso di mettere tutto nero su bianco ed è così uscito fuori questo lavoro che dovrebbe almeno negli intenti rendere più chiaro a tutti cosa è la NAO.
Questa prima parte pubblicata sul nostro portale può essere intesa come un’introduzione, una parte semplicemente descrittiva che spiega cos’è la North Atlantic Oscillation. Seguirà una parte dedicata alle interazioni.
Auguro a tutti buona lettura a nome del CS di MNW.
Luigi Bellagamba