Questo articolo nasce da un confronto nell'area didattica del nostro forum e mette in risalto proprio l'eterogeneità del nostro gruppo e la notevole “palestra” costituita dalle discussioni didattiche. Nei giorni precedenti alla creazione di questo thread didattico infatti Lorenzo Catania si era reso protagonista di una performance degna dei migliori meteoman, descrivendo l'evoluzione di una perturbazione con dovizia di particolari. Di fronte alla sua esposizione ho ritenuto utile aprire in primis per me, ma un po' a tutti, una nuova discussione che spiegasse a grandi linee, come si fa avendo delle mappe a costruire i movimenti di un fronte.
Detto e fatto, contando sulla disponibilità di Lorenzo Catania ne è uscito un bel lavoro che a mio avviso ha meritato un posto anche in questo portale.
Buona lettura a tutti.
Luigi Bellagamba
Categoria: Attività Associativa
Le masse di aria fredda
La storia e le vicissitudini di una massa d’aria sono più affascinanti di quanto si possa pensare: il luogo di origine, la trasformazione termodinamica a cui va incontro lungo il proprio cammino e l’interazione con la morfologia del territorio su cui transita sono alcuni degli aspetti più importanti che la caratterizzano. Conoscere una massa d’aria significa, quindi, conoscere tutto il suo comportamento da quando parte a quando arriva, insieme alle sue potenzialità ed ai fenomeni ad essa associati.
In questa dispensa troverete un’accurata descrizione delle masse di aria fredda e un’analisi dei suoi parametri termodinamici, conservativi e non, che ci permettono di catalogarla. Ad una descrizione prettamente nozionistica si accompagna una parte descrittiva mirata ad illustrare l’interazione delle varie masse di aria fredda con il bacino del Mediterraneo: a tal proposito, troverete alcune illustrazioni sinottiche che favoriscono l’arrivo del freddo sulla nostra penisola ed un quadro sintetico della fenomenologia che può generarsi a seconda dell’estrazione della massa d’aria in arrivo.
In allegato, trovate anche un file excel creato dal nostro Alessandro Raolil che vi permette di calcolare la temperatura di rugiada e quella di bulbo umido: come sappiamo, quest’ultima riveste un ruolo determinante per sapere se ci sono le condizioni affinché nevichi.
Buona lettura
Teleconnessioni – Introduzione Generale
Salve a tutti! Ho il piacere di inaugurare questa nuova sezione del portale, dove verranno raccolti i lavori redatti dai membri del Comitato Scientifico Meteonetwork, per permettere a chiunque l'approfondimento di tematiche che riguardano la previsione a lunga scadenza, l'analisi teleconnettiva e il raffronto climatologico.
L'obiettivo di “Teleconnessioni – Introduzione Generale” (la dispensa è qui allegata in formato pdf) è quello di fornire le prime nozioni basilari in campo teleconnettivo attraverso una forma semplice e sintetica, illustrando schematicamente tutti quegli elementi che entrano in gioco nel momento in cui si compie un'analisi a scala globale, con particolare focus sull'influenza – diretta e indiretta – di questi, nel condizionare l'evoluzione sinottica e climatica dell'area europea e mediterranea.
Il documento risulta così suddiviso:
1) Parte introduttiva e brevi cenni storici, dai primi studi teleconnettivi ai tempi recenti.
2) Elenco delle principali teleconnessioni atmosferiche (NAO, AO, EA, PNA, SCAND, EA/WR, POL, WP, EP/NP)
3) Teleconnessioni oceaniche (ENSO, PDO, AMO, IOD)
4) Teleconnessioni ibride derivanti dal coupling oceano-atmosfera (MJO)
5) Teleconnessioni stratosferiche (QBO).
6) Link utili e fonti web e bibliografiche.
Buona lettura!
Marco Magnani
Proseguono le analisi del Progetto Clima: Dicembre 2007
L’analisi che vi propone il Progetto Clima per il mese di dicembre analizza dettagliatamente il comportamento del tempo nel primo mese invernale dell'inverno 2007-2008. Nel primo pdf allegato trovate la statistica suddivisa in tre macro-aree: Nord, Centro, Sud e Isole. Ai dati puntuali riferiti ad alcune delle sessanta stazioni della rete dell’Aeronautica Militare si accompagnano alcuni grafici che danno un andamento d’insieme per ogni macro-area, mentre la tabella riassuntiva e il relativo grafico ci permettono di quantificare le medie e le anomalie pesate su tutta l’Italia.
Nel secondo pdf, invece, trovate un’analisi dell’ondata di freddo che ha colpito il Centro-Sud tra il 14 e il 16 dicembre. Infine, nel terzo pdf, il resoconto mensile per la città di Milano curato da Gianfranco Bottarelli.
verifica di Giugno

La fase invernale di Pasqua 2° parte
Dopo aver analizzato nella prima parte la preparazione dell’attacco invernale al ponte pasquale, ed aver capito come siamo arrivati in pieno Marzo ad avere una configurazione tipicamente invernale, passiamo ad occuparci della seconda parte del peggioramento, quella che va dal 22 al 24 Marzo sempre grazie all’ausilio delle analisi di Lorenzo Catania, ed al contributo fotografico di molti nostri lettori.
L'informazione e la meteorologia
Il Comitato Scientifico dell'Associazione MeteoNetwork scrive al quotidiano nazionale La Repubblica. Con un nuovo obiettivo: quello di sorvegliare la disinformazione meteo sui mass media.
Dalla nascita di MeteoNetwork molti sono stati i progressi compiuti e i traguardi raggiunti, che hanno contribuito in un modo o nell’altro ad evolvere e a far progredire la nostra Associazione. In particolare siamo passati dall’essere un semplice punto di riferimento per i meteoappassionati, al proporci come un valido luogo di incontro e dibattito su argomenti inerenti la meteorologia e i suoi aspetti più tecnici e meno conosciuti, grazie anche all’ausilio di interventi chiari e precisi e sicuramente cresciuti di qualità col tempo. Proprio questo tipo di evoluzione ci ha fatto prendere coscienza che anche in Italia è possibile attuare una campagna di corretta informazione meteorologica. La nascita del Comitato Scientifico prima e l’avvento di uno staff sempre più preparato all’interno di MeteoNetwork poi, hanno consentito di strutturare un’organizzazione interna capace di proporre nuovi progetti e di porsi nuovi obiettivi, tra cui il cercare di offrire una corretta informazione meteorologica e l’operare un’azione di “sorveglianza” rispetto a certe dichiarazioni sbagliate ed inadeguate offerte dai mass media.
In un’epoca in cui la meteorologia e gli allarmismi ambientali sono ormai diventati di dominio pubblico (ma che sovente risultano strumentalizzati per fini impropri, spesso politici), ci è quindi sembrato sempre più opportuno e quanto mai utile proporre al pubblico un’ informazione pacata, priva di allarmismi ingiustificati, e soprattutto supportata da basi scientifiche adeguate. Proprio in questa chiave di lettura nasce la missiva che abbiamo deciso di inviare al direttore del quotidiano “La Repubblica” (che trovate qui di seguito in forma integrale) da intendersi appunto come una protesta di fronte ad un articolo palesemente superficiale, che poteva sicuramente indurre in errore il lettore medio. La nostra sorveglianza in tal senso ovviamente continuerà e di fronte a certi tipi di divulgazione saremo pronti ad intervenire nuovamente, in nome della cultura meteorologica, contro tutti coloro che non attueranno una corretta informazione scientifica.
Egr. Direttore,
il Comitato Scientifico dell’Associazione MeteoNetwork (www.meteonetwork.it) vuole esprimere il proprio dissenso in merito alla lettera scritta dalla signora Capanna Margherita (sulle cui esatte generalità ci permettiamo evidentemente di esprimere qualche dubbio, dal momento che il famoso rifugio si trova proprio nel comune di provenienza indicato nella missiva) e pubblicata sul Suo quotidiano giovedì 27 dicembre.
Dobbiamo infatti prendere atto, ancora una volta, della cattiva salute di cui gode lo stato culturale della nostra società in ambito meteorologico e climatico. Colpa di un’informazione che ha parlato a tal punto di riscaldamento globale da renderlo responsabile, nell’immaginario collettivo, solamente di un aumento della temperatura del pianeta, colpa della mancanza, in Italia, di una corretta conoscenza del comportamento del tempo e del clima. La lettera apparsa sul Suo quotidiano evidenzia in effetti in modo chiaro ed inequivocabile come non si conoscano affatto l’influenza del global warming sul motore atmosferico né i cambiamenti da questo provocati.
Il fatto che quest’anno alcune regioni italiane del Centro-Sud abbiano già attraversato una fase fredda e nevosa, non ci deve indurre a cancellare i ricordi della scorsa stagione invernale, né a ritenere che tutto sia tornato a posto. Anzi, è proprio questa grande differenza che stiamo per il momento appurando tra due anni consecutivi a dimostrarci che il riscaldamento globale esiste, sotto la veste di “estremizzazione”. Il calore che viene accumulato in più dall’atmosfera per effetto del riscaldamento globale, può infatti essere impiegato in due modi, come ci dice il primo principio della termodinamica: per far aumentare la temperatura media (in Italia, per esempio, il 2007 chiuderà al terzo posto tra gli anni più caldi da quando si effettuano le registrazioni, dopo il 2003 ed il 2001) o per accrescere la quantità di energia in più, disponibile all’atmosfera per incrementare l’intensità dei suoi fenomeni, siano essi di matrice calda o di matrice fredda. Ecco che allora se l’inverno dell’anno scorso ha chiuso con un’anomalia positiva di ben 3.1 °C rispetto al trentennio 1961-1990 (è stato per la cronaca il più caldo degli ultimi 200 anni), quest’anno, per il momento, ci troviamo ben lontani da questo scenario: basti pensare che nelle regioni del Centro-Sud, durante l’evento nevoso di metà dicembre, le temperature medie, calcolate su un campione di 40 località, sono state tra i 6 ed i 7 gradi sotto la media dello stesso trentennio di riferimento. Anche se le valutazioni saranno fatte alla fine dell’inverno, questo dato avrà certamente un peso verso il basso nel plasmare il bilancio termico stagionale.
Vorremmo infine ricordare che il riscaldamento globale non è né una comodità, né un’opportunità per soddisfare i desideri della massa. Semplicemente è la “febbre” del nostro pianeta. Se si cominciasse a capire e a riconoscere seriamente il problema, forse tante parole non verrebbero mai pronunciate e nemmeno pensate.
Cordiali saluti
Il Comitato Scientifico di MeteoNetwork.
A spasso per il mondo: Marzo 2008

Partono le analisi del Progetto Clima: Novembre 2007
Con questa pubblicazione, anche il Progetto Clima incomincia a proporvi una serie di elaborati, a cadenza mensile, che svilupperanno l’analisi del comportamento del clima italiano. Scusandoci per il ritardo, iniziamo con il mese di novembre in cui proponiamo, nei due pdf allegati, il riassunto teleconnettivo e sinottico e la statistica di alcune città campione riferita ai parametri di temperatura e precipitazioni.
Trattandosi della nostra prima uscita, abbiamo cercato di presentarvi un lavoro il più curato possibile, ma siamo noi i primi a riconoscere che si può fare ancora di più. A tal proposito, già con il mese di dicembre la parte statistica sarà ancora più ampia, articolata e dettagliata.
Il lavoro che vi appresterete a leggere è il frutto di una proficua collaborazione tra i ragazzi che hanno aderito a questo progetto e di un’organizzazione interna che ha equamente ripartito i compiti tra tutti i collaboratori: si tratta di un vero e proprio lavoro di squadra, portato avanti giorno dopo giorno con passione e costanza.
Sotto la supervisione del Comitato Scientifico, il Progetto Clima saprà sicuramente intraprendere, da qui in avanti, un cammino di sviluppo mirato a diffondere una corretta conoscenza ed interpretazione della climatologia italiana.
Buona lettura
La Quasi-Biennial Oscillation (QBO) e il suo impatto sul clima
La Quasi-Biennial Oscillation (QBO) domina la variabilità della bassa stratosfera equatoriale e può essere
brevemente descritta come la propagazione verso il basso di regimi di venti occidentali e orientali, con un periodo
medio variabile che in media è lungo 28 mesi. Sebbene sia un fenomeno tropicale, la QBO influenza il flusso
stratosferico da un polo all’altro modulando gli effetti delle onde extratropicali, incidendo sulla quantità di ozono
presente alle alte latitudini e sulla forza del vortice polare stratosferico (VPS). Lo studio della QBO non può essere
separato dallo studio dei moti delle onde atmosferiche (waves) che la guidano, da essa modulate e che verranno
sommariamente presentate all’inizio del primo capitolo. Anche la possibile influenza del ciclo solare di Schwabe
non può prescindere dal considerare la fase della QBO, a seconda della quale cambia l‘interazione tra stratosfera e
segnale solare. Ma secondo alcuni studi l’attività solare potrebbe influenzare il clima anche in un altro modo:
attraverso la modulazione dei raggi cosmici che sono in grado di modificare la nuvolosità delle basse latitudini (e
quindi le SST) con tutti gli effetti che ne derivano.