Categoria: Meteo
Inizio ottobre 2020: la prima forte perturbazione dell’autunno
Emergenza COVID19 : donazione MeteoNetwork al Giovanni XXIII di Bergamo
Carissimi,
stiamo tutti vivendo una situazione emergenziale senza precedenti che ha modificato in brevissimo tempo tutte le nostre abitudini sociali ma, sopra ogni cosa, ha esposto in primissima linea tutte le donne e tutti gli uomini che lavorano nel nostro Sistema Sanitario Nazionale.
Persone che hanno messo tutte loro stesse a disposizione di tutti noi, per darci soccorso e assistenza; persone che hanno messo da parte le loro Famiglie e il loro tempo libero per dedicarsi totalmente al prossimo, che rischiano quotidianamente la vita, svolgendo la loro professione.
Proprio per questo motivo l’Associazione MeteoNetwork ha deciso di effettuare una donazione all’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Giovanni XXIII di Bergamo dove, al momento, la situazione è tra le più gravi sul territorio nazionale.
La donazione rappresenta tutti i Soci che, anche grazie al loro tesseramento, hanno reso possibile questo; vi ringraziamo TUTTI veramente di cuore.
Restiamo a casa
Direttivo Associazione MeteoNetwork
Meteo e coronavirus: il caldo potrà aiutare a diminuire la trasmissibilità del COVID-19?
Outlook Dicembre 2019
PREMESSA
L’estate appena trascorsa ha visto l’affermazione di un pattern AO/NAO– dopo un lungo periodo di positività, che durava da circa 3 anni; questi due indici sono molto importanti per la definizione dei pattern dominanti nel nostro emisfero e nel comparto euro-atlantico. Questa configurazione ha certamente influito sulla tenuta dei ghiacci artici, che difatti hanno patito un forte deficit tra la fine dell’estate e la prima metà dell’autunno.
A causa del forte ammanco di ghiaccio nell’area polare, anche quest’anno il vortice polare troposferico (VPT) ha subito un grave ritardo nel proprio sviluppo; questo ritardo ha avuto inevitabili ripercussioni sullo sviluppo del vortice polare stratosferico che, a causa dei deboli flussi verticali di calore proveniente dal basso, è andato incontro ad un repentino quanto indisturbato raffreddamento.
Il VPS oggi si presenta più freddo e compatto della norma. Gli stessi nuclei di vorticità potenziali (EPV) appaiono molto coesi ed estesi in tutta la superficie del vortice a partire dai piani alti fino ai piani medi (da 1 a 50/70 hPa), mentre continuano ad essere più rarefatti ai limiti della tropopausa.
In troposfera il mese di Novembre ha presentato caratteristiche di particolare dinamicità nel comparto europeo; il mese è stato infatti caratterizzato da un’azione insistente da parte delle correnti nord-atlantiche e dalla presenza di un fronte polare piuttosto basso per il periodo, con le conseguenze che abbiamo sperimentato (e stiamo ahimé tuttora sperimentando).
ANALISI DELLE COMPONENTI TELECONNETTIVE
STRATOSFERA
Come anticipato in premessa il VPS appare più freddo e compatto rispetto alla media climatologica, ed alle alte e medie quote è contraddistinto da EPV molto coese ed estese. A breve subirà inoltre un intenso forcing dinamico a carico di una sola onda prevalente (Minor Warming, senza escludere l’eventualità di un Canadian Warming), che imporrà un’ulteriore contrazione della massa ed una rapida dislocazione sui meridiani euroasiatici, con il suo core centrato al di fuori del polo geografico.
Come conseguenza assisteremo ad una diminuzione delle velocità zonali sul polo e un consistente calo del North Annular Mode (NAM), dal momento che questo indice tiene in considerazione la proiezione ortogonale dell’Arctic Oscillation oltre alla profondità del VPS.
La compressione di massa esercitata su nuclei di vorticità così strutturati andrà a trasmettere moto zonale verso i piani isentropici più bassi, con probabili riflessi in troposfera a cavallo tra la fine del mese di novembre e l’inizio del mese di dicembre; in questa fase si dovrebbe assistere ad un rinforzo del VPT, in grado di imporre un reset alla circolazione che ha contraddistinto gran parte del mese di novembre.
Di difficile previsione il comportamento del VPS nella fase successiva, è ipotizzabile un proseguimento del disturbo in prevalenza a carico della prima onda, con un VPS che troverebbe equilibrio al di fuori del polo geografico. In questo caso potremmo assistere ad un indebolimento delle EPV a causa del minor contributo dovuto al raffreddamento radiativo, con cessazione del trasferimento di moto verso la troposfera, ma con un contestuale rinforzo delle velocità zonali alle quote più alte (1-5 hPa) qualora si configurasse un Canadian Warming.
Non possiamo del tutto escludere le due opzioni estreme, seppure al momento appaiano di difficile realizzazione. Le due opzioni vedrebbero in alternativa un riaccentramento del VPS sul polo geografico, con probabile superamento della soglia NAM ed Extreme Stratospheric Event (ESE) cold, oppure una attivazione della seconda onda con possibile Major Midwinter Warming (MMW) di tipo split ed ESE warm. Ribadiamo tuttavia che al momento queste due ipotesi hanno secondo noi una probabilità di realizzazione molto bassa, quantomeno nel mese di dicembre.
Aggiungiamo inoltre che la combinazione tra fase occidentale della QBO (seppure in inversione di segno a partire dalle quote più alte) e minimo solare non depongono a favore dell’insorgenza di riscaldamenti stratosferici maggiori durante la prossima stagione invernale.
TROPOSFERA
Gli impulsi in discesa dalla stratosfera porteranno alla formazione di un dipolo artico (AD) abbastanza marcato a partire da fine novembre. Con una tale disposizione è certamente più probabile assistere alla formazione di onde di Rossby sul settore Pacifico-Nord America rispetto al nostro comparto Atlantico-Europeo.
A differenza degli anni passati, sembra proseguire un trend di fondo poco incline alla positività del segno della NAO, anche se il tripolo nord-Atlantico, negativo nella prima meta dell’autunno, nelle ultime settimane risulta sicuramente meno chiaro ed impostato. Rimanendo in ambito SSTA, è sicuramente da tenere in considerazione il redivivo “warm blob” sul Nord Pacifico, visto in lieve spostamento verso est negli ultimi giorni. Nella visione d’insieme del Nord emisfero è quindi ancora presente il dipolo NAD (nord Pacifico/Atlantico), anche se sono evidenti alcune differenze che potrebbero influire sull’incidenza di questo dipolo proprio sul segnale NAO.
Rimaniamo su valori molto alti di IOD, anche se l’influenza di questo indice è più apprezzabile nel semestre caldo e meno in quello freddo, mentre è completamente abortito il tentativo di nascita della NINA con SOI in forte calo e SSTA in area ENSO che rimangono orientate verso le debole positività.
PROIEZIONE MESE DI DICEMBRE
Come riportato in premessa, il mese di dicembre dovrebbe risentire del trasferimento dei minimi di geopotenziale del VPT nel settore euro-asiatico (AD-) a causa del forcing imposto dalla compressione di massa del VPS. Questa fase di transizione e di “azzeramento” delle condizioni sinottiche dominanti fino ad oggi può essere collocata nella prima settimana/decade del mese di dicembre; il marcato calo della pressione in quota attiverà profonde ondulazioni nel getto polare, con probabili discese di aria fredda di origine artica verso l’Europa centrale.
Il target di queste incursioni fredde non è chiaramente definibile a priori, ma non possiamo ad oggi escludere un parziale interessamento della nostra penisola dal momento che il segno della NAO dovrebbe mantenersi attorno alla neutralità, impedendo una forte spinta verso est al getto in discesa sul continente. Riteniamo comunque che il progressivo incremento del gradiente orizzontale e il concomitante approfondimento del VPT tenderanno a marginalizzare gradualmente le irruzioni fredde, che non dovrebbero scendere oltre la Mitteleuropa.
Una modifica del pattern è attesa nella seconda decade del mese, con una redistribuzione dei minimi di geopotenziale sul comparto euro-atlantico; le vorticità appaiono minoritarie nel settore canadese. In questa fase la corrente a getto polare dovrebbe risultare più bassa e ondulata nel settore atlantico fino alle porte dell’Europa, con direttrice mediamente occidentale (o temporaneamente anche sud-occidentale) e quindi prevalentemente zonale; il getto sarà invece più teso invece sull’Europa settentrionale e nelle regioni subartiche euroasiatiche, a causa della permanenza in loco del nucleo principale del vortice polare. In questa fase il segno della NAO potrebbe portarsi temporaneamente su valori positivi.
L’ultima settimana del mese di dicembre dovrebbe infine vedere un progressivo e generale allentamento della tensione zonale nel comparto europeo, con la formazione di onde troposferiche di media ampiezza in grado di favorire un’alternanza tra masse d’aria mite da ovest e aria progressivamente più fredda, che potrebbero verso la fine del mese interagire tra loro.
PROSPETTIVE
Alla luce di quanto sopra esposto, ci potremmo aspettare tre differenti configurazioni sinottiche nel corso del mese, che tenderanno ora a prevalere, ora ad interagire tra loro.
Una prima fase è connotata dalla discesa di aria più fredda e secca di origine artica, che andando tuttavia ad interagire con l’aria umida preesistente potrebbe inizialmente portare a qualche precipitazione, seppure in maniera più isolata e meno continuativa rispetto a quanto avvenuto nel mese di novembre; il quadro termico non dovrebbe discostarsi eccessivamente dalle medie del periodo. Progressivamente assisteremo all’ingresso di aria più asciutta con una componente maggiormente settentrionale, che dovrebbe marginalizzare le precipitazioni sui versanti nord-alpini e adriatici centro-meridionali, permettendo un progressivo incremento dei valori barici al suolo soprattutto delle regioni settentrionali e tirreniche.
Figura 1 – Anomalie di geopotenziale a 500 hPa previste per la prima parte di dicembre (rielaborazione dal sito ESRL-NOAA)
La seconda fase dovrebbe invece essere caratterizzata dalla presenza di una corrente a getto che dalle medie latitudini dell’Atlantico potrebbe avvicinarsi al continente europeo, apportando condizioni di generale variabilità soprattutto al nord Italia in un contesto molto mite per il periodo. Ci saranno occasioni solo per brevi precipitazioni, in un contesto comunque di nuvolosità diffusa specie sulle regioni settentrionali, mentre il tempo sarà migliore sulle altre regioni; le temperature saranno ovunque al di sopra delle medie del periodo.
Figura 2 – Anomalie di geopotenziale a 500 hPa previste per la seconda parte di dicembre (rielaborazione dal sito ESRL-NOAA)
Nella terza ed ultima fase le correnti occidentali miti, in seno a maggiori ondulazioni della corrente a getto nel continente europeo tenderanno ad alternarsi con aria più fredda in grado di interagire con le prime, consentendo il ritorno a condizioni climatiche più in linea con il periodo. In questo contesto ci aspettiamo un tipo di tempo più favorevole a precipitazioni, soprattutto al nord e al centro ove il calo termico potrebbe consentire episodi nevosi anche a quote basse. Generalmente più mite e variabile al sud Italia.
Figura 3 – Anomalie di geopotenziale a 500 hPa previste per la parte finale di dicembre (rielaborazione dal sito ESRL-NOAA)
Lo “scoperto caotico” che ci fa sbagliare le previsioni
La maggior parte delle volte neanche ce ne accorgiamo, visto che previsione e realtà quasi coincidono, poi però ci sono qui casi, il più delle volte proprio nelle situazioni più delicate del tempo, in cui realtà e previsione sono nettamente differenti.
Il caso del 22-23 settembre 2019 ad esempio, che prevedeva il rischio di forti temporali su determinate zone d’Italia, ne è un esempio lampante: laddove ci dovevano essere forti temporali ci sono state piogge si vero, ma molto più moderate, ben diverse dalle aspettative (vedi comparazione qui sotto).

Tecnicamente i modelli che hanno calcolato lo stato dell’atmosfera non hanno collocato correttamente un minimo di pressione che, nei bassi strati, avrebbe dovuto attraversare il golfo Ligure, inasprendo il dislivello barico e quindi lo scontro dei venti. Così i forti temporali messi a previsione non si sono verificati.
Come è possibile? Perchè questi errori?
Il responsabile è lui: lo “scoperto deterministico“. Questa locuzione, che magari non sarà ineccepibile dal punto di vista tecnico, ma sicuramente di facile comprensione per la gente comune, indica quella frazione di previsione che sfugge dai calcoli matematici e viene deviata dalla componente caotica che caratterizza il volume atmosferico.
Più una situazione meteorologica è movimentata e complessa e maggiore sarà la frazione caotica che insidia il responso numerico, quindi di conseguenze più vistoso sarà l’errore in sede di previsione. Temporali e quote neve, processi che si attuano a piccola scala, sono i fenomeni più vistosi che risentono molto di questi errori.
E dici poco? No, ma dobbiamo farcene una ragione. Una previsione meteorologica, proprio per l’insidia di questa frazione che sfugge ai calcoli matematici non sara MAI identica alla realtà. Un ritratto non è una fotografia, anche se ci assomiglia.
Ricordiamocelo la prossima volta che pretenderemo troppo nel dettaglio delle nostre previsioni.
Luca Angelini
Verifica Outlook estate 2019
Previsione descrittiva:
Negli ultimi anni abbiamo verificato con buona costanza un sostanziale consolidamento del pattern in affermazione nel mese di Giugno . Pertanto, anche nella seconda parte dell’estate, ci aspettiamo una distribuzione delle anomalie di GPT sostanzialmente immutata. E’ verosimilmente attendibile una fisiologica espansione della fascia subtropicale verso nord con una sostanziale aumento di geo potenziali anche nelle zone che vedranno un Giugno più “instabile”. Ci aspettiamo che si possano altresì verificare delle saltuarie infiltrazioni di aria nord atlantica verso le latitudini più basse del Mediterraneo.
Queste dinamiche potrebbero evolvere rapidamente in cut-off forieri, nelle zone d’interesse, di fasi marcatamente instabili.”

Estate connotata da una SNAO negativa, in netta controtendenza con le ultime 2 estati. In virtù di ciò la componente zonale è stata blanda, e rispetto alla previsione abbiamo avuto GPT maggiormente slanciati verso nord e meno adagiati verso E/NE. L’istmo caratterizzato da GPT più elevati della norma può essere localizzato sul Mediterraneo centrale. Non sono mancate le fasi instabili anche decise. Si conferma ancora una volta l’evidenza che il pattern che va a consolidarsi ad inizio estate viene difficilmente scalfito durante il resto della stagione, stante un getto scarsamente ingerente sul continente.
Per essere più precisi si può asserire che i mesi di Giugno ed Agosto sono stati connotati da un WR3, mentre il mese di Luglio ha avuto un pattern assimilabile più ad WR1 in virtù di una deciso “reversal pattern” in area PNA, in un contesto comunque decisamente improntato ad una decisa meridianizzazione delle dinamiche circolatorie.
Per quanto riguarda l’aspetto termico, si evidenzia che in un contesto di scarsa “dinamicità configurativa” l’immissione nel sistema di una notevole quantità di calore avvenuta durante l’avvezione calda di fine Giugno ha a suo modo condizionato l’andamento termico complessivo stagionale sull’Italia e, più in generale, su tutto il continente europeo.

Outlook Estate 2019
PREMESSA – Gli effetti del Final Warming (assimilabili ad un Major) che si sono palesati nel mese di Maggio 2019 con la traslazione delle masse artiche verso le medie latitudini, ed ivi ancora transitanti a scapito di una situazione polare connotata da decise anomalie positive di geopotenziale, si sono stemperati sul finire del mese; tale situazione, unitamente al riscaldamento radiativo delle fasce tropicali, sta progressivamente modificando il pattern in area atlantica ed europea.

Nonostante infatti un gradiente emisferico molto debole, per i motivi anzidetti abbiamo assistito ad un rinforzo a livello locale (Atlantico – Mediterraneo) proprio per la differenza di temperatura delle acque superficiali imposto dal pattern precedente. Nel corso del mese gli scambi meridiani (WR1 pattern) hanno evidenziato un’anomalia di GPT positiva in Atlantico, che ha contribuito a “stemperare” l’anomalia negativa delle SST sul comparto orientale dell’Oceano Atlantico.

Relativamente ai principali indici climatici che durante la stagione estiva influiscono in modo determinante sull’andamento circolatorio del comparto Euro-Atlantico, abbiamo la seguente situazione:
– ITCZ: Segue l’andamento delle fasce tropicali, ed è modulato dai monsoni che tendono a farlo alzare (abbassare) di latitudine a seconda della forza (debolezza) dei monsoni
– Monsone Africa Occidentale (WAM): Attualmente al di sotto della media, previsto comunque al più in media per i prossimi mesi
– Monsone Indiano (IOD): Attualmente sopra la media, e previsto con buona attività per tutta la stagione estiva
Da una prima valutazione possiamo affermare che la fascia intertropicale di convergenza (ITF) sembrerebbe tendere ad essere più alta della media nella zona centro orientale dell’Africa, con conseguente innalzamento di latitudine della fascia subtropicale in quei settori.
Per quanto riguarda le SSTA atlantiche abbiamo assistito ad un mese di Maggio che trova pochi analoghi negli anni 2000. A dire il vero, e come sopra descritto, la decisa anomalia negativa di temperatura che aveva connotato gran parte del mese di Maggio nella fascia centrale dell’oceano e del Mediterraneo si è andata stemperando sui settori orientali dello stesso.
MESE DI GIUGNO – In base alle premesse evidenziate, che vedranno un apprezzabile gradiente termico tra il Mediterraneo centro-occidentale e le fasce tropicali all’interno del continente africano, unitamente ad una corrente a getto polare molto debole a livello emisferico per il forte riscaldamento messo in atto dalla massiccia migrazione di aria calda a seguito del Final Warming, consideriamo assai probabile la permanenza del pattern configurativo previsto per i primi giorni del mese di Giugno dai vari modelli di previsione.
Si prevede quindi che il mese possa essere caratterizzato da scambi di masse d’aria prevalentemente meridiani tra l’Atlantico e il vecchio continente, che metteranno in evidenza una distribuzione delle anomalìe di geopotenziale in tre fasce:
– Anomalie positive nei meridiani centrali del nord Atlantico, grossomodo dalle Isole Azzorre fino alla Groenlandia;
– Anomalìe negative dall’Islanda verso il Regno Unito e a sfiorare l’Europa meridionale, con oscillazioni temporanee fino al Mediterraneo occidentale;
– Ancora anomalìe positive dalla Grecia fino al nord-est europeo in progressione verso nord, ad interessare anche la Russia e parte della penisola scandinava.
Nella seconda parte del mese, il graduale ci fa propenedere per una possibile ripresa dell’ITCZ anche nel settore più occidentale; per questo motivo, assieme ad un quadro favorevole delle SSTA atlantiche, ci aspettiamo una traslazione delle figure bariche verso ovest. Sarà così possibile ritornare ad avere un pattern simile a quello visto spesso nel corso del 2018, caratterizzato da un promontorio sull’Europa occidentale che dovrebbe garantire maggiore stabilità al Nord, in un contesto comunque potenzialmente molto instabile specie al Centro-Sud a causa della possibile discesa di nuclei da nord sulla spalla destra dell’anticiclone.

TENDENZA PER LUGLIO E AGOSTO – Dopo un mese di Giugno caratterizzato da prevalenti scambi meridiani tra l’oceano Atlantico e l’Europa come conseguenza degli esiti delle forti anomalie positive di geopotenziale in sede polare, non escludiamo che si possa assistere ad una debole ripresa del gradiente polare nei mesi di Luglio e Agosto, che potrebbe concretizzarsi con l’instaurazione di pattern assimilabili a WR4, in cui le fasce altopressorie a medio alte latitudini potrebbero esporre l’Europa meridionale ad infiltrazioni di correnti moderatamente instabili. Queste dinamiche potrebbero evolvere rapidamente in cut-off, forieri di fasi marcatamente instabili nelle zone interessate.
C’è il Global Warming e nevica, è normale?
Ogni volta è la stessa storia tuttavia, considerato il pessimo livello dell’informazione attuale in Italia, sarà meglio chiarire la questione.
Prima di tutto dobbiamo metterci in testa che quello che accade un giorno, un mese, un anno non dimostra assolutamente nulla dal punto di vista del clima. Questo perchè la forbice minima da fissare per esaminare una media climatica è di 30 anni (lo ha disposto l’Organizzazione Meteorologica Mondiale).
Di conseguenza, tempo e clima sono due cose differenti: il tempo è quello che accade oggi e che ci aspetta domani, il clima è il tempo medio di 30 anni.
Inoltre c’è anche da considerare le scale della meteorologia – ne abbiamo ampiamente trattato in questo VIDEO dedicato – ovvero: quello che accade su una sola località non dimostra nulla dal punto di vista del clima. Questo perchè il campo di analisi deve estendersi per comparti geografici molto estesi, una nazione, un continente.
Quindi, ricapitolando: se ieri e oggi in Italia ha fatto più freddo del normale, in altre zone, magari in USA o in Australia, faceva ben più caldo, quindi il risultati a prima vista si compensano. Perchè a prima vista?

Perchè in realtà mettendo insieme i dati raccolti trentennio per trentennio, si è notato che c’è qualcosa che va oltre la normale variabilità climatica: le temperature medie di tutto il mondo si stanno alzando e la frequenza degli episodi più caldi del normale superano, in frequenza ed intensità, quelli di freddo (vedi grafici qui sopra). E questo è un trend, ossia una tendenza, ed è proprio questo che deve essere preso in considerazione quando si parla di clima.
Dunque per concludere, rispondiamo alla domanda del titolo iniziale: è normale che c’è il riscaldamento globale e fa freddo? Risposta “SI”, l’episodio deriva dalla normale variabilità climatica del nostro Paese. Il resto è solo semplice sensazione, mera opinione personale o peggio, meschina ideologia politica trasversale.
Luca Angelini
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