Analisi Meteo del 7 Dicembre 2025

 

Quadro Barico Europeo: Analisi Sinottica

  1. Dinamica Anticiclonica e Promontorio Subtropicale

Una significativa area anticiclonica di matrice subtropicale sta risalendo dall’Oceano Atlantico orientale e dal Nord Africa occidentale, determinando un’ampia area di alta pressione sull’Europa Occidentale.

Tale struttura barica interessa direttamente:

  • L’Europa occidentale, includendo la Penisola Iberica (Spagna), la Francia e le Isole Britanniche meridionali.
  • Gran parte della Penisola Italiana.

La presenza di questo promontorio è indice di un quadro di stabilità atmosferica su tutte queste regioni.

  1. Contesto Ciclonico Settentrionale

In contrasto, il Nord Europa, in particolare i Paesi Bassi, la Germania e la Penisola Scandinava, rimangono sotto l’influenza di una vasta saccatura depressionaria. Questa struttura mantiene condizioni di tempo perturbato e instabile sulle regioni settentrionali del continente.

 

Situazione Prevista per l’Italia

  1. Stabilità e Fenomeni di Inversione

L’affermazione dell’alta pressione sulla Penisola determinerà un regime di stabilità atmosferica con graduali schiarite diffuse.

Tuttavia, le condizioni di subsidenza (aria che scende e si comprime) potrebbero favorire l’insorgenza di fenomeni legati all’inversione termica e all’accumulo di umidità negli strati bassi:

  • Nebbie e/o nubi basse (stratificate), in particolare sulla Pianura Padana e nelle valli interne del Centro, che potranno persistere anche per gran parte della giornata.
  • Aumento dell’escursione termica giornaliera, con temperature minime rigide (rischio di gelate in pianura) e temperature massime più miti, specialmente sui rilievi.
  1. Ventilazione e Gradiente Barico

Osservando la mappa a 500 hPa l’Italia si trova in queste ore sul bordo orientale del campo anticiclonico, e potrebbe esporsi a un richiamo di correnti settentrionali:

  • Venti: Lungo il Tirreno e in Sardegna, la ventilazione da Maestrale (NW) potrà essere moderata.
  • Gradiente al Suolo: Nonostante la tendenza al rinforzo, non si prevedono gradienti barici orizzontali al suolo tali da sostenere venti forti o di burrasca. La ventilazione sarà quindi generalmente debole o moderata, con locali rinforzi sui bacini occidentali.
  • In Sintesi: venti deboli o moderati.

Inoltre, dalla mappa a 850 hPa non si osservano eventuali ulteriori avvezioni di aria fredda proveniente dall’ Europa Nord-Occidentale.

  1. Residua Instabilità Meridionale

L’ex vortice ciclonico che ha interessato il Mediterraneo centrale ha completato il suo spostamento verso il Mediterraneo orientale. La sua influenza marginale può ancora generare residua instabilità, con possibilità di rovesci o temporali isolati sui settori meridionali della Puglia e della Calabria ionica.

Autore: Roberto Pinna

Analisi Meteo del 6 Dicembre 2025

Quadro Barico Europeo

Il panorama meteorologico europeo è dominato dalla persistenza di due vortici ciclonici principali e dalla contemporanea risalita di un promontorio anticiclonico:

  • Atlantico/Nord Europa: L’imponente vortice ciclonico al largo delle Isole Britanniche persiste. Questo comporta condizioni di temporali e maltempo non solo sulle Isole Britanniche stesse, ma anche nel Centro-Nord della Francia e, in generale, in tutta l’Europa del Nord.
  • Mediterraneo Orientale: Il vortice ciclonico in quest’area persiste ma è in spostamento verso est, ed è ora (7:00 AM) centrato tra la Grecia e la Turchia. La sua influenza si estende ancora sull’Italia meridionale (Puglia e Calabria).
  • Mediterraneo Occidentale: Si sta osservando la risalita di un promontorio di alta pressione di origine atlantica. Questa figura anticiclonica interessa in particolare Spagna, Francia meridionale e Sardegna, promettendo condizioni più stabili.

 

Situazione Meteorologica in Italia

L’Italia si trova in una zona di confine, con l’anticiclone che avanza da ovest e l’influenza ciclonica che si ritira a est, causando una netta differenza tra le regioni.

  1. Italia Nord-Occidentale e Sardegna (Influenza Anticiclonica)

Le regioni occidentali sono le prime a beneficiare dell’anticiclone in risalita:

  • Regioni coinvolte: Sardegna, Liguria e Piemonte.
  • Previsione: Ci si aspettano schiarite significative, grazie al sopraggiungere dell’alta pressione.
  1. Italia Centro-Meridionale (Influenza Ciclonica Residua)

Il Centro e (soprattutto) il Sud Italia potrebbero ancora risentire dell’azione del ciclone in allontanamento sul Mediterraneo orientale:

  • Fenomeni: Si prevedono ancora piogge e venti di una certa intensità sulle coste orientali, in particolare in Puglia e Calabria.
  • Venti e Gradienti Barici:
    • I gradienti barici al suolo non risultano molto intensi, il che indica che i venti saranno al massimo di intensità moderata.
    • La direzione sarà prevalentemente da Nord-Ovest (NW), coerentemente con la circolazione attorno al centro di bassa pressione a est.
    • Si potrebbero osservare, tuttavia, picchi di intensità dei venti specificamente sulle coste della Puglia, a causa della sua esposizione al flusso prevalente da NW.

 

Sintesi

La situazione in Italia è bipartita: condizioni in netto miglioramento e stabili con ampie schiarite sui settori occidentali (Sardegna, Nord-Ovest) grazie all’alta pressione atlantica; e persistenza di instabilità con piogge e venti moderati (con possibili raffiche sulla costa pugliese) sui settori orientali del Sud a causa del vortice ciclonico mediterraneo in allontanamento. L’Europa del Nord rimane sotto maltempo a causa del ciclone Atlantico ancora attivo.

Autore: Roberto Pinna

Analisi Meteo 5 Dicembre 2025

Quadro Barico Europeo

La circolazione atmosferica sull’Europa in questo 5 dicembre 2025 è dominata dal rapido transito di una profonda saccatura atlantica.

Questa vasta depressione, che ha il suo centro motore (vortice ciclonico) posizionato in prossimità dell’Europa nord-occidentale (vicino alla Gran Bretagna), ha esteso un ramo d’instabilità fino al Mediterraneo Centrale, influenzando direttamente l’Italia.

Fasi del Transito:

  1. Fase Attuale: La saccatura si spinge verso est, con un minimo di pressione al suolo localizzato in risalita sullo Ionio, che alimenta l’instabilità sull’Italia meridionale.
  2. Fase Successiva: Il sistema perturbato è in rapido allontanamento verso l’Europa orientale e la Grecia. Contemporaneamente, un robusto promontorio di alta pressione di matrice subtropicale sta risalendo dall’Europa occidentale (Spagna/Francia) e si appresta a consolidarsi sul Mediterraneo. Questo imminente rinforzo anticiclonico determinerà un progressivo blocco all’ingresso di nuove perturbazioni nei giorni immediatamente successivi.

In sintesi, l’Europa si trova in una fase di rapido ricambio barico, con l’allontanamento dell’instabilità atlantica e l’imminente arrivo di un anticiclone che garantirà maggiore stabilità.

Situazione in Italia

Oggi la Penisola Italiana sta vivendo la fase terminale del transito della saccatura, con condizioni in miglioramento che si fanno strada da Nord a Sud.

  • Instabilità Residua: L’aspetto più evidente della giornata è l’instabilità residua, cioè la coda della perturbazione, che si manifesta con fenomeni sparsi, irregolari e meno organizzati rispetto ai giorni precedenti.
    • Nord: Cieli nuvolosi al mattino con residui fenomeni tra Lombardia e Triveneto (neve sulle Alpi oltre i 1000-1100 metri). In serata, il ristagno d’aria e l’umidità favoriscono la formazione di nebbie e foschie fitte in Pianura Padana.
    • Centro: Nuvolosità persistente sulle regioni adriatiche (Marche e Abruzzo) con possibilità di isolati piovaschi. Ampi spazi di sereno sul versante tirrenico.
    • Sud e Isole: Qui si concentra l’instabilità maggiore, con piogge e rovesci, anche temporaleschi, a causa di due minimi locali, uno tra la Sardegna e le coste Tirreniche orientali e l’altro centrato sul mar Ionio. I fenomeni tendono comunque ad attenuarsi nel corso del pomeriggio/sera. La persistenza di queste condizioni ha portato all’emissione di Allerte Arancioni e Gialle della Protezione Civile al Sud.
  • Venti di Maestrale: Il transito della bassa pressione sta richiamando venti forti o molto forti. In particolare, si registra un deciso rinforzo del Maestrale (vento di Nord-Ovest), con raffiche sostenute, specialmente sui bacini del Centro-Sud e tra le Isole Maggiori (Sardegna e Sicilia), dove il mare risulta molto mosso o agitato.

In sintesi: La giornata è caratterizzata dall’instabilità residua, ovvero i fenomeni di coda della perturbazione.

  • Maltempo: Precipitazioni sparse e isolate, localmente a carattere di rovescio, si concentrano principalmente sulle regioni meridionali e sulle Isole.
  • Venti: Forte ventilazione, dominata da intensi venti di Maestrale (Nord-Ovest), che rendono i mari agitati.
  • Trend: Miglioramento generale nel corso della giornata, preludio a una fase più stabile nel weekend.

Autore: Roberto Pinna

Il Respiro del Pianeta: Cosa Sono Alisei e Westerlies?

Il sistema meteoclimatico terrestre è una complessa macchina mossa da un unico motore fondamentale: il gradiente termico tra l’Equatore e i Poli. La Terra riceve una quantità di radiazione solare molto maggiore in prossimità dell’Equatore rispetto alle regioni polari. Questo squilibrio termico genera una circolazione atmosferica globale (o generale) il cui scopo primario è redistribuire il calore in eccesso dalle latitudini basse a quelle alte. Senza questo meccanismo di trasporto, l’Equatore diverrebbe insopportabilmente caldo e i Poli glaciali, rendendo gran parte del pianeta inabitabile.

La Circolazione Generale Semplificata e il Ruolo di Coriolis

Il primo modello di circolazione, proposto da George Hadley nel 1735, ipotizzava una “Terra non rotante” e una singola cella convettiva per emisfero: l’aria, riscaldata all’Equatore, salirebbe, si muoverebbe in quota verso i Poli, si raffredderebbe, scenderebbe e tornerebbe all’Equatore in superficie.

Tuttavia, la rotazione terrestre introduce un elemento fondamentale: la Forza di Coriolis. Questa è una forza apparente che agisce su ogni corpo (inclusa l’aria) in movimento in un sistema rotante, deviandone la traiettoria:

  • Nell’emisfero boreale (Nord), i corpi in movimento sono deviati verso destra.
  • Nell’emisfero australe (Sud), i corpi in movimento sono deviati verso sinistra.

L’effetto di Coriolis è nullo all’Equatore e massimo ai Poli, ed è essenziale per comprendere la direzione dei venti su scala planetaria. La sua azione impedisce il modello a cella singola, suddividendo la circolazione in un modello più realistico a tre celle per emisfero:

  1. Cella di Hadley (0° – 30° Latitudine)
  2. Cella di Ferrel (30° – 60° Latitudine)
  3. Cella Polare (60° – 90° Latitudine)

Gli Alisei (Trade Winds): I Venti Tropicali Costanti

Gli Alisei sono i venti prevalenti che soffiano nella Cella di Hadley, nella fascia compresa approssimativamente tra l’Equatore e i 30° di latitudine (la fascia subtropicale).

  • Genesi: All’Equatore, l’aria calda e umida sale (creando la Zona di Convergenza Intertropicale, ITCZ, una fascia di bassa pressione), si raffredda in quota e si dirige verso i Poli. L’effetto di Coriolis la devia progressivamente. Raggiunta la fascia subtropicale (circa 30°), l’aria, ormai secca, scende (creando le fasce di alta pressione subtropicale). Questa discesa è associata a condizioni di tempo stabile e secco, tipiche delle regioni desertiche.
  • Direzione: L’aria a livello del suolo, che torna dall’alta pressione subtropicale verso la bassa pressione equatoriale (ITCZ), viene deviata da Coriolis:
    • Emisfero Nord: Soffiano da Nord-Est (NE).
    • Emisfero Sud: Soffiano da Sud-Est (SE).
  • Caratteristiche: Sono venti noti per la loro costanza e regolarità, da cui il nome inglese Trade Winds (Venti Commerciali), essenziali per la navigazione a vela storica.

💨 I Venti Occidentali (Westerlies): I Venti delle Medie Latitudini

I Venti Occidentali (o Westerlies) sono i venti dominanti nelle medie latitudini, all’interno della Cella di Ferrel (tra 30° e 60° di latitudine), e in quota nelle altre celle.

  • Genesi: A 30° l’aria scende (alta pressione subtropicale); parte di quest’aria si muove verso i Poli, richiamata dalla bassa pressione subpolare a 60° (il Fronte Polare), dove incontra l’aria fredda della Cella Polare e sale. Questo movimento ascendente e la convergenza di masse d’aria di diversa temperatura e umidità sono responsabili della maggior parte delle perturbazioni (cicloni extratropicali, piogge) che caratterizzano il clima temperato.
  • Direzione: L’aria in superficie che si muove dalla fascia di alta pressione subtropicale verso la fascia di bassa pressione subpolare viene deviata da Coriolis:
    • Emisfero Nord: Soffiano da Sud-Ovest (SW).
    • Emisfero Sud: Soffiano da Nord-Ovest (NW).
  • Caratteristiche: A differenza degli Alisei, i Westerlies sono molto più variabili e instabili in direzione e intensità, soprattutto nell’emisfero settentrionale, a causa della presenza di masse continentali e delle profonde Onde di Rossby, che ne determinano le oscillazioni. Sono particolarmente intensi e costanti nell’emisfero australe (dove le grandi masse oceaniche riducono l’attrito), dove prendono nomi suggestivi come i “Quaranta Ruggenti” (tra 40° e 50° S) e i “Cinquanta Urlanti” (tra 50° e 60° S).

Conclusione: L’Equilibrio Dinamico

In sintesi, la circolazione generale dell’atmosfera è un meccanismo di termoregolazione planetaria. La combinazione del riscaldamento differenziale e della Forza di Coriolis dà vita al sistema a tre celle, che definisce in modo cruciale le fasce climatiche e meteorologiche del nostro pianeta. Gli Alisei portano venti regolari e costanti verso l’Equatore, mentre i Venti Occidentali, più turbolenti, dominano le medie latitudini, determinando il “tempo che fa” in gran parte del mondo.

Autore: Roberto Pinna

La Circolazione Generale dell’Atmosfera

Il Motore Invisibile del Clima: La Circolazione Generale dell’Atmosfera

L’atmosfera terrestre è in un perpetuo e complesso stato di movimento. Questo vasto sistema dinamico, noto come Circolazione Generale dell’Atmosfera, è essenziale per la vita sul nostro pianeta, agendo come un gigantesco nastro trasportatore che ridistribuisce il calore e l’umidità tra l’Equatore e i Poli. Senza questa circolazione, le regioni equatoriali si surriscalderebbero progressivamente e le regioni polari si congelerebbero, rendendo la Terra inospitale. Il motore primario di questo movimento è il riscaldamento solare differenziale , ovvero il fatto che l’energia del Sole arriva in modo molto più intenso ed efficace all’Equatore rispetto ai Poli.

Questo squilibrio termico genera un gradiente di temperatura che mette in moto l’aria, cercando di ripristinare un equilibrio termico che, per la rotazione terrestre e altri fattori, non viene mai completamente raggiunto.

Il Modello Semplificato: La Cella di Hadley

Il primo tentativo di spiegare questa circolazione risale al 1735 con il modello di George Hadley. In un’ipotetica “Terra non rotante”, l’aria riscaldata e in espansione all’Equatore salirebbe verso l’alto, creando una zona di bassa pressione al suolo. Una volta in quota, quest’aria calda si muoverebbe verso i Poli, raffreddandosi e diventando più densa. Ai Poli, l’aria raffreddata scenderebbe verso il basso (zona di alta pressione) e tornerebbe all’Equatore a livello del suolo. Si sarebbe così formata un’unica grande cella di circolazione in ciascun emisfero.

Tuttavia, la Terra non è ferma. La sua rotazione è un fattore cruciale che altera radicalmente questo modello semplice, introducendo la fondamentale Forza di Coriolis.

La Rotazione e il Modello a Tre Celle

La rotazione terrestre devia il movimento delle masse d’aria: nell’emisfero boreale (Nord) verso destra e nell’emisfero australe (Sud) verso sinistra. Questa forza, combinata con il gradiente di temperatura, genera il modello più accettato, quello a tre celle di circolazione in ciascun emisfero. Queste celle sono:

  1. Cella di Hadley (0° – 30° Latitudine):
    • È la cella più vicina all’Equatore e la più fedele al modello originale. L’aria sale nella Zona di Convergenza Intertropicale (ITCZ), un’area di bassa pressione quasi costante dove convergono i venti dai due emisferi.
    • In quota, l’aria si muove verso i Poli, ma viene deviata dalla Forza di Coriolis fino a circa 30° di latitudine, dove scende, creando la Fascia Subtropicale di Alta Pressione. Questa discesa è associata a condizioni di tempo stabile e asciutto, luogo di formazione di molti dei grandi deserti del mondo.
    • Al suolo, l’aria torna verso l’Equatore, creando gli Alisei, venti costanti che spirano da nord-est nell’emisfero nord e da sud-est in quello sud.
  2. Cella di Ferrel (30° – 60° Latitudine):
    • Questa cella rappresenta le medie latitudini. A differenza delle altre due, non è primariamente “guidata termicamente”, ma è il risultato dinamico del movimento delle altre celle.
    • L’aria sale attorno ai 60° di latitudine (il Fronte Polare, zona di bassa pressione) e scende a 30° (Alta Pressione Subtropicale).
    • Al suolo, la Cella di Ferrel genera i Venti Occidentali Dominanti (Westerlies), che soffiano da ovest verso est e sono responsabili del tempo mutevole delle zone temperate. Questa cella è spesso debole o poco evidente rispetto al mescolamento orizzontale operato dalle onde di Rossby.
  3. Cella Polare (60° – 90° Latitudine):
    • Questa cella è guidata termicamente, simile alla Hadley, ma in senso opposto. L’aria fredda e densa affonda ai Poli (Alta Pressione Polare), dirigendosi verso l’Equatore al suolo.
    • Incontra l’aria più calda e ascendente al Fronte Polare (60°).
    • Al suolo genera i Venti Polari Orientali (Polar Easterlies), che soffiano da est verso ovest.

Le Correnti a Getto e le Onde di Rossby

A quote elevate (tra i 9.000 e i 15.000 metri), lungo i confini tra le celle di circolazione, si trovano i veri “fiumi di vento” dell’atmosfera: le Correnti a Getto (Jet Stream). La più importante è la Corrente a Getto Polare, che scorre lungo il Fronte Polare tra i 40° e i 60° di latitudine.

Le Correnti a Getto non sono rettilinee; esse si muovono in grandi onde orizzontali e sinuose, chiamate Onde di Rossby. Sono queste onde a determinare il tempo meteorologico delle medie latitudini , consentendo lo scambio di calore:

  • Quando un’onda si spinge verso il polo, trasporta aria calda verso nord (creando una cresta).
  • Quando si spinge verso l’equatore, trasporta aria fredda verso sud (creando un cavo).

Queste onde sono fondamentali perché, di fatto, sono il meccanismo principale per il trasporto di calore dai tropici ai poli nelle medie e alte latitudini, completando l’opera iniziata dalle celle di Hadley e polare.

 

L’Interconnessione Globale

La Circolazione Generale dell’Atmosfera non è un fenomeno isolato: essa interagisce profondamente con gli oceani, formando sistemi accoppiati come El Niño e La Niña, che hanno un impatto sulle condizioni meteorologiche globali. La comprensione della Circolazione Generale è la base della climatologia e della meteorologia, permettendo di comprendere la distribuzione delle zone climatiche e di prevedere, con una certa affidabilità, i modelli meteorologici a lungo termine.

Autore: Roberto Pinna

Comprendere le basi della Meteorologia

Comprendere le basi della Meteorologia

 

La meteorologia è la scienza che studia l’atmosfera e i suoi fenomeni (il tempo meteorologico), con l’obiettivo principale di prevederne l’evoluzione. Comprendere il tempo richiede la conoscenza di alcune grandezze fondamentali e dei principi fisici che regolano il movimento dell’aria e la formazione delle nubi. L’obiettivo di questa pagina è quello di fornire le basi per comprendere i fenomeni che verranno affrontati nelle pagine successive.

  1. Le Grandezze Meteorologiche Principali

L’atmosfera è lo strato gassoso che avvolge il nostro pianeta. Come è noto, è composto da una miscela di molecole di vario tipo tra cui azoto (al 78% circa), ossigeno (al 21% circa) e argon (0.6%).      In percentuali inferiori sono presenti anche vapore acqueo (0.3%) e anidride carbonica (0.04%) che, come è noto, influenzano in modo decisivo le condizioni meteorologiche giorno per giorno. Sono presenti tantissimi altri composti molecolari che fluttuano costantemente in atmosfera ed è impossibile studiare e prevedere il moto di tutte le molecole che compongono l’atmosfera stessa. Tuttavia, per comprendere gran parte dei fenomeni meteorologici, una buona base di partenza richiede la conoscenza di tre grandezze fondamentali: temperatura, pressione e umidità relativa.

  1. Temperatura

La Temperatura misura il grado di agitazione termica delle molecole dell’aria. In meteorologia, è cruciale perché influenza la densità dell’aria e, di conseguenza, il suo movimento verticale. Si misura tipicamente in gradi Celsius (°C) o in Kelvin (K).

  1. Pressione Atmosferica

La Pressione Atmosferica è la forza esercitata dal peso della colonna d’aria su una superficie unitaria. Si misura in Pascal (Pa) o più comunemente in Hectopascal (hPa), equivalenti al millibar (mb).

  1. Umidità

L’Umidità è la quantità di vapore acqueo presente nell’aria. È un fattore chiave per la formazione di nubi e precipitazioni. Si esprime in diversi modi:

  • Umidità Assoluta: è la massa di vapore acqueo per unità di volume di aria.
  • Umidità Relativa: è dato dal rapporto (espresso in percentuale) tra la quantità di vapore acqueo effettivamente presente e la quantità massima che l’aria può contenere a quella specifica temperatura. Quando l’umidità relativa raggiunge il 100%, l’aria si dice che è satura e si ha la condensazione.
  1. I Principi Fisici Chiave

Le grandezze fisiche che abbiamo appena elencato sono coinvolte in numerevoli fenomeni meteorologici. In questa sezione, è importante ricordarne alcuni, i principali, che serviranno per comprendere tutti gli altri argomenti che verranno affrontati nelle pagine seguenti.

  1. Il Gradiente di Pressione e il Vento

Il principio fondamentale che genera il vento è che l’aria si muove sempre dalle aree in cui la pressione atmosferica è maggiore a quelle in cui è minore.

  • Questa differenza di pressione è chiamata Gradiente di Pressione. Maggiore è il gradiente (cioè la differenza di pressione su una certa distanza), più forte è il vento.
  • Il vento è, per definizione, il movimento orizzontale dell’aria che tenta di riequilibrare queste differenze di pressione.
  1. La Convezione Termica

Questo principio si basa sulla relazione tra temperatura e densità: l’aria calda è meno densa e tende a salire, mentre l’aria fredda è più densa e tende a scendere.

  • Quando il Sole riscalda il suolo, l’aria a contatto con esso si scalda, diventa più leggera e si innalza (moti convettivi).
  • L’aria che sale si raffredda e, se satura di vapore acqueo, porta alla formazione di nubi convettive (come i Cumuli e i Cumulonembi).
  1. Condensazione, Evaporazione e Scambio di Calore

I passaggi di stato dell’acqua, come l’evaporazione e la condensazione, sono processi fondamentali che influenzano notevolmente la temperatura dell’aria. Tutto si basa su quello che viene chiamato “calore latente”, cioè il calore che viene assorbito o rilasciato quando una sostanza cambia stato, senza che la sua temperatura cambi immediatamente.

3.1. Quando l’Acqua Evapora: L’Aria si Raffredda

Quando l’acqua passa dallo stato liquido a quello di vapore (evaporazione), ha bisogno di una grande quantità di energia per rompere i legami tra le molecole.

  • Cosa succede: Questa energia viene letteralmente “rubata” sotto forma di calore all’ambiente circostante, che nel nostro caso è l’aria.
  • L’effetto: L’aria che cede calore diventa più fredda.
  • Esempio quotidiano: È per questo che, quando usciamo dall’acqua dopo una nuotata, sentiamo freddo: l’acqua sulla nostra pelle evapora, assorbendo calore dal corpo e raffreddandoci.

3.2. Quando il Vapore Condensa: L’Aria si Riscalda

La condensazione è il processo inverso: il vapore acqueo passa dallo stato di gas a quello liquido.

  • Cosa succede: L’energia (il calore latente) che era stata immagazzinata durante l’evaporazione viene rilasciata nell’aria circostante.
  • L’effetto: L’aria che riceve questo calore si riscalda.

L’Esempio delle Nuvole e dei Temporali

Questo meccanismo è cruciale nella formazione delle nuvole e nell’energia dei fenomeni atmosferici:

  1. L’aria sale e si raffredda: L’aria umida e calda vicino al suolo sale. Man mano che sale, si espande e si raffredda.
  2. Si formano le nuvole: Quando l’aria si raffredda abbastanza, il vapore acqueo in essa contenuto inizia a condensare, formando le minuscole goccioline che vediamo come nuvole.
  3. Il rilascio di calore: Ogni volta che si forma una gocciolina d’acqua (condensazione), viene rilasciato il calore latente nell’aria circostante.
  4. L’aria continua a salire: Questo calore rilasciato riscalda l’aria all’interno della nuvola, rendendola più leggera. L’aria più calda e leggera continua a salire con più vigore, alimentando la nuvola e, nei casi più estremi, trasformandola in un temporale o un uragano. È il calore nascosto rilasciato dalla condensazione a dare energia e forza a questi fenomeni meteorologici.

Conclusioni

In questa pagina abbiamo voluto tentare di fornire qualche strumento per comprendere meglio la meteorologia e le cause dei fenomeni che cerchiamo di osservare tutti i giorni per poter fare delle previsioni. Abbiamo visto che la temperatura, la pressione e l’umidità sono le grandezze fondamentali da osservare per capire “che tempo che fa”. Queste grandezze “interagiscono” tra loro in tantissime modalità e sono responsabili di alcuni fenomeni “chiave” coi quali è possibile spiegare gran parte di ciò che osserviamo in cielo, ovvero:

  1. l’aria si muove sempre dalle aree in cui la pressione atmosferica è maggiore a quelle in cui è minore.
  2. l’aria calda è meno densa e tende a salire, mentre l’aria fredda è più densa e tende a scendere.
  3. Quando il vapore acqueo condensa in goccioline, l’aria si riscalda mentre, quando l’acqua evapora, questa si raffredda.

Autore: Roberto Pinna

OUTLOOK GENNAIO 2025

PREMESSA

Il mese di dicembre ha confermato le linee dell’analisi precedente evidenziando, in modo particolare, il basso flusso degli eddy (flussi vorticosi verticali con trasferimento di calore e di momento) che ha indotto un notevole raffreddamento della medio alta stratosfera polare dove i venti zonali si sono intensificati in maniera importante.
La troposfera, emissaria principale delle dinamiche d’onda, in grado quindi o meno di intrudere in stratosfera e di disturbare il vortice polare, ha mantenuto un pattern multionda (fino a 6 k-waves) che ha notevolmente frammentato i flussi di calore verticali inibendo la propagazione verticale di fasi d’onda in stratosfera ma anche, in ultimo, ostacolando una propagazione in orizzontale, a causa di progressive, benché intermittenti, accelerazioni dei venti zonali, limitatamente al di sopra dei 60/65°N.
Il pattern attuale si presenta con 3 waves troposferiche di rilievo: un ridge a ridosso del settore orientale del Pacifico settentrionale in direzione dell’Alaska, un altro più debole verso la catena himalayana, un terzo più basso di latitudine nel settore centro orientale del Nord Atlantico.
Quest’ultimo sta attualmente accompagnando il tempo sull’Europa centro meridionale permettendo un’alternanza di fronti freddi con direttrice principale da nord ovest verso sud est con distensioni zonali verso l’Europa centrale che favoriscono una risposta più fredda da est o da nord est anche verso il Mediterraneo centrale che, a tratti condiziona il tempo soprattutto delle regioni adriatiche centro meridionali.

 

ANALISI TELECONNETTIVA

Un primo debole e fugace (anche dubbio in quanto non verificato secondo tutti i metodi di calcolo) superamento della soglia NAM di 1,5 è avvenuto tra il 6 e l’ 8 dicembre (con valori elaborati dal LAMMA di 1.5/1.6). Anche qualora si tenessero per buoni questi ultimi valori, a discapito di quelli elaborati da Lawrence su stratobserve, e quindi decretando un primo ESE Cold per quei giorni, i parametri troposferici non erano indirizzati verso un condizionamento, che infatti, per quella fase, non si è verificato. Durante una fase di condizionamento, generalmente, per l’appunto, si ha un temporaneo azzeramento degli eddy, sia di momento che di calore e una altrettanti temporanea, soppressione della convezione tropicale. In quella fase di inizio dicembre, a fronte di un debolissimo e brevissimo azzeramento del momentum flux, gli heat flux sono rimasti piuttosto attivi, così come la MJO che ha insistito in fase 5 con buona magnitudo.
Tuttavia la continuazione di un regime di flussi di calore molto basso renderà assai verosimile il fatto che l’evento rilevato sul piano statistico da Baldwin e Dunkerton è stato successivamente accompagnato da un vero low flux event che rappresenta una media di 45 giorni di flussi bassi (al di sotto di una soglia minima definita) a 100 hpa. A questo si è accompagnato un nuovo, stavolta più chiaro e marcato, superamento della soglia NAM dal 23/12. Un primo debole e del tutto temporaneo impulso dalla stratosfera verso la troposfera si è avuto intorno a Natale, con allineamento della colonna del VP e lieve risalita dell’AO. Tuttavia questa debolezza e temporaneità della trasmissione di moto, sta lasciando spazio, in questo finale di dicembre, ad una moderata risposta troposferica, con attivazione dei flussi a carico della prima onda e dislocamento del VP, un po’ a tutte le quote, sul settore eurasiatico.
A livello tropicale, l’elemento caratterizzante il mese di dicembre che sta per concludersi è sicuramente stata la lunga fase di convergenza che abbiamo avuto sul settore del Continente Marittimo. Questo ha portato ad un’accelerazione della NINA, con calo delle anomalie superficiali specialmente sul Pacifico Centrale.
La MJO, con una siffatta configurazione, ha insistito per gran parte del mese sulle fasi 5 e 6 con magnitudo debole/moderata. Solo negli ultimissimi giorni del mese si è avuta una progressione verso est, con una debolissima fase 7.
L’East Wind Burst (EWB) equatoriale che ha portato alla convergenza sopra descritta dovrebbe venire meno nella fase di transizione tra il mese di dicembre e il mese di gennaio, con MJO che dovrebbe dapprima distribuirsi su due centri convettivi (uno in Atlantico e l’altro sulla parte più occidentale dell’Oceano Indiano) e successivamente posizionarsi con maggiore insistenza verso le fasi 2/3.

Dopo un mese contraddistinto da un’anomalia positiva di momento angolare (GLAAM), gennaio dovrebbe portare ad un cambiamento anche in questo indice, con valori previsti negativi dalla seconda parte della prima decade. Ricordiamo che un movimento angolare positivo è essenziale per la formazione delle onde di rossby mentre una fase negativa generalmente propende per una graduale destrutturazione delle stesse.
Lo stesso si può dire per il GWO, che, passato durante dicembre per lo stage 2 (frictional e mountain torque positivi), ha praticamente saltato lo stage 3 che porta alla fase vera e propria di strutturazione delle onde atmosferiche e la ritroveremo dapprima in stage 4 (opposto allo stage 2) ad inizio gennaio e probabilmente in stage 1 da metà mese.

EVOLUZIONE PREVISTA PER IL MESE DI GENNAIO

​Il mese di Gennaio esordisce con le medesime caratteristiche, esposte nel precedente outlook, riguardo agli ultimi giorni di Dicembre: un anticiclone esteso zonalmente sull’Europa centro-meridionale e sul Mediterraneo settentrionale che relega il flusso perturbato atlantico sul nord Europa. Il sud Italia è invece marginalmente interessato da una goccia fredda che scorre verso est, tra il nord Africa e la porzione più meridionale del Mediterraneo.
Nei primi giorni dell’anno il raffreddamento stratosferico inizierà ad intrudere la troposfera con nuclei di vorticità positiva che verranno trasmessi in zona Scandinava a seguito di una fase di allungamento del VPS che assume temporaneamente una forma ellittica e un posizionamento dell’intera colonna in area eurasiatica. La Rossby wave atlantica che ne consegue, carica di aria fredda e secca di recente origine stratosferica, si innesta su un Atlantic Ridge (ATR) pregresso ed è prevista interessare l’Europa nel suo spostamento verso sud-est intorno alla metà della prima decade. Il contributo di aria polare porterà la saccatura ad interessare l’Italia centro settentrionale in modo marginale e temporaneo, con rapidi fenomeni nevosi a bassa quota su Alpi orientali e Appenino centro-settentrionale.
In seguito al passaggio della saccatura, un promontorio atlantico concorrerà alla formazione di un blocco al flusso zonale che permetterà la discesa di aria artica verso il nord-est Atlantico e le Isole Britanniche, entro la fine della prima decade. Il blocco atlantico dovrebbe essere solo temporaneo in quanto il momento angolare (GLAAM) transiterà in fase negativa, dunque in attesa della fase di rottura d’onda anticiclonica. Riteniamo pertanto probabile l’aggancio del blocco di aria artico con nuclei di bassa pressione alle medie latitudini atlantiche che lo porteranno in retrogressione verso il taglio della radice del blocco atlantico.
La fase che ne consegue vedrà un cambio di segno del pattern EA (East Atlantic). Sostenuto da una variabilità naturale resiliente al trend climatico, l’EA- che ha contrassegnato la prima parte dell’inverno, lascerà spazio ad un reversal pattern soprattutto per quanto riguarda la prima metà del mese. Avremo quindi un netto rinforzo del getto subtropicale fino circa a metà mese, con condizioni invernali sull’Europa settentrionale (e centrale in una prima fase) mentre il Mediterraneo a l’area balcanica saranno interessati più spesso dal richiamo mite del getto. In questa fase le temperature, in una primissima fase sottomedia un po’ su tutta Italia, saranno destinate a salire fino a valori sopra la media climatologica, soprattutto al sud. Abbondanti nevicate potrebbero registrarsi sul settore alpino e, in alcune fasi, sulle vette più alte dell’Appennino settentrionale.

Anomalie di geopotenziali attese per la prima metà di gennaio

Verso metà mese dovrebbero emergere in maniera più netta gli effetti del condizionamento troposferico a seguito dell’Evento Stratosferico Estremo avvenuto in dicembre. Ci attendiamo pertanto un riaccentramento del nucleo del VP sul polo geografico con netto rialzo della corrente a getto sul settore euro-atlantico. Sarà quindi possibile avere una distensione zonale dell’anticiclone, che andrebbe a proteggere maggiormente l’Europa centro-meridionale.
Clima quindi più stabile anche sul nostro Paese, con temperature che dovrebbero riavvicinarsi alle medie del periodo, specie al centro-sud.

Anomalie di geopotenziali attese per la seconda metà del mese

Outlook Dicembre 2024

PREMESSA
L’autunno che si avvia alla conclusione ha visto un’evoluzione che si può definire “a doppia faccia”. Ad una prima metà contraddistinta da buona attività della corrente a getto in entrata verso il Mediterraneo centrale è seguita una seconda parte nettamente più anticiclonica. Attualmente la fase anticiclonica va incontro a modesti cedimenti sul suo fianco orientale dovuti all’ingresso di aria fredda dal nord Atlantico, che ha come obiettivo l’Europa meridionale e balcanica. Di conseguenza il promontorio di alte pressioni si stabilizza più ad ovest (Atlantic Ridge, ATR), benché temporaneamente si possa estendere fino all’Europa centrale.

L’anomalia di copertura nevosa in Eurasia, conseguenza del pattern suddetto, vede un’importante anomalia positiva su est Europa, Balcani e Turchia. Sulla parte più continentale della Russia ha invece insistito un sistema di basse pressioni e di risalite calde provenienti dalle basse latitudini del medio Oriente.

In stratosfera abbiamo avuto uno sviluppo del Vortice Polare in linea con la climatologia, con flussi di calore che si sono dimostrati piuttosto attivi durante il trimestre autunnale. L’andamento delle vorticità rispecchia quello riscontrato spesso negli ultimi anni, con PV organizzate e in linea con le medie in alta stratosfera e decisamente sotto la media climatologica in bassa stratosfera.

ANALISI TELECONNETTIVA
L’area ENSO ha visto nel corso degli ultimi mesi l’emersione di anomalie negative, che da ultimo sono andate a localizzarsi quasi esclusivamente nelle regioni più occidentali del Pacifico tropico-equatoriale a ragione di un’onda di Rossby oceanica che ha intensificato notevolmente i venti che soffiano da est dal meridiano del cambio di data verso il continente marittimo e da ovest dall’oceano Indiano sempre verso l’Oceania.
Infatti attualmente l’area ENSO che presenta maggiormente anomalie negative, a dispetto di quella 1+2 addossata all’America latina, è proprio la regione 3.4 (ONI).
L’assetto quindi la Niña-like (per la declaratoria del segnale effettivo de La Niña occorre una stabilizzazione delle anomalìe negative) presenta attualmente caratteristiche CP (Central Pacific) o addirittura Modoki.
Il segnale prevalente della MJO rispecchia quindi le condizioni correnti nelle regioni tropico-equatoriali, facendo emergere a debole-moderata magnitudo le fasi 4/5, ovvero tra la parte orientale dell’oceano Indiano ed il continente marittimo, ove si esprimono i massimi di convezione.
A ragione di questo andamento permane una situazione caratterizzata da bassi eddy calore e momento verso la stratosfera, mentre in troposfera vorticità piuttosto disorganizzate operano all’interno di un flusso zonale frammentato da un pattern plurionda (si conta un pattern attuale di 5/6 onde di Rossby) che si mantiene mediamente con le proprie creste al di sotto dei 65°N.
Come accennato quindi, in troposfera si va definendo in questo finale di stagione un pattern caratterizzato da elevate velocità di gruppo in seno alle onde di Rossby multionda, con conseguente riflesso sul rinforzo del VPS a cominciare dalle quote alte e medio alte.

Coerentemente con quanto osservato ad inizio della premessa, il profilo ondulatorio del nord emisfero risulta abbastanza statico e, nel settore di nostro maggior interesse si evidenziano:

  1. Una configurazione coerente con un Atlantic Ridge Pattern ma con modesto trasferimento di momento della cresta dell’onda entro i 60/65°N
  2. Un cavo d’onda che porta anomalìe negative di geopotenziale e di temperatura tra la Russia occidentale / la parte sud orientale scandinava verso l’Europa orientale, ove insisteranno condizioni già nettamente invernali
  3. Fasi ondulatorie che a tratti conducono il ridge altopressorio atlantico ad estendersi verso l’Europa centrale (passaggio da un pattern ATR ad un pattern di blocco) e a portare dei rientri di aria fredda più marcatamente verso il Mediterraneo centro orientale, le regioni adriatiche e meridionali.

Ci attendiamo, a partire segnatamente dalla terza decade di dicembre, l’emersione degli effetti derivanti da un progressivo accorpamento delle masse artiche in seno al vortice polare, favorito dalla possibile permanenza fino a quel momento di flussi di calore (sia verticali che orizzontali) bassi.
Questo andamento verrebbe confermato soprattutto qualora lo status attuale del Pacifico (orientato verso uno status Niña-like con sbilanciamento verso la parte centrale dello stesso oceano Pacifico) inibisse o limitasse ancora in modo sostanziale l’andamento dei flussi di calore.
In quest’ultima ipotesi è plausibile una sorta di reset del pattern plurionda, fino a quel momento in essere, a causa dell’intensificazione del flusso zonale e dell’incremento di tensione del jet stream polare.

EVOLUZIONE PREVISTA PER IL MESE DI DICEMBRE

Il mese di Dicembre dovrebbe esordire mostrando le medesime caratteristiche degli ultimi giorni di Novembre, con un anticiclone esteso su buona parte dell’Europa centro-meridionale, con correnti atlantiche che rimarranno relegate alle isole britanniche ed alla penisola scandinava. In seno a questa circolazione, l’area balcanica si troverà interessata da correnti orientali moderatamente fredde, con interessamento più diretto del Mediterraneo orientale e dell’area jonica.
Durante la prima decade, il pattern Blocking (BLO) sopra descritto è previsto piuttosto mobile, con evoluzione dalla penisola iberica verso l’Europa centrale. Questo movimento potrebbe portare a qualche temporaneo strappo di aria polare da nord-ovest in ingresso sul cuore del continente. Rimane difficile stabilire i possibili effetti sul nostro territorio di un siffatto passaggio evolutivo, ma è ipotizzabile un blando e fugace passaggio perturbato al centro-nord con calo termico verso le medie del periodo.


Il possibile termine durante la seconda decade della particolare configurazione Indo-Pacifica (venti occidentali – Westerly Wind Burst – sull’Indiano e venti orientali – Easterly Wind Burst – sul Pacifico), con evoluzione di un debole segnale della Madden Julian Oscillation verso est (o un suo rientro nel cerchio), potrebbe portare una temporanea traslazione dell’asse anticiclonico verso Ovest con la nuova affermazione di un Atlantic Ridge ed una conseguente discesa di aria artica verso l’Europa centro-orientale, da inquadrare indicativamente per metà mese. Probabile anche l’interessamento del Mediterraneo centro-orientale, con l’ingresso di aria fredda e un possibile peggioramento del tempo di stampo invernale.
La scarsa magnitudo della MJO non appare in grado di forzare con decisione il pattern multionda esistente, pertanto il ridge atlantico non si rivelerà particolarmente significativo per effettuare una modifica duratura del tempo su gran parte dell’Italia. Nel contempo, la prolungata assenza di flussi di calore comincerà a produrre i propri effetti nell’assetto della colonna del vortice polare e, in prossimità della fine della seconda decade del mese di dicembre, dovremmo assistere ad un deciso rinforzo della zonalità sul settore euro-atlantico, con il passaggio a condizioni di AO e NAO+. Il blocco atlantico, come il pattern plurionda che caratterizza il nord emisfero, dovrebbero quindi venire risolti dall’incremento di tensione della corrente a getto polare.
E’ possibile attendersi, tra fine seconda e inizio terza decade, il passaggio ad un pattern ascrivibile ad una “Bartlett High”, ove la distensione zonale dell’alta pressione mantiene mediamente un centroide tra l’Atlantico e l’Europa attorno ai 50/55° N.
Questo pattern dovrebbe accompagnarci almeno fino a fine mese, con condizioni 
prevalentemente stabili e temperature che dovrebbero risultare lievemente sopra la media in quota e grossomodo nella norma nei bassi strati, con possono episodi di inversioni termiche e nebbia, anche persistente, nelle pianure del centro-nord.

Figura 1 – Anomalie di geopotenziale previste indicativamente per le prime due decadi di dicembre

Figura 2 . Anomalie di geopotenziale previste indicativamente per l’ultima decade di Dicembre

OUTLOOK seconda parte estate 2024

Analisi iniziale

La prima parte della stagione estiva ha vissuto una circolazione fortemente connotata, contraddistinta sostanzialmente da una buona vivacità del getto in ingresso sul continente Europeo con il Mediterraneo centrale soggetto a correnti prevalentemente dai settori sud-occidentali, con un tipo di tempo variabile ma anche instabile al nord con interessamento transitorio anche delle regioni centrali.
Generalmente molto più stabile e caldo il clima al Sud Italia e in generale sul Mediterraneo orientale.
Dietro questa vivacità della corrente a getto nel Nord Atlantico verso il continente europeo è abbastanza verosimile risalire al riscaldamento ulteriore delle fasce tropicali imposte dalla pregressa fase di El Nino ormai decaduta e quindi all’incremento del gradiente termico/barico avuto. Inoltre la persistenza delle preesistenti SSTA Atlantiche ha impattato nella circolazione extratropicale oltre le aspettative, condizionando la circolazione sul nostro comparto.
A questo si aggiungano scarsi elementi di variabilità naturale ad alta frequenza che sarebbero stati possibili fattori in grado di incidere più significativamente su una possibile rottura dell’andamento circolatorio generale attuale.
Tuttavia in questi giorni stiamo verificando come il solo innalzamento fisiologico delle fasce tropicali, in assenza di grossi scambi meridiani, stia portando con sé isoterme decisamente molto alte a fronte di una configurazione che probabilmente non sarebbe stata troppo penalizzante in mancanza di un trend di fondo dominato dal GW e quindi da un deciso incremento delle temperature e dei geopotenziali.

Analisi teleconnettiva

Il quadro teleconnettivo che si andrà a comporre nel prosieguo della stagione estiva non vedrà grossi mutamenti e di conseguenza l’impianto circolatorio nel suo insieme rimarrà abbastanza coerente con quanto fin qui visto, descritto in maniera piuttosto chiara da un segno della nao oscillante tra il segno positivo e negativo, ad indicare una circolazione mediamente occidentale nella quale si inseriscono ondulazioni mobili.
Eccezion fatta quindi che per un fisiologico innalzamento delle fasce tropicali, per cui inevitabilmente si deve tenere conto del trend di fondo imputabile al GW, non dovremmo assistere a importanti cambiamenti sinottici, se non uno spostamento verso ovest del promontorio subtropicale di origine africana, che dal settore tunisino-libico si sposterebbe verso quello marocchino-algerino.
Anche le stesse forzanti ad alta frequenza in grado potenzialmente di modificare l’inerzia fin qui avuta non sembrano essere in grado di imporre un diverso tracciato al trend ondulatorio e al comportamento generale della circolazione.
La traccia delle SSTA atlantiche rimarrà presente ma sicuramente meno influente sulla circolazione atmosferica europea.

In base a quanto sopra, in un contesto sinottico abbastanza simile all’impianto fin qui avuto, occorre inevitabilmente valutare l’innalzamento medio delle fasce tropicali, le quali dovrebbero essere in grado di marginalizzare in modo più deciso gli effetti del trend ondulatorio, limitando gli effetti della circolazione oceanica a temporanei passaggi per lo più alle regioni alpine e prealpine con qualche temporaneo sconfinamento sul Nord e sulle regioni adriatiche.

Prospettive

La seconda parte del mese di Luglio dovrebbe vedere la penisola alla prese con un quadro configurativo medio in continuità con la prima metà del mese.
Alta pressione che dovrebbe occupare stabilmente il Mediterraneo centro-occidentale con isoterme e geopotenziali molto alti. Si conferma una buona tensione zonale che, come detto, andrà prevalentemente a “rimbalzare” sulla struttura alto pressoria di cui sopra.
E’ lecito in questo contesto attendersi il passaggio di qualche cavo d’onda sul Nord Italia, in successivo scivolamento verso l’Adriatico, che temporaneamente potrebbe instabilizzare le condizioni meteorologiche sul Nord Italia e innescare un blando rimescolamento dell’aria fino sulle regioni centrali.

Il mese di Agosto non vedrà significativi mutamenti dello schema circolatorio. Sussisteranno le possibilità di ulteriori passaggi instabili sul Nord.
Durante il corso del mese assisteremo alla massima espansione delle celle sub-tropicali ed un contestuale rinforzo del Jet stream alle alte latitudini in Atlantico. Avremo ancora ben presente un forte presidio anticiclonico in espansione dal settore marocchino-algerino verso il Mediterraneo occidentale, con l’Europa centrale che andrebbe a trovarsi in un terreno di scontro tra masse d’aria molto differenti, con la conseguente possibilità di fenomeni violenti.

Riteniamo anche verosimile una graduale espansione verso nord-est delle anomalie di geopotenziale con una cella che andrebbe a posizionarsi sul settore russo-finnico. Questa cella andrebbe a collegarsi con la zona calda succitata durante le fasi di rilassamento della corda zonale, andando a stabilizzare il tempo su buona parte d’Europa. Questi potrebbero rappresentare i passaggi più caldi anche sul nostro Paese, specialmente al centro-nord.
Nelle fasi di ripresa del getto, questi collegamento verrebbe meno, con ingresso di deboli saccature e/o gocce fredde sull’Europa centrale, in scivolamento verso sud-est.

Nel periodo oggetto di analisi le temperature risulteranno essere oltre le medie di riferimento un po’ su tutta la penisola, con qualche breve pausa soprattutto al Nord.
Precipitazioni scarse eccezion fatta per le aree Alpine e il nord-est.

Bando MeteoNetwork 2024: progetto di monitoraggio meteorologico e condivisione dei dati

L’Associazione MeteoNetwork indice il secondo concorso di idee per sostenere la diffusione delle scienze meteorologiche e del monitoraggio ambientale del territorio, mediante la raccolta e la libera condivisione di dati meteorologici. A tale scopo, MeteoNetwork mette a disposizione n.2 stazioni meteorologiche “Davis Instruments Vantage Pro2” che saranno assegnate ai progetti ritenuti più rilevanti.

COME PARTECIPARE

I soggetti proponenti dovranno compilare la scheda di progetto Allegato A scaricabile dall’apposita sezione del nostro sito indicando all’interno: descrizione della località che ospiterà la stazione, modalità di installazione, caratteristiche climatiche, modalità di trasmissione dati in rete. La partecipazione al concorso è disciplinata dal seguente regolamento.

REGOLAMENTO:
1. Soggetto promotore: il concorso è indetto dall’Associazione MeteoNetwork.
2. Soggetto proponente: cittadini, enti del terzo settore, istituti scolastici e di ricerca.
3. Durata: il concorso durerà fino al 30 settembre 2024, data da intendere come termine ultimo per l’invio delle proposte progettuali.
4. Premi in palio: 2 stazioni meteorologiche “Davis Instruments Vantage Pro2” (consolle e datalogger inclusi).
5. Come partecipare: i soggetti proponenti dovranno compilare la scheda di progetto “Allegato A” in tutte le sue parti e inviarla a info@meteonetwork.it indicando nell’oggetto mail “Bando MNW 2024 nome soggetto proponente”. Dovranno allegare alla stessa una o più fotografie del luogo dell’installazione. Non saranno prese in considerazione proposte incomplete o carenti della documentazione richiesta.
6. Valutazione e assegnazione premi: il Consiglio Direttivo a proprio insindacabile giudizio valuterà i progetti finalisti entro 20 giorni dalla chiusura del concorso, tenendo conto anche delle seguenti premialità:
• Soggetto proponente socio MeteoNetwork: 6 punti;
• Luogo dell’installazione: location priva di monitoraggio meteorologico nella rete MeteoNetwork: 3 punti
• Evento di promozione e presentazione del progetto: 2 punti;
• Eventuali attività collaterali (laboratori, ricerche, ecc): 1 punto.
7. Vincoli obbligatori: l’installazione della stazione è a carico del soggetto a cui sarà assegnata la stazione e dovrà rispettare i requisiti minimi previsti dalle norme MNW consultabili a questo link: http://wiki.meteonetwork.it/. Dovrà essere garantita la necessaria alimentazione per la strumentazione e la costante condivisione online dei dati rilevati con iscrizione della stazione su http://my.meteonetwork.it/.
In caso di delega a terzi o a persona fisica è obbligatorio esibire documentazione comprovante.
IMPORTANTE: il mancato rispetto di uno o più vincoli obbligatori comporterà la restituzione del premio.

concorso MNW 2024

Allegato A_bando MNW 2024

Associazione MeteoNetwork OdV
Via Cascina Bianca 9/5
20142 Milano
Codice Fiscale 03968320964