
Dopo il primo vero disturbo del vortice polare troposferico (VPT) ad opera di un blocking barico in area scandinava, il VPT si ricompatta disassandosi verso l’emisfero a noi più distante. L’AO, indice che caratterizza la circolazione sub-polare nord emisferica, torna temporaneamente positivo.
Il jetstream diverge in modo da mantenere attiva una debole pulsazione anticiclonegetica in Europa (area A in figura). D’altro canto, sul nordamerica i venti zonali legati al getto polare appaiono in difficoltà soprattutto in terra canadese orientale con un collasso del getto in alta quota (area B).
Questo non depone bene per un’ulteriore espansione dell’oscillazione artica che con difficoltà riuscirebbe ad interessare il nord Atlantico e la Groenlandia.
Se la wave 2 è latitante, l’approfondimento depressionario sul tratto aleutinico ed est-siberiano è invece perfettamente in media col raffreddamento radiativo. Questo contribuisce a mantenere il PNA a cavallo della linea media senza ulteriori sussulti in attesa che venga forzato dall’entrata del pattern de La Nina. Essa è prevista dal CFS in fortissimo rinforzo a novembre (forse estremo come rinforzo rispetto agli altri modelli) ma attualmente permane su livelli al più moderati e limitatamente al settore orientale.
A riprova del comportamento di un pattern in ambito Pacifico che è ben lungi dallo stabilizzarsi in accordo all’ENSO, l’area di convezione intertropicale collegata alla MJO subisce un vero tracollo proprio sul settore indiano ed indo-pacifico dopo aver impattato sul settore 8 ed ancor più in 1, corrispondente all’Atlantico tropicale e all’Africa (Figura 2). Inoltre la MJO è prevista rimanere debole nelle prossime due settimane nei settori 3, 4 e 5. Le implicazioni sulla wave 2 (cioè il rafforzamento della semipermanente nord-atlantica) non dovrebbero essere preminenti.
Anche perché si confermano quei disturbi sopra la tropopausa artico-canadese e groenlandese (Figura 3) che erano stati inquadrati fin dall’inizio della stagione autunnale, associabili alla mancata riflettività e maggiore assorbimento nel campo dell’infrarosso su vaste porzioni dell’Oceano Artico rimaste prive della banchisa polare.
Come tutto ciò si riflette sul pattern euro-atlantico ?
L’indebolimento della NAO che pur ancora in territorio positivo è destinata progressivamente a scendere fin alla neutralità a fine periodo considerato appare un naturale sbocco ad una situazione che alla divergenza del getto in quota associa una più che probabile frattura del tripolo da NAO+ sulle SST atlantiche (Figura 4).
La prima conseguenza sarà il cedimento della struttura depressionaria in Atlantico. Successivamente la frattura più netta del tripolo che si verrebbe a generare tenderebbe a sfilacciare a monte il campo dei venti zonali: le perturbazioni raramente riuscirebbero a sfilare franche sull’Europa centrale ma scorrerebbero più a nord mentre la saccatura atlantica si indebolisce verso sud-est ed inserimenti di fronti atlantici andrebbero ad attivare la depressione latente tra il nord Africa, la Spagna ed il vicino Atlantico.
L’anomalia del geopotenziale a 500 hPa vedrebbe un lungo corridoio positivo dal medio Atlantico fino alla Russia del nord, passando appunto sui meridiani centrali europei. Regime di tipo EEH (East-European High) di cui la Figura 5 ottenuta con un flottaggio. Forte negatività sul sud-ovest Europa e moderata sul nord-est Atlantico. Turchia, Egeo e a tratti la Grecia presi dal rientro dei venti continentali.
Andrea Rossi