30.11.2014 - Comitato Tecnico Scientifico
Stagione invernale 2014-15: proiezione parte centrale

INTRODUZIONE

Piccola premessa: questa è una stagione particolarmente difficile da inquadrare. Al di là del mutamento in atto di alcune componenti termiche e dinamiche che possono incidere sulla relazione a distanza fra specifici predittori e pattern atmosferici ricorrenti sul nostro comparto di riferimento (vedi ad esempio l'annosa e ancora dibattuta questione sull'influenza che la riduzione dei ghiacci artici eserciterebbe direttamente sui gradienti termici e barici fra alte e basse latitudini e indirettamente su quelli fra terraferma e oceano), l'analisi dei vari predittori non ha permesso di giungere ad un segnale chiaro e sufficientemente omogeneo. Questo è uno dei motivi che ci ha spinti a suddividere l'outlook in tre parti, la prima della quale – con focus temporale incentrato sulle prime due decadi di dicembre – è già stata pubblicata lo scorso 19 novembre. Si rimanda a quel testo e alla sua introduzione per una sintetica panoramica sull'analisi di alcuni importanti predittori.
Questo outlook ha invece come focus temporale il mese compreso all'incirca fra la terza decade di dicembre e la seconda di gennaio. Seguirà un terzo outlook dedicato alle ultime quattro decadi della stagione.

Oltre a quanto già scritto in sede introduttiva, va rilevata l'eccezionale copertura nevosa euroasiatica (SCE – Snow Cover Extent) dello scorso mese di ottobre, la cui estensione era seconda solo al record del 1976. La crescita è stata rapida soprattutto fra la prima e la seconda decade del mese, ciò che ha favorito pure il SAI (Snow Advance Index), la cui pendenza è risultata vicina al massimo del 2009. Tuttavia, nel periodo di massima correlazione fra SCE e AO/NAO invernale (metà ottobre-metà novembre), la crescita della copertura ha rallentato e fra l'ultima decade di ottobre e le prime due settimane di novembre si è assistito ad una stagnazione, soprattutto nella parte più occidentale del continente, portando il valore al quinto posto dietro anni quali 2009, 2011, 2012 e 2002, analogamente a quanto verificatosi – in modo anche più netto – nel 1976.
Nel frattempo sul Nordatlantico le anomalie termiche superficiali (SSTA – Sea Surface Temperature Anomalies) sono gradualmente mutate, assumendo una configurazione un po' più simile a quella che precede inverni con NAO+ soprattutto nella prima parte. Più difficilmente interpretabile il segnale delle SSTA proveniente dal Pacifico, laddove assistiamo ad un affievolirsi graduale della condizione di PDO+, un lento affioramento di un Niño moderato, tardivo e con core sul centro del bacino oceanico, ed una situazione sull'ovest (zona Indo-Pacifica) e sul nord-ovest (zona del NGPO – North Pacific Gyre Oscillation – per gli amanti degli indici) dell'oceano poco profilata ma piuttosto diversa rispetto a quella dello scorso anno. Proprio il particolare pattern atmosferico indotto dalla disposizione delle SSTA in quest'ultimo settore del Pacifico ha contribuito al persistente schema di circolazione atmosferica a due onde, con coriacei promontori a ridosso della parte occidentale del nord America e sulla Russia europea e la persistente saccatura fra la parte orientale del nord America e l'Europa occidentale, che ha connotato la scorsa stagione.
Per questa e per altre ragioni sopra e precedentemente segnalate, riteniamo improbabile il prosieguo di questo tipo di circolazione, simile a quella avuta lo scorso inverno e durante questo mese di novembre. È altresì da evidenziare la particolare configurazione atmosferica che ha caratterizzato l'intero autunno sullo scacchiere euro-atlantico, spesso sede di anomalie positive di geopotenziale alle latitudini più elevate soprattutto in zona scandinava, con lo slittamento dell'anomalia da occidente ad oriente fra settembre e novembre. Quest'ultimo mese finirà con un forte gradiente barico fra oceano Atlantico ed entroterra europeo (caratteristica questa che può anticipare fasi di blocco su bassopiano sarmatico fra dicembre e gennaio e che raramente precede inverni europei con forte e persistente zonalità). In zona Pacifica e Nordamericana, il PNA è stato positivo e, dopo una fase di negativizzazione prevista a dicembre, è probabile che torni su valori positivi, in questo forse “trainato” dal Niño.
Considerando quanto detto, riteniamo che il periodo preso in esame dovrebbe presentare una negativizzazione (non estrema) della NAO già a partire dall'ultima parte di dicembre.

OUTLOOK PERIODO 21 DICEMBRE-20 GENNAIO

Con l'ingresso dell'inverno astronomico si dovrebbe assistere ad un progressiva diminuzione delle vorticità del lobo canadese del VPT sul nord Atlantico. In questa fase delle stagione vediamo l'Europa centro-occidentale sede dell'interazione tra l'aria fredda dal nord Europa e l'aria mite delle basse latitudini.

Come possiamo vedere più sotto, abbiamo suddiviso in due parti la nostra mappa di previsione. Dapprima, relativamente alla seconda metà di dicembre, prevediamo che inizi a strutturarsi un forte campo di alta pressione alle basse latitudini del nord Atlantico, mentre dovrebbe permanere il pregresso blocco autunnale di alte pressioni sull'Europa nord-orientale, creando le premesse per affondi meridiani sull'Europa nel successivo mese di gennaio in interazione con basse pressioni isolatesi dal getto atlantico sull'Africa nord-occidentale e sulla penisola Iberica in risalita verso nord-est.

A livello termico si prevedono temperature sotto la media su Europa occidentale e centrale, mentre da un punto di vista pluviometrico si prevedono precipitazioni sopra media sul Mediterraneo e sotto la media in Atlantico.

Figura 1 – Anomalie GPT seconda parte dicembre 2014

Figura 2 – Anomalie GPT prima parte gennaio 2015

Associazione MeteoNetwork OdV
Via Cascina Bianca 9/5
20142 Milano
Codice Fiscale 03968320964