08.10.2015 - Attività Associativa
Ciclone mediterraneo in arrivo: un gioco di sponda

Tra cicloni tropicali e uragani, in questi giorni nei siti meteo più o meno organizzati, più o meno frequentati, è un continuo sbrodolamento di titoloni per indicare il peggioramento atteso nei prossimi giorni.
Sia chiaro: i cicloni tropicali non c'entrano niente; figuriamoci gli uragani, che non sono altro che forti cicloni tropicali con determinate caratteristiche.
Ma siccome non sappiamo che pensare al guadagno (in termini di prestigio, ovviamente), buttiamo lì qualche termine a caso, che fa tanto allarme e aiuta ad aprire link ad articoli che riportano quei termini nel titolo.

Quello in arrivo domani in Sardegna e poi sulle coste tirreniche è un ciclone mediterraneo, ossia una bassa pressione ampia, profonda, sostenuta da processi fisici tipici delle nostre latitudini.
Le sue caratteristiche la porteranno prima di tutto a scatenare venti forti su gran parte d'Italia, dapprima caldi e umidi, poi più asciutti e freschi, nella classica successione tra fronte caldo, freddo e – mettiamocelo, in quanto probabile protagonista per diverse ore – anche occluso.

E' insomma qualcosa di completamente diverso da un ciclone tropicale o da qualsiasi cosa possa assomigliargli. 
Una struttura con caratteristiche tropicali, talora comunque presente nel Mediterraneo, ha estensione limitata a poche decine di chilometri di diametro, è sostenuta esclusivamente da aria calda e umida, da cumulonembi organizzati in una struttura che si dice “barotropica”, non una prerogativa di queste trottole ma comunque estremamente rara alle nostre latitudini. Per le sue peculiarità scatena venti forti, o molto forti, ma su un territorio di estensione davvero limitata, e solitamente al largo in mare aperto.

Certo, in alcuni casi all'interno di una bassa pressione mediterranea (che sia ciclone o un lago amorfo e fiacco di aria instabile) può a volte nascere un piccolo ciclone dalle caratteristiche tropicali. Ma – questo è bene sottolinearlo – è pressoché impossibile prevedere una evoluzione di questo tipo.
Pertanto, è vero che non si può escludere completamente la nascita di un piccolo ciclone tropicale all'interno del ciclone mediterraneo, tra domani e domenica; tuttavia:

1) le probabilità sono (come in TUTTE le occasioni del genere) molto basse, anche sulla base dei venti troppo tesi e provenienti da direzioni completamente differenti alle varie quote, un po' su tutta l'Italia (questo allontana la possibilità di avere una colonna d'aria barotropica);
2) non è possibile – ripeto – NON E' POS-SI-BI-LE saperlo in fase di previsione, se non nel momento in cui i vari fronti (occluso, in particolare) dovessero essere ben lontani dal punto in cui andrebbe a formarsi il ciclone dalle caratteristiche tropicali, e sempre se in quel punto dovessero formarsi dei temporali organizzati;
3) tutta la struttura del ciclone mediterraneo si muoverà molto velocemente, trascinando rapidamente i centri motore della bassa pressione da una costa all'altra, dando così poco tempo ai venti di organizzarsi in maniera differente da quella tipica dell'evoluzione di una bassa pressione classica.

Sia chiaro: con un ciclone mediterraneo non c'è da scherzare: è una perturbazione forte, rapida, foriera di temporali anche pesanti. Ma fa parte della normale statistica autunnale italiana; il ciclone tropicale no.

Curiosità: la perturbazione in arrivo sarà conseguenza indiretta dell'avvicinamento alle coste europee dei rimasugli del vecchio uragano “Joaquin”, ormai plasmato anch'esso come normale depressione oceanica, ma in grado di dare un colpo di sponda a una fredda bolla d'aria in quota, che sonnecchiava sulla Spagna e si ritroverà invece scaraventata entro stanotte sulle coste algerine, dove la colonna è ancora calda. E' proprio questo contrasto che sta costruendo i prodromi del ciclone mediterraneo, che poi – ripeto – entro domenica attraverserà gran parte del Paese portando piogge più abbondanti al Centro-Sud.

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