Il caldo altro non è se non una percezione fisica conseguente ad uno stato atmosferico caratterizzato da temperature elevate. Ha fatto molto caldo a luglio, per via della presenza reiterata dell'alta pressione nord-africana. Dopo un rientro alla normalità, tornerà ora a fare caldo, compatibilmente con il periodo, un caldo che ci porteremo dietro da metà settimana sino alla fine del mese. Potrebbe fare caldo anche più avanti, nel corso della stagione autunnale, che ormai entra in fase decisamente in ritardo rispetto a quella meteorologica. In quel caso sarebbe certamente più corretto indicare situazione meteo-climatica con temperature al di sopra della media stagionale, visto che la percezione fisica cui accennavamo sopra verrà a mancare. Il trend in sostanza è il seguente: molti giorni sopra media, qualche giorno sotto, molti giorni sopra media, qualche giorno in media. Ed eccoci al punto.
Il mutamento della situazione climatica a livello globale è evidente e si ripercuote con una modifica al normale andamento del tempo anche a livello locale. Le stagioni climatiche, ad esempio, perdono le caratteristiche peculiari cui eravamo abituati e ne assumono di nuove. Pur mantenendosi comunque tutte e quattro (le stagioni quindi esistono ancora !) si notano slittamenti ed eccezioni. Insomma, imbeccato dal clima, anche il tempo sta giocando con regole nuove.
E qui, cari amici, potrebbe sorgere un ulteriore problema, per la comprensione del quale ci serviamo di un semplice esempio: immaginiamo di organizzare una partita di calcetto. Tutti sappiamo quali sono le regole. Bene, ma se ora volessimo giocare a calcetto applicando le regole del basket, beh certamente ci troveremmo in difficoltà. Pensiamo ora ai nostri modelli fisico-matematici: sono stati resi operativi applicando le leggi della Fisica. Ma se ora cambiano le regole i nostri modelli funzioneranno ancora?
La riflessione che scaturisce è a dir poco cruciale. Come potremo prevedere, ad esempio, 600 millimetri di pioggia in 24 ore (come avvenne su Genova nell'ottobre del 2014) se il modello oggi mi graficizza un fondo-scala di “soli” 200 millimetri? E, procedendo con metodo analogo: come potremmo prevedere eventuali alluvioni lampo, piuttosto che tempeste di vento o mareggiate estreme o qualsiasi altro evento avverso se le soglie massime dei nostri modelli non sono più adeguate a queste nuove regole? Se la nostra esperienza non riuscirà a star più dietro alla nuova scaletta climatica? E se il nostro territorio non ce la farà più a rispondere a tali stimoli estremi?
Come potete ben capire, cari lettori, il discorso sui mutamenti climatici va ben al di là del semplice rialzo delle temperature. Vogliamo quindi lasciare aperto il nostro approfondimento girando a voi questi importanti interrogativi, invitandovi a intervenire con i vostri commenti e ad esprimere le vostre opinioni. Grazie.
Luca Angelini