04.08.2015 - Didattica
Onda calda: si prosegue, con variazioni sul tema

Il 19 luglio ci siamo lasciati così:
“[…] almeno fino ad inizio agosto non dovrebbero esserci chissà quali cambiamenti: magari un fronte riuscirà a sfiorare le Alpi portando qualche folata di vento, un temporale, quei 2-3 gradi in meno su alcune regioni per alcuni giorni […]”

E pressappoco ci siamo. In certe zone del Nord verso fine mese siamo scesi anche più di 2-3 gradi, mentre nel Meridione il caldo si è accentuato salendo di parecchio sopra la norma; il tutto per alcuni giorni. 
Per essere una previsione a spanne a 10-12 giorni di distanza è andata anche troppo bene.

Il ragionamento era basato sulla calma relativa che la circolazione dei venti vive lungo tutto l'Emisfero attorno alla metà-fine di luglio. Essendo partiti in condizioni di onda calda, siamo rimasti in queste condizioni, con poche variazioni sul tema.
Adesso però siamo ad agosto, e lentamente qualcosa riprenderà a muoversi. Di certo non lo farà l'aria calda, che ha raggiunto il suo apice di spinta verso nord e inizia a ritirarsi lentamente verso il Tropico, come fa un'onda appena infranta sulla battigia che si ritira di nuovo verso il largo.
Ci penserà invece l'aria fredda, che una volta allentata la pressione dei venti caldi verso l'Artico può ripartire con gradualità alla conquista dell'Oceano e della terraferma.

Il piano d'attacco – come accade tutti gli anni – prevede una prima incursione a partire dalle calotte glaciali che si trovano alle latitudini più basse o più vicine alla terraferma, quella groenlandese e quella sul Mare Artico Russo. 
E' da qui che sono già partite nei giorni scorsi folate fredde che hanno creato da una parte una grossa bassa pressione sull'Atlantico a ridosso delle Isole Britanniche, e dall'altra una seconda bassa pressione tra Siberia e nord della Russia.
A noi interessa la prima, perché risucchiando a sé i venti artici ha accentuato la differenza di temperatura con l'aria calda presente in mare aperto e ha accelerato la Corrente a Getto verso est, in direzione della terraferma.
Venti veloci ad alta quota, quindi, che seguendo le fasi di sviluppo della bassa pressione (nascita, approfondimento, occlusione, indebolimento, approfondimento, occlusione, indebolimento, ecc. ecc.) generano quelle onde di cui parlavamo nell'articolo di 2 settimane fa, e che abbiamo ritenuto indispensabili per cambiare le carte in tavola in Europa.

Insomma, la previsione adesso torna a farsi più complicata, e non possiamo più spingerci oltre i 4-6 giorni.
Al momento comunque queste onde sembrano troppo veloci, accentuate da una differenza di temperatura troppo concentrata e elevata per poter affondare con tutto il loro carico fin sul Mediterraneo. E' più probabile che in queste condizioni – a contatto con l'ostacolo della terraferma – vadano a creare onde più piccole e in rapida degenerazione in minuscole bolle d'aria fredda d'alta quota, quelle “gocce fredde” che tanto fanno penare chi fa le previsioni del tempo. Oppure è parimenti probabile che le onde si infrangano sulla costa spagnola e portoghese andando a formare altre gocce più grosse in mare aperto (che magari potrebbero servire come testa di ponte per una incursione più convinta più avanti, in caso di altre onde profonde che vadano ad agganciarla).
Per adesso teniamoci il ritorno di altri 3-4 giorni di temperature alte al Centro-Nord, un po' meno alte al Sud. A livello di pioggia da segnalare una prima goccia fredda proprio tra il Meridione e parte delle regioni adriatiche già da venerdì, con alcuni forti temporali; verso domenica poi un'altra piccola goccia potrebbe toccare il Nord e il Centro con altri temporali. 
Insomma, se ci va bene arriviamo all'inizio della prossima settimana con qualche grado in meno un po' dappertutto.
Ma si va davvero sul difficile. Intanto concentriamoci sull'aspetto più importante: il caldo, che per buona parte della settimana ci terrà compagnia.

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