Venerdì 12 giugno 2015 è stata una data importante per la meteorologia italiana: al padiglione di Expo Aquae 2015 di Venezia, collaterale a EXPO Milano 2015, numerosi esperti del settore si sono confrontati sullo stato attuale della meteorologia italiana che, come voi credo ben sapete, non è dei migliori, anzi è “una giungla senza regole, un Far West della meteorologia” così come l’aveva definito poco prima Luigi Latini, produttore esecutivo del Centro Epson Meteo.
Prima infatti di questo dibattito si sono succedute alcune interessanti conferenze dalle ore 11 curate dal Centro Epson Meteo: ha esordito alle 11 Flavio Galbiati con una facile spiegazione di come viene elaborata una previsione meteo a partire dai dati di osservazione fino al prodotto finale, a cui è seguito Daniele Izzo che ha presentato i modelli fisico-matematici, riuscendo ad essere chiaro anche ai meno avvezzi alla materia, quindi Serena Giacomin, moderatrice del ciclo di conferenze ha annunciato un’ora di meritata pausa pranzo. Alle 14 i lavori sono ripresi con Andrea Giuliacci che ha presentato le numerose difficoltà della comunicazione tra previsore e pubblico televisivo: molto per esempio si è insistito sulla brevità dello spazio concesso dagli emittenti televisivi ai previsori, anche solo 20 secondi, per fare una previsione la più accurata possibile per tutt’Italia. Alle 14:40 Luigi Latini ha iniziato a introdurre uno dei temi caldi del successivo dibattito, ossia il meteo-terrorismo e le cause che permettono una sua facile diffusione in Italia (per esempio la mancanza di cultura meteorologica, la superficialità dei mass media, l’assenza di normative…).
Alle 15:30 circa è iniziato l’atteso dibattito tra alcuni dei massimi esponenti della meteorologia italiana con la moderazione di Anna Maria Girelli Consolaro, giornalista del Centro Epson Meteo: erano presenti Carlo Cacciamani, Direttore Servizio IdroMeteoClima ARPA Emilia‐Romagna; il Colonnello Mario Giuliacci, Meteorologo; Vincenzo Levizzani, Dirigente di Ricerca presso ISAC‐CNR; Rolando Rizzi, Professore di Fisica dell’atmosfera presso l’Università di Bologna; Filippo Thiery, Meteorologo televisivo per Geo – Rai3; Dino Zardi, Professore di Fisica dell’atmosfera presso l’Università di Trento; Daniele Izzo, Andrea Giuliacci e Flavio Galbiati meteorologi del Centro Epson Meteo.
Da sinistra: Anna Maria Girelli Consolaro, Filippo Thiery, Vincenzo Levizzani, Mario Giuliacci, Carlo Cacciamani, Flavio Galbiati, Rolando Rizzi, Andrea Giuliacci, Dino Zardi e Daniele Izzo.
I problemi salienti che sono emersi sono stati la mancanza di una cultura meteorologica nella popolazione italiana a causa della carenza di insegnamento della materia nelle scuole, problema evidenziato un po’ da tutti, ma con maggior forza da Filippo Thiery, fermamente convinto che ciò darebbe una scrematura risolutiva alle scemenze, da Daniele Izzo che ha denunciato la superficialità con cui i libri di testo scolastici trattano la disciplina e da Carlo Cacciamani. Cacciamani inoltre ha illustrato il progetto che sta portando avanti in Emilia Romagna, ossia quello di creare una qualifica professionale di meteorologo come possibile soluzione al meteo-terrorismo, progetto condiviso da tutti i presenti. Anche Il Professor Dino Zardi sta portando avanti un simile progetto a livello nazionale, che punta piuttosto sulla creazione di “associazioni di meteorologi”, cosi come esistono per esempio associazioni di ingegneri. Zardi ha anche presentato il suo progetto del festival della meteorologia che avrà luogo a metà ottobre di quest’anno a Rovereto di Trento e che vorrà essere una specie di meeting tra meteorologi e anche meteo-appasionati italiani: progetto che sicuramente ci incuriosisce assai e che speriamo riesca a portare avanti. Nell’ambito della formazione dei nuovi meteorologi, è intervenuto il Professor Rolando Rizzi che da una parte ha denunciato l’assenza di professori ordinari di meteorologia, dall’altra ha sottolineato con un pizzico d’orgoglio la qualità degli studenti che escono dalla facoltà di Fisica del Sistema Terra ( dove insegna), molti dei quali però purtroppo vanno all’estero dove riescono a ottenere facilmente posti di lavoro e dottorati. Ha espresso inoltre il volere di provare ad aprire una facoltà di meteorologia, ancora assente in Italia, progetto condiviso anche da Zardi. Il meteorologo Flavio Galbiati si è soffermato sulla necessità di diffondere giá nei ragazzi nelle scuole le conoscenze che permettano di capire meglio le previsioni e distingue le informazioni affidabili dalle bufale, e come con gli anni ci siamo abituati a sintetizzare al massimo le informazioni nei brevi interventi televisivi.
Ha concluso il dibattito il professor Vincenzo Levizzani che ha sottolineato con orgoglio il ruolo che la ricerca nell’ambito meteorologico ha a livello europeo, portando alcuni esempi tra cui la presenza nei satelliti meteorologici europei che verranno lanciati in orbita in futuro, di vari strumenti di ideazione tutta italiana. Ha concluso l’emozionante giornata Filippo Thiey e Carlo Cacciamani con un appello e una stuzzicata ai meteorologi italiani di provare a far qualcosa di diverso, per esempio di invitare gli emittenti televisivi a dare più spazio alla meteorologia o di portare la didattica meteorologica nel grande schermo, di provare insomma, ognuno nei limiti delle sue possibilità di migliorare questo “Far West” meteorologico. Quest’appello ci sentiamo di rivolgerlo anche a tutti voi meteo-appassionati: non abbiate paura a fare una giusta divulgazione meteorologica, a spiegare l’errore del meteo-terrorismo, tentate di far percepire questa materia, non come l’astrologia (ahimè questa è l’attuale credenza diffusa), ma come l’aveva definita il nostro grande Andrea Baroni “una scienza inesatta,che elabora dati incompleti,con metodi discutibili per fornire previsioni inaffidabili”.
di Francesco De Martin, foto Giuliano Nardin