L’estate del 2003, la più calda del secolo in Italia e in Europa, si è rivelata del tutto eccezionale, certamente per i connotati climatici, ma indubbiamente anche per averci lasciato in eredità un segno indelebile, una cicatrice insanabile. Da allora, ogni anno, si ripete il tormentone di chi teme il ritorno dello spauracchio africano, di chi suda ancor prima che il caldo arrivi, quando sarebbe senz’altro più opportuno affrontare la (bella) stagione con maggior serenità.
Forse è per questo che il caldo oggi fa più paura, ma certamente c'è dell'altro. La percezione palpabile di un clima che sta cambiando sotto i nostri occhi può essere un ulteriore elemento di inquietudine. In questo caso non è la singola anomalia a generare la consapevolezza che il Pianeta si sta riscaldando, ma il trend. In altre parole, le ondate di calore ci sono sempre state, l'anticiclone nord-africano spadroneggiava tranquillamente sul Mediterraneo anche nei “freschi” anni 50, 60, 70, ma mentre allora si poteva parlare di eccezione, oggi si parla di trend. Il trend non è più un episodio isolato, senza significato ai fini climatici, ma è un processo che manifesta palesemente una direzione e un verso. Le ondate di calore estive prima si contavano sulle dita di una mano, oggi non bastano mani e piedi. Tutto punta verso un clima più caldo.
Proprio questo scollamento tra il tempo dei ricordi e il tempo presente esacerba l'ansia di non riuscire a sopportare il caldo perchè, vige ancora l'idea che contrariamente a quanto si può fare con il freddo (coprirsi), nulla si può fare per difendersi dal caldo. Eppure oggi i climatizzatori sono disseminati ovunque e permettono alla maggior parte di noi di superare anche questo ostacolo. In via teorica potremmo trascorrere un'intera estate senza patire minimamente il caldo, vivendo in ambienti climatizzati e poter così tutelare la cosa più importante, la salute.
Ma se il caldo fa paura e i condizionatori non bastano, rimane l'unica via di uscita, probabilmente la più importante: la resilienza. adattarsi pian piano al clima che cambia, sbarazzarsi dei vari Scipioni, Caronte e Agamennone, far buon viso a cattivo gioco e guardare il bicchiere mezzo pieno. Non è solo un consiglio personale dell'autore di questa chiacchierata, ma una vera e propria strategia posta in essere persino dalla Commissione Europea proprio per far fronte a 360 gradi alle conseguenze del cambiamento climatico in atto. A tal proposito vi invito a dare un'occhiata a questo interessante documento, redatto dal Dottor Carlo Cacciamani, Direttore del settore IdroMeteoClima Arpa Emilia-Romagna.
Detto questo non mi rimane che augurare a tutti voi, carissimi lettori, una buona estate (e stiamo sereni…)
Luca Angelini