Non è certo difficile intuire quante difficoltà incontrino quelle perturbazioni che, in arrivo da nord, devono affrontare l’impegnativo superamento della catena alpina.
Le masse d’aria di origine polare e di natura marittima che nel semestre estivo si trovano a fluire per motivi sinottici verso meridione, scorrono sopra territori orograficamente tormentati (Scandinavia, Baltico) con continua alternanza di terraferma e mare. Sono così costrette a misurarsi con diversi “sobbalzi” termici e meccanici che ne rimescolano lo spessore. A costo di un lieve riscaldamento, la nostra massa d’aria ha così acquistato ora un notevole spessore verticale, anche oltre i 3.000 metri.
In questo modo può agevolmente superare la catena alpina, un po’ come fa un’alta onda del mare quando si approssima ad una scogliera più bassa. L’onda si infrange ma dalla parte riparata ricadono cascate di schiuma e si forma una nuova onda più piccola e disordinata.
E allora immaginiamo il nostro fronte freddo che, una volta impattate le Alpi da nord, le abbraccia ondulando vistosamente: è il primo passo che porterà ad un sensibile peggioramento del tempo anche sul versante padano. L’aria fredda irromperà dapprima dalla porta della Bora, poichè da quel lato le montagne sono meno elevate, lo stramazzo dal lato piemontese e lombardo invece tarderà di alcune ore.
Nel semestre estivo la sequenza dei fenomeni, solitamente temporali violenti accompagnati da grandinate e eventuali fenomeni vorticosi, è la seguente (lo possiamo vedere anche dalle figure che seguono:
1 – Il fronte freddo si approssima alle Alpi
2 – La massa nuvolosa frontale abbraccia i versante esteri della chiostra alpina ondulando vistosamente (vedi figura).
3 – L’aria fredda penetra dalla porta adriatica prima e da quella ligure dopo e il fronte si spezza.
4 – Dietro il fronte spezzato si forma una linea di groppo post-frontale che scende dalle Alpi precipitando veloce verso la val Padana.
Questa situazione porta dunque una sequenza di forti temporali a partire dal Triveneto, in particolare le Venezie, con coinvolgimento successivo della pianura lombarda, basso Piemonte ed Emilia Romagna. Intanto i primi rovesci si preparano sulla Liguria per ingresso del Libeccio freddo. Il fronte si sta spezzando. La linea di confluenza che deriva dalla saldatura tra le masse nuvolose entranti è già pronta e sfonda poi da nord investendo anche la Valle d’Aosta, il Piemonte e ancora la Lombardia.
Al suo seguito si avrà una rapida e consistente discesa delle temperature per ingresso ovunque del vento da nord e la possibilità di nevicate sulle Alpi a quote magari anche modeste per la stagione. Solo il seguito della massa d’aria, solitamente più asciutto, potrà dar luogo a un miglioramento ma non prima della giornata successiva. Torneranno cieli tersi, tempo molto fresco e ventoso ma ancora possibilità di rovesci pomeridiani a macchia di leopardo per la presenza solitamente di ulteriori pacchetti di aria fredda in quota.
Preme sottolineare che proprio la natura turbolenta dei processi fisici coinvolti spesso può ricadere in una certa approssimazione prognostica. Questa mancanza può venire risolta in ambito previsionale introducendo il valore aggiunto della possibile percezione del tempo che farà, ovvero indicando la possibilità di fenomeni temporaleschi a macchia di leopardo, facendo intendere che questi ultimi potranno colpire duro a scala locale, ma parimenti a scala locale, lasciare all'asciutto molti altri.
Luca Angelini