01.04.2015 - Didattica
La Pasqua e le previsioni

Mai una Pasqua fu così incerta come quella che ci stiamo apprestando a trascorrere. Parrebbe una osservazione attuale, eppure tutti gli anni l'episodio si ripete, quasi scontato, come se volesse rispettare con svizzera puntualità una vera e propria tradizione. Ne consegue che un campo minato come quello delle previsioni meteorologiche, già martoriato di suo, diventa un vero e proprio banco di prova per modelli, previsori e appassionati. Pensate che persino grandi personaggi del calibro di Andrea Baroni, sono inciampati sul tempo delle Pasqua. Erano certamente altri anni, tuttavia le scuse in diretta al TG1 per aver previsto sole anzichè pioggia in una lontana Pasqua degli anni '80, ha fatto di lui un maestro anche in deontologia e classe, oltre che in Meteorologia.

30 anni e più sono passati da allora, la tecnologia ha rivoluzionato la catena previsionale, le comunicazioni, la potenza dei calcolatori, la gittata delle previsioni, è cambiato anche il clima pensate, ma il tempo della Pasqua no; lui rimane sempre là adesso bello, subito dopo brutto, prima mite, poi più freddo, eternamente in bilico sul filo del rasoio, come un alpinista in equilibrio precario sull'abisso, come un surfista nei brevi istanti che gli permettono di cavalcare l'onda.

Ma se le risore messe a disposizione dal progresso tecnologico non sono state proporzionali ai risultati ottenuti in campo previsionale, è per via della nota teoria del caos deterministico firmata da Lorenz, non certo per l'incapacità di chi porta a termine tutti i giorni dell'anno il difficile e poco remunerato mestiere di previsore. Un curriculum annuale di 330 previsioni corrette, al netto di 30 giorni di ferie, fanno 5 giorni l'anno di previsioni sbagliate, dei quali 2 solo nei giorni di Pasqua e Pasquetta.

Vallo a spiegare agli albergatori, vallo a spiegare agli operatori degli sport invernali, vallo a spiegare all'immensa platea di lettori, ascoltatori, telespettatori, magari anche qualche milione, pronta a lanciare uova e pomodori per non aver previsto l'unico temporale sfuggito alle maglie d'indagine dei modelli, ma che magari ha allagato mezza Roma, proprio nel giorno dedicato alla tradizione della grigliata fuori porta.

E allora, cari lettori, ecco che anche noi in qualità di appassionati, siamo chiamati a difendere questa nobile scienza, siamo chiamati nel nostro piccolo a sottrarre i professionisti da questo medievale tiro al Meteorologo, siamo chiamati a fare da anello di congiunzione tra scienza e popolo, da pacieri tra la gente e il tempo. E se non verremo capiti, pazienza; da leggi perfette si cadrà comunque in risultati finali approssimati, con buona pace dei “geni” di ieri, di oggi e di domani.

Buona Pasqua a tutti!

Luca Angelini

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