21.10.2014 - Didattica
Ok, Gonzalo non esiste più. Però …

… però come sempre accade al passaggio di una depressione che ha attinto da un ex uragano c'è quella stilla di energia in più che fa la differenza.

Ciò che voglio dire è che larga parte del forte vento atteso tra mercoledì e giovedì sull'Italia sarà dovuto alla grande differenza di temperatura che si verrà a creare tra il Mediterraneo ancora caldo e l'aria artica strappata dal vecchio ciclone durante il suo passaggio ad alte latitudini, MA sono convinto che alcune raffiche supereranno le stime attendibili dalla valutazione dei gradienti di pressione, temperatura e umidità previsti.

Lo dico per esperienza: sin da quando ero bambino ho seguito con attenzione la traiettoria di perturbazioni del genere, e in ogni occasione – nel momento in cui il fronte arrivava nella zona dove mi trovavo – ho sempre avvertito una differenza evidente rispetto alle perturbazioni classiche: in termini di velocità delle raffiche più forti, di improvvise e apparentemente ingiustificate rotazioni del vento, di eventi più complicati da descrivere ma legati a convezione non profonda.
Tutti episodi isolati, di breve durata. Ma chiari.

Insomma, il vento portato da queste perturbazioni è spesso più turbolento e a strappi rispetto a quello che ci si aspetterebbe con una depressione extratropicale classica: è capace di alternare momenti di calma apparente a raffiche il doppio più veloci del vento medio atteso (se non di più).

Nessun allarme ingiustificato: ci mancherebbe.
Tuttavia è bene anche non esagerare nel sottovalutare e umiliare questi eventi, in quanto possono insegnarci qualcosa di nuovo e, soprattutto, possono portare dei danni nelle aree più esposte (al Maestrale e il Foehn, nel caso di mercoledì prossimo) non valutabili con la mera lettura delle mappe.

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