08.06.2014 - Didattica
Solleone: di chi è la colpa?

Il primo giorno di caldo estivo si avvia a conclusione.
Dall'ultima discussione che abbiamo fatto sono passati alcuni giorni, durante i quali la bassa pressione africana che seguivamo è passata sul Mar Libico per poi dissolversi, mentre sul Marocco – nemmeno sfiorato dal suo passaggio – l'aria si stava facendo rovente.
Tuttavia anche Algeria e Tunisia si sono scaldate velocemente, grazie ai cieli resi limpidi ai raggi solari dai venti asciutti soffiati all'interno della bassa pressione. Quindi, nel complesso, in un paio di giorni l'Africa mediterranea tra Marocco e Tunisia è passata da una condizione di brutto tempo a giornate molto calde, asciutte e limpide.
C'era quindi da aspettarselo che l'aria calda, al primo calo di pressione tra Spagna e Francia per l'arrivo di un fronte atlantico avrebbe tentato di risalire verso l'Europa.

E così è stato. Ma l'aria calda ha trovato subito un ostacolo: il mare ancora fresco, pienamente in grado di mitigare la calura.
I primi refoli bollenti sono dovuti quindi passare sul Mare di Alboran (stretto e calduccio) per poi risalire – richiamati dalla bassa pressione atlantica in arrivo – lungo le coste mediterranee, filtrando dalle valli dei Pirenei per poi dilagare in Francia e verso l'Europa centrale, costruendo una grossa bolla calda che di rimando sta iniziando a far sentire i suoi effetti anche su di noi seguendo le correnti sulla terraferma, scivolando dal Settentrione verso sud.

Sta nascendo cioè quello che in termini tecnici è chiamato “promontorio”, una sorta di insenatura di aria calda che dal Tropico si insinua all'interno del grande lago di aria più mite delle nostre latitudini colpendo – in questo caso – anche una parte dell'Italia.
Niente di anomalo, nelle linee generali: è un fenomeno che può capitare in estate come in inverno, arrivando alle latitudini medie o talvolta anche fino all'Artico; e per ogni stagione e latitudine porterà effetti diversi in termini di caldo relativo e tempo più o meno soleggiato. In estate – in particolare – porta gran caldo e sole spesso presente.

Solitamente, per familiarizzare un po' con un argomento altrimenti ostico, si usa parlare di anticiclone africano se il promontorio colpisce direttamente il Continente Europeo, per distinguerlo dall'anticiclone delle Azzorre, che non necessariamente è un promontorio, ma è pur sempre sempre generato da aria di origine tropicale; tuttavia l'anticiclone delle Azzorre ha alcune caratteristiche differenti che lo portano ad associarlo a una calura più sopportabile.
La fascia delle alte pressioni tropicali è infatti caratterizzata dalla continua discesa dell'aria dall'alto verso il basso, da compressione della stessa verso il suolo, e dal suo riscaldamento a tutte le quote interessate dalla struttura (dai 12-14 chilometri in giù, in media). Ma l'aria così diventa più asciutta e limpida, e i raggi solari possono colpire il terreno più facilmente, surriscaldando ulteriormente l'atmosfera in basso e favorendone di nuovo la risalita verso l'alto (convezione) per alcune centinaia o migliaia di metri, facendo calare la pressione.
Insomma, sulla terraferma in caso di anticiclone della fascia subtropicale si ha – grossolanamente – aria che viene compressa dall'alto verso il basso, ad eccezione della fascia di atmosfera più vicina al suolo dove, in presenza del Sole, l'aria invece va verso l'alto facendo calare la pressione sul suolo.
Nell'aperto oceano delle latitudini medie invece il comportamento sarà diverso, perché l'acqua fresca mitigherà l'effetto dei raggi solari sulle temperature, mantenendo l'aria vicina alla superficie meno calda e più stabile, senza convezione evidente. Di conseguenza qui la pressione rimarrà in media più alta che sulla terraferma.

Ecco perché l'anticiclone delle Azzorre, che arriva dall'oceano, è ben visibile anche sulle classiche mappe del tempo come una vasta zona con pressione più alta dei dintorni. Ed ecco perché invece spesso – come in questi giorni – all'anticiclone africano corrispondono pressioni relativamente basse (se non addirittura depressioni chiuse vere e proprie) al suolo, specialmente sulla terraferma.
Si può quindi parlare di anticiclone (o alta pressione) in ogni caso, in quanto entrambi fanno parte (come tutte le alte pressioni strutturate sulla faccia della Terra) di deformazioni o normali oscillazioni stagionali di posizione della fascia di alta pressione tropicale.

Ok, ma … da tutto questo baillamme non abbiamo ancora capito quanto durerà il caldo.
La bolla calda sull'Europa verrà alimentata dall'aria africana finché non si chiuderà il collegamento lungo la terraferma spagnola; e questa chiusura arriverà martedì, quando finalmente l'aria fresca portata dalla perturbazione oceanica riuscirà – scorrendo lungo il versante francese dei Pirenei – a traboccare verso il Mediterraneo (vedi figura). Da questo momento la bolla calda si esaurirà lentamente, ma l'Italia vedrà almeno altri 2-3 giorni di solleone, specialmente al Nord e al Centro.
A seguire il tempo potrebbe cambiare; ma è meglio rimandare alla prossima discussione.

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