26.10.2011 - Didattica
Alluvione nel levante ligure

Attesa e prevista dai modelli con ampio anticipo, la perturbazione del 25 ottobre ha messo letteralmente in ginocchio il levante ligure, un territorio sicuramente abituato a piogge autunnali abbondanti  ma per il quale la violenza di questo peggioramento è stata assolutamente fuori portata.

Nella serata del 24, con le prime, timide precipitazioni, i livelli di accumulo si mantengono più o meno moderati su buona parte della regione, con picchi insolitamente alti anche nel Ponente ligure e nell’entroterra, addirittura più che nel Genovesato e nelle immediate vicinanze. Sicuramente, la tramontana scura ha influito notevolmente sui dati provenienti dal Genovese, mentre altrove, in assenza o calma di vento, si è registrato un notevole “buco” precipitativo: non a caso, una località come Sori, colpita molto moderatamente dalla perturbazione, ha raggiunto un accumulo di 20 mm di pioggia, mentre a Zoagli, a una ventina di km di distanza, ne sono caduti all’incirca 70. La differenza è evidente ma si parla di inezie, in confronto a quanto avvenuto a pochi chilometri di distanza.

I modelli avevano messo da tempo la Liguria in prima fila, perchè è risaputo cosa può potenzialmente accadere nella zona ligure e tirrenica ogni volta in cui vi siano i presupposti per un’entrata di correnti umide atlantiche nel bacino del Mediterraneo. E’ inoltre spesso questo il periodo in cui le prime entrate piovose possono risultare molto importanti:come successo anche l’anno scorso con l’alluvione che ha colpito il genovesato (da Varazze a Sestri Ponente), spesso in passato si è dovuto far fronte a veri e propri fenomeni convettivi, che possono creare condizioni di pioggia molto intensa e duratura.

Fenomeni di questo tipo vengono definiti come “autorigeneranti”, ovvero sono quei fenomeni che, come recita la parola stessa, riescono a generare in modo continuativo condizioni alluvionali.

Prova ne è che il grosso della perturbazione si è scaricato nel triangolo compreso tra Levanto a ovest, Vernazza a est e Brugnato a nord: come possiamo osservare sulla carta dei venti qui di seguito, si nota come le correnti di tramontana discendenti dal comparto genovese vadano ad impattare con le correnti tese provenienti da sud.

Ciò porta ad una situazione di convergenza delle correnti, che fa sì che un maggiore afflusso di correnti umide al suolo subisca una spinta che le porterà in quota, tale da portare all’ormai triste fenomeno dell’autorigenerazione dei fenomeni.

Dall’ immagine del satellite si può notare come questa forte spinta dal suolo crei un importante cono di nuvolosità, segnale inequivocabile di quanto stava avvenendo nel territorio dello spezzino.

E non solo il satellite dava una testimonianza diretta di quanto stava avvenendo in quella porzione di regione, ma anche il radar meteorologico dell’ ARPAL, che evidenziava l’imponenza del quantitativo precipitativo e la persistenza di queste pesanti condizioni atmosferiche sempre sullo stesso lembo di territorio.

Un’immane quantità d’acqua ha colpito dal mattino le località comprese in quest’area, dando luogo a un’alluvione che rimarrà senza dubbio nella storia meteorologica della nostra regione. La violenza delle precipitazioni è facilmente intuibile dagli spaventosi accumuli avuti nell’arco di una giornata: in questa zona, i dati registrati dai pluviometri sono schizzati mediamente al di sopra dei 200 mm, con puntate locali ben oltre i 300 mm e gli estremi di Calice al Cornoviglio, con 460 mm e di Brugnato, dove sono caduti circa 540 mm (ovvero 540 lt  per metro quadrato) di pioggia.

La perturbazione ha cominciato a manifestarsi in maniera tutto sommato moderata nella notte;  a metà mattinata il volume delle precipitazioni è aumentato esponenzialmente, mantenendo un rain rate notevole fino a metà pomeriggio, quando la pioggia si è finalmente calmata. A questo punto è però subentrato un altro grave problema, dovuto alla conformazione morfologica della Val di Vara e del territorio delle Cinque Terre: il Vara e molti altri torrenti della zona sono tracimati in più punti, scaricando una quantità immensa di fango, terra e detriti verso valle, causando così allagamenti più o meno diffusi.

La tragedia è dietro l’angolo: le operazioni di soccorso procedono a rilento, a causa di frane, smottamenti e allagamenti che interessano quasi tutte le strade provinciali; ci si arrangia come si può: a Vernazza e Monterosso, devastate dalla furia dell’acqua, si procede con l’evacuazione via mare mentre nei comuni dell’entroterra molte persone si sono rifugiate sui tetti delle abitazioni.

Autori Emanuele Gianello (cronaca) – Andrea Redigolo (sinottica)

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