16.02.2015 - Didattica
Effetto Albedo: il grande equivoco

Dopo una bella nevicata gli appassionati aspettano poi una notte serena e calma, per vedere se la colonnina di mercurio scende di parecchi gradi sotto lo zero e per poter quindi godere del gelo vero e proprio.
Il ragionamento fila, e ha anche dei riscontri recenti: basta guardare alle zone tra Cremonese e Parmense, che nei giorni scorsi hanno avuto nevicate abbondanti, e poi – dopo nottate calme e limpide – hanno registrato temperature fino a -9/-10°C.

Effetto Albedo

Ok, fin qui ci siamo.
Tuttavia ciò che gli appassionati sbagliano è il considerare questo risultato come frutto del cosidetto Effetto Albedo, un fenomeno fisico riconosciuto e che in presenza di neve raggiunge picchi altrimenti poco evidenti.

L'Effetto Albedo – nell'ambito che ci interessa – è il risultato del fatto che la neve ha un colore bianco, e che quindi riflette completamente (o quasi) la radiazione elettromagnetica – ossia la luce – che gli arriva addosso.
Quindi, già da questo, si capisce che non può avere un ruolo di notte, quando di luce non ce n'è.
E' invece molto importante in presenza del sole, perché con un manto nevoso uniforme a coprire il terreno comporta la riflessione di tutta la luce (e dell'energia!) del sole verso l'alto, e quindi se l'aria è asciutta anche la sua dispersione. Ciò fa sì che le temperature durante il giorno (!) rimangano molto basse, talora anche al di sotto dello zero pure nelle nostre pianure.

Quello che fa calare invece così tanto le temperature notturne è il fatto che con un manto nevoso esteso e spesso il terreno viene completamente isolato dall'atmosfera; quindi ciò che durante la notte perde calore verso lo spazio raffreddando l'aria non è più il terreno, ma direttamente il manto nevoso. E allora la perdita di calore rispetto al terreno nudo è molto più veloce, perché al normale irragiamento si somma anche un altro fenomeno fisico: la sottrazione di calore latente (in grosse quantità) all'atmosfera a causa della veloce e consistente sublimazione dei cristalli di neve e ghiaccio nell'aria secca.
Il calore latente è energia che viene liberata o “imprigionata” da un materiale (nel nostro caso l'acqua) quando subisce un cambiamento di fase da solido a liquido, da solido a gas, o da liquido a gas, e viceversa. Nello specifico quando l'acqua passa dallo stato solido a quello di vapore viene imprigionata una gran quantità di calore; quanto basta per far scendere in maniera consistente la temperatura dell'aria.

Entrambi gli effetti – Effetto Albedo e sottrazione di calore latente – perdono invece importanza quando l'aria è umida o il cielo è nuvoloso; e allora in questi casi il calo della temperatura associato è molto meno marcato.

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