E' il non plus ultra dei parametri meteorologici per i tecnici del settore.
E' utile, affascinante, capace di fornire un sacco di informazioni ricavabili da mappe alla portata di tutti.
E' il geopotenziale, quel qualcosa di misterioso che spesso e volentieri viene confuso senza troppi complimenti con la pressione, ma che in realtà fa riferimento a un qualcosa di molto più complesso.
Si parla in sostanza di una misura combinata di temperatura, pressione e umidità.
In particolare per ottenere un valore di geopotenziale ad una certa quota bisogna seguire le istruzioni di una ricetta un po' impegnativa, e rimboccarsi le maniche: si prende lo strato d'aria che sta sotto questa quota di riferimento, se ne misura la temperatura virtuale (un qualcosa che somiglia alla temperatura e dipende da quanto è umida l'aria), la si pesa con una funzione della pressione a quella quota, con una funzione della pressione al suolo, e poi si moltiplica l'impasto per un qualcosa di complicato che faccia diventare il tutto un'energia specifica.
Bello, no?
Uhm, sì, suona bene, ma è sempre troppo complicato per i nostri gusti.
Proviamo allora a vederla così: il geopotenziale è il potenziale del campo di gravità terrestre. Punto.
No, poco utile anche questo. Meglio andare direttamente la definizione che ci danno tanti libri: “Il geopotenziale è l'energia che serve a vincere la gravità per portare un chilo d'aria dal suolo fino alla quota di riferimento”.
Ecco, già qui possiamo immaginare qualcosa di più: con un geopotenziale basso non ci sarà bisogno di grosse spinte per far salire l'aria, con un geopotenziale alto difficilmente costruirò delle nuvole alte e robuste.
Bene, qualcosa comincia a diventare più chiaro. Ma agli effetti pratici, a cosa ci serve tutto questo?
Senza andare a impelagarsi nelle equazioni, basti pensare che:
– una mappa del geopotenziale ad una certa quota su larga scala ci dice anche in che direzione e con quale forza (relativamente ai dintorni) scorre il vento a quella quota. Ad eccezione di casi particolari come ad esempio fronti o mesocicloni, infatti, il vento viaggia esattamente parallelo alle linee di uguale geopotenziale
– confrontando mappe di geopotenziale a quote differenti potremo conoscere meglio la struttura di alte e basse pressioni: se sono di natura dinamica o termica, se sono limitate all'alta quota, alle quote più basse, ecc. ecc. Tutte informazioni estremamente utili per capire che tipo di tempo farà
– sovrapponendo invece mappe di geopotenziale a mappe di temperatura alla stessa quota si può capire – ad esempio – se una bassa pressione ha concluso il suo ciclo di crescita (verificando se le isolinee dei due parametri sono parallele tra loro) oppure è ancora attiva o in crescita (se invece si incrociano)
– geopotenziali bassi associati a pressioni relativamente alte al suolo indicheranno probabilmente aria relativamente fredda e asciutta lungo tutta la colonna, e viceversa geopotenziali alti associati a pressioni relativamente basse indicheranno aria piuttosto calda e umida lungo tutta la colonna
E così via …
Volendo essere pignoli fino in fondo dovrei precisare che il parametro generalmente visibile sulle mappe non è il geopotenziale ma l'altezza di geopotenziale, che si ottiene dal primo rapportandolo all'accelerazione di gravità al suolo.
E' una altezza, appunto, grossolanamente corrispondente alla quota vera e propria con un errore che varia da zero al suolo fino allo 0,14% a 10 km di altezza, e ancora di più mano a mano che si va verso l'alto. Più che sopportabile, sicuramente.
Il geopotenziale quindi è un qualcosa di estremamente utile per chiunque abbia un minimo di pratica con le mappe meteorologiche e abbia voglia di avventurarsi in una previsione del tempo un po' più articolata e attendibile.