Larga parte delle persone che consulta le previsioni del tempo vuole sapere una cosa, prima di tutto: domani pioverà o no?
E sull'onda di questa domanda – che rimbomba nella testa di milioni di persone ogni giorno – tutte le mattine parte la corsa alla previsione più dettagliata, quella più completa, la più semplice da leggere, la più affidabile; senza però tenere conto del fatto che spesso queste quattro qualità non convivono e non possono convivere, specialmente quando si parla di pioggia.
La previsione della precipitazione, in generale, è particolarmente complicata da valutare sia in termini di quantità che di durata, in quanto i modelli numerici usati allo scopo ricavano il dato di pioggia dalla valutazione di altri parametri, già a loro volta calcolati a partire dalle equazioni matematiche.
Ad esempio certi programmi possono stabilire che in una tale zona a quella data ora pioverà con una qualche intensità se sulla verticale di quel punto è stata raggiunta una umidità del 100% su uno strato d'aria più spesso di 2000 metri. Peccato che l'umidità a sua volta viene calcolata – per un certo istante nel futuro – a partire dalle equazioni, e quindi è comunque soggetta ad un certo errore di valutazione dovuto a vari motivi.
E' un esempio stupido; nella realtà tutto funziona in maniera molto più complicata, ma serve giusto per rendere l'idea.
Ciò che voglio dire è che se c'è un errore di qualche tipo nel calcolo di parametri come l'umidità, oppure la copertura del cielo, oppure ancora il vento, e chissà cos'altro, l'errore nel calcolo della pioggia o della neve o della grandine (dipendente in maniera tremenda da questi) sarà ancora più grande. E mano a mano che si va in avanti nel tempo (previsione a 12-24-48-72 ore, ecc. ecc.) questo errore diventerà enorme, insostenibile.
Chiaramente colui che progetta, modella e testa un software in grado di fare delle previsioni del tempo per un'area più o meno grande cercherà gradualmente di avvicinarsi il più possibile al migliore risultato, ma almeno per adesso – con la tecnologia e le tecniche odierne – è una sfida poco equilibrata, almeno per quanto riguarda il calcolo delle QUANTITA' di pioggia, e in parte anche per la tempistica (se parliamo di pioggia da cumuli e cumulonembi).
Qualcosa di meglio invece si sta riuscendo a fare per quello che riguarda la distribuzione delle precipitazioni: se le mappe di previsione dicono che in una certa area pioverà, le probabilità che la previsione sia vera aumentano, ovviamente con errori via via più ampi mano a mano che ci si allontana in avanti con la scadenza della previsione.
In sostanza, consultare le previsioni con le iconcine del sole o della pioggia ha poco senso da questo punto di vista, perché spesso il tutto viene associato a una probabilità (icona con nuvola e una o due gocce e “probabilità di pioggia: 70%”).
Cosa mi vuol dire probabilità del 70%: pioverà o no?
“E' probabile al 70%”!
Sì, ok … E quindi? Sì o no??
(Non c'è risposta)
In realtà la sicurezza nel poter dire “Pioverà” oppure “Sono certo che NON pioverà” non c'è nemmeno consultando le mappe che mostrano la distribuzione di pioggia su una certa area ad una data ora; tuttavia con il confronto tra queste mappe si ha comunque una visione molto ma molto più ampia delle condizioni del tempo attorno alla propria città o regione, degli eventuali spostamenti delle aree di pioggia, dell'eventuale formazione o dissolvimento di ammassi di nuvole in grado di dare pioggia, ecc. ecc.
E quindi – con un minimo di impegno da profondere al primo approccio – con le mappe si può imparare a valutare se il rischio di pioggia sarà alto o meno.
Altrimenti se vi piace continuare a guardare le iconcine e lamentarvi quotidianamente con il “tanto non ci azzeccano mai”, fate pure. Ma non annoiate il resto del mondo, perché dovrete aspettarvi errori grossolani appena possibile.
Sulle quantità, invece, come dicevo c'è da lavorare ancora tanto; quindi non affidatevi a nessuna previsione elaborata da computer per capire se pioverà parecchio oppure poco. Al più potrete valutare se pioverà tanto o poco rispetto alle zone attorno.
Consultatevi invece con un meteorologo che conosce bene il vostro territorio, oppure – se siete appassionati della materia – imparate a valutare senza dipendere costantemente dai modelli, ma verificando previsioni, confrontando di volta in volta, archiviando e riprendendo eventuali episodi simili in passato per capire un comportamento eventualmente differente.
In entrambi i casi ne gioverà il vostro umore, e ne gioverà la meteorologia.